Prostatite persistente
Salve,
da inizio maggio soffro di una fastidiosa prostatite, iniziata con un fastidio nella zona perineale stando seduto e degenerata con bruciore nella zona anale, fitte ai glutei ed alla punta del pene e flusso urinario e spermatico debole.
L'andrologo al quale mi sono rovolto mi ha prescritto ecografia sovrapubica (dalla quale sono emerse calcificazioni e inspessimento pareti vescica) ed esami del sangue (vitamina D, B16, omocisteia e PRC - tutti risultati nella norma) e dopo visita rettale mi ha diagnosticato una prostatite, curata esclusivamente con integratori (PELVIPROST, DEFLOGO, CELLFOOD e successivamente EPADX) e terapia alimentare durante la quale mi sono stati proibiti determinati cibi (CARNI ROSSE, ALCOLICI, FRITTURE, BIBITE GASSATE, TONNO, SPEZIE, CIBI PICCANTI, LATTE E LATTICINI) e consigliato l'uso di pasta e pane integrali. Premetto che non ho problemi di peso, sono una persona attiva, corro una o due volte a settimana, non fumo e non ho mai abusato di friitture alcolici e "shifezze" varie ma per lavoro sto seduto circa 9 ore al giorno.
Dopo le prime settimane ho avuto dei lenti e progressivi miglioramenti con alti e bassi continui. Ho alternato giorni in cui stavo bene ad altri, seppur abbia seguito alla lettera le istruzioni del medico, in cui i sintomi sono tornati e tornano tutt'ora a farmi visita. La cosa più fastidiosa è che continuo ad avere difficoltà a stare seduto necessitando del supporto di un cuscino apposito, anche nei giorni in cui sto bene.
Non mi è mai stata prescritta urinocoltura (ne ho fatta io una in autonomia, per altro negativa), nè spermiocoltura, nè esame PSA (fatto io uno in autonomia con esito negativo), nè altri esami ed analisi che di sovente vengono svolti per questo tipo di problemi.
All'ultimo consulto, a circa 6 mesi dall'inizio del problema, palesando la situazione mi è stato risposto che la mia condizione è cronica e che comunque non posso aspettarmi di risolvere definitivamente il probema.
Premesso quanto sopra, prima di chiedere un secondo parere e rivolgermi ad un altro andrologo, vorrei chiedere se possibile un Vostro consiglio in merito a quanto segue:
1) la terapia con soli integratori può risolvere il problema oppure è auspicabile l'uso di farmaci tradizionali, come leggo su altri post?
2) esami come PSA, urinocoltura, ecografia trasrettale, ecc... sono necessari per diagosticare una prostatite, oppure basta una ecografia sovrapubica e visita rettale?
3) è vero che la prostatite cronica non può essere definitivamente risolta e non potrò mai stare seduto comodamente?
4) Serenoa repens, uva ursina, selenio e zinco, sono effettivamente efficaci per alleviare la prostatite oppure solo per prevenire l'ipertrofia prostatica?
Grazie e perdonatemi se mi sono dilungato.
da inizio maggio soffro di una fastidiosa prostatite, iniziata con un fastidio nella zona perineale stando seduto e degenerata con bruciore nella zona anale, fitte ai glutei ed alla punta del pene e flusso urinario e spermatico debole.
L'andrologo al quale mi sono rovolto mi ha prescritto ecografia sovrapubica (dalla quale sono emerse calcificazioni e inspessimento pareti vescica) ed esami del sangue (vitamina D, B16, omocisteia e PRC - tutti risultati nella norma) e dopo visita rettale mi ha diagnosticato una prostatite, curata esclusivamente con integratori (PELVIPROST, DEFLOGO, CELLFOOD e successivamente EPADX) e terapia alimentare durante la quale mi sono stati proibiti determinati cibi (CARNI ROSSE, ALCOLICI, FRITTURE, BIBITE GASSATE, TONNO, SPEZIE, CIBI PICCANTI, LATTE E LATTICINI) e consigliato l'uso di pasta e pane integrali. Premetto che non ho problemi di peso, sono una persona attiva, corro una o due volte a settimana, non fumo e non ho mai abusato di friitture alcolici e "shifezze" varie ma per lavoro sto seduto circa 9 ore al giorno.
Dopo le prime settimane ho avuto dei lenti e progressivi miglioramenti con alti e bassi continui. Ho alternato giorni in cui stavo bene ad altri, seppur abbia seguito alla lettera le istruzioni del medico, in cui i sintomi sono tornati e tornano tutt'ora a farmi visita. La cosa più fastidiosa è che continuo ad avere difficoltà a stare seduto necessitando del supporto di un cuscino apposito, anche nei giorni in cui sto bene.
Non mi è mai stata prescritta urinocoltura (ne ho fatta io una in autonomia, per altro negativa), nè spermiocoltura, nè esame PSA (fatto io uno in autonomia con esito negativo), nè altri esami ed analisi che di sovente vengono svolti per questo tipo di problemi.
All'ultimo consulto, a circa 6 mesi dall'inizio del problema, palesando la situazione mi è stato risposto che la mia condizione è cronica e che comunque non posso aspettarmi di risolvere definitivamente il probema.
Premesso quanto sopra, prima di chiedere un secondo parere e rivolgermi ad un altro andrologo, vorrei chiedere se possibile un Vostro consiglio in merito a quanto segue:
1) la terapia con soli integratori può risolvere il problema oppure è auspicabile l'uso di farmaci tradizionali, come leggo su altri post?
2) esami come PSA, urinocoltura, ecografia trasrettale, ecc... sono necessari per diagosticare una prostatite, oppure basta una ecografia sovrapubica e visita rettale?
3) è vero che la prostatite cronica non può essere definitivamente risolta e non potrò mai stare seduto comodamente?
4) Serenoa repens, uva ursina, selenio e zinco, sono effettivamente efficaci per alleviare la prostatite oppure solo per prevenire l'ipertrofia prostatica?
Grazie e perdonatemi se mi sono dilungato.
[#1]
Gentile lettore,
rispondendo alle sue domande le posso confermare che le terapie indicate, in presenza di una infiammazione della prostata, generalmente sono strategie “integrate” con l'uso anche di farmaci tradizionali; tutte le indagini da lei indicate sono quasi sempre prospettate in presenza di questa patologia; non "è vero che la prostatite cronica non può essere definitivamente risolta” ed infine anche la "Serenoa repens, uva ursina, selenio e zinco, possono essere effettivamente efficaci per alleviare la prostatite...”
Detto questo si ricordi comunque che sempre la visita medica specialistica in diretta rappresenta il solo strumento valido per poterle dare un’indicazione diagnostica mirata e poi eventualmente una prospettiva terapeutica corretta e che le informazioni fornite via internet vanno sempre intese come meri suggerimenti clinici e di comportamento.
Un cordiale saluto.
rispondendo alle sue domande le posso confermare che le terapie indicate, in presenza di una infiammazione della prostata, generalmente sono strategie “integrate” con l'uso anche di farmaci tradizionali; tutte le indagini da lei indicate sono quasi sempre prospettate in presenza di questa patologia; non "è vero che la prostatite cronica non può essere definitivamente risolta” ed infine anche la "Serenoa repens, uva ursina, selenio e zinco, possono essere effettivamente efficaci per alleviare la prostatite...”
Detto questo si ricordi comunque che sempre la visita medica specialistica in diretta rappresenta il solo strumento valido per poterle dare un’indicazione diagnostica mirata e poi eventualmente una prospettiva terapeutica corretta e che le informazioni fornite via internet vanno sempre intese come meri suggerimenti clinici e di comportamento.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta M.D.
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.2k visite dal 12/12/2018.
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