Parere sul risultato di una risonanza dell’add inf e scavo p (richiesta dall’andrologo)
Salve, mi sono recato da un andrologo a seguito dell’ auto rilevazione di una formazione nodulare che attualmente non mi crea dolore ne fastidio nell’ambito sessuale, ho riscontrato solo una lieve difficoltà ad interrompere volontariamente la minzione. Di seguito il risultato dell’esame: Risonanza magnetica (RM) dell’add inf e scavo P. Indagine eseguita prima e dopo somministrazione di mdc e. v. Referto: Immagine cordoniforme lungo la superficie dorsale dei corpi cavernosi in sede mediana riferibile ad aspetto ectasico della via dorsale superficiale. Non significative alterazioni di segnale dei tessuti molli esplorati, ne aree di patologico enchancement. Non linfonodi delle stazioni pelviche ed inguinali di dimensioni patologiche. Necessaria rivalutazione clinica specialistica ed eventuale approfondimento con RM con mdc previa adeguata preparazione Andró di nuovo dall’andrologo per sottoporgli il referto, ma, al momento sono molto preoccupato, in quanto lo stesso mi ha parlato di quasi certo intervento chirurgico che, vista la localizzazione della placca, potrebbe avere controindicazioni relative alla futura sfera sessuale. Chiedo a voi professori cosa ne pensate. Grazie.
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salve.
io risentirei l'andrologo di riferimento in quanto la descrizione morfologica delle immagini rmn non consente di dirimere una diagnosi differenziale tra una patologia del fascio vascolo nervoso, una patologia del setto e/o della superficie dei corpi cavernosi. ci temga informati se vuole
cordialità
io risentirei l'andrologo di riferimento in quanto la descrizione morfologica delle immagini rmn non consente di dirimere una diagnosi differenziale tra una patologia del fascio vascolo nervoso, una patologia del setto e/o della superficie dei corpi cavernosi. ci temga informati se vuole
cordialità
Dr Giulio Biagiotti
Resp. P.M.A. Praximedica Fertility Andrologist
www.andrologiaonline.net
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Utente
Buonasera, mi sono recato di nuovo dall’andrologo con il risultato della rm, dopo averla studiata attentamente, mi ha riferito che la stessa non lascia dubbi sul fatto che non c’é nessuna patologia riferibile a masse tumorali, e che, nonostante la anomala posizione della placca, la quale è situata alla base del corpo cavernoso e non lungo lo stesso (come avviene praticamente sempre con questa malattia), la mia patologia è da attribuire senza dubbio alla malattia di Peyronie. Il medico ha concluso che, vista l’estrema delicatezza dell’intervento per asportare la placca, vista la controindicazione quasi certa di relativa impotenza, visto che ad oggi la placca non mi crea alcun problema ne fisico ne sessuale e, vista la mia età che presuppone una vita sessualmente attiva ancora per un lungo periodo, conviene non intervenire e tenere sotto controllo l’evolversi della patologia. Relativamente al piccolo inconveniente che rilevo nella minzione, lo stesso ha affermato con certezza che non ha alcun nesso con la patologia, ma è da attribuire semplicemente ai 56 anni e qui alla prostata. Il colloquio mi ha ovviamente da un lato sollevato , ma mi ha lasciato comunque molta preoccupazione. Chiedo ancora un vostro parere, e ringrazio infinitamente.
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Utente
Buongiorno, e grazie per la sua risposta. Ho letto che oggi esiste una nuova terapia la collagenasi , che sembra abbia ottimi risultati sullo scioglimento o riduzione delle placche dovute alla malattia di Peyronie, lei cosa ne pensa? L’intervento classico ha davvero l’alta probabilità di determinare impotenza? Grazie ancora.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.1k visite dal 24/09/2019.
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