Fuga venosa eicaulazione precose
Buongiorno,
ho 42 anni, mi sono presentato negli anni a diversi andrologi per un problema di disfunzione erettile: il mio pene non raggiunge una durezza rilevante ma, al momento, il minimo necessario per una penetrazione vaginale (impossibile quella anale).
In seno a questo percorso, ho effettuato negli anni alcuni ecocolor doppler penieni (statici e dinamici): nonostante l'iniezione di PGE, il pene non ha raggiunto un'erezione ma gli specialisti hanno lo stesso effettuato l'analisi ed alla fine mi è stata diagnostica una disfunzione erettile per fuga venosa.
Il referto del primo eco recitava:
"- arteria cavernosa sinistra VPS=18, VTD=6, IR=70%
- arteria cavernosa destra VPS=17, VTD=4, IR=74%
Tali dati depongono per un ridotto flusso arterioso nei distretti cavernosi bilateralmente ed una scarsa capacità veno-occlusiva"
Per il secondo eco, effettuato dopo 5 anni, il referto recita:
"i corpo cavernosi presentano ecostruttura ipoecogenea conservata. Si segnala tuttavia una live connettivizzazione dei corpi cavernosi. emodinamicamente l'analisi spettarle dimostra una lieve insufficienza venosa sinusoidale"
Al termine dei vari consulti, mi viene prospettato di assumere cialis 5 mg per alcuni mesi a giorni alterni.
Registro un lieve miglioramento ma, dopo aver concluso la terapia, con il passare del tempo sono esattamente al punto di partenza se non in uno stato ancora peggiore.
Leggevo che il dr. Cavallini, su questo sito, segnalava l'inesistenza di una disfunzione erettile per fuga venosa ma che tutto poteva essere ricondotto in realtà a problemi psicologici...volevo chiedere se anche il mio caso, dati i due referti di cui sopra, poteva rientrare in questa casistica...
In aggiunta a quanto sopra, soffro di eiaculazione anticipata (da 1 a 5 minuti dall'inizio del rapporto) che, nel tempo, sta peggiorando in parallelo alle erezioni via via meno vigorose : volevo sapere se esisteva una correlazione di ciò con la disfunzione erettile e se esistevano cure reali per questo problema.
Grazie per il vostro riscontro
ho 42 anni, mi sono presentato negli anni a diversi andrologi per un problema di disfunzione erettile: il mio pene non raggiunge una durezza rilevante ma, al momento, il minimo necessario per una penetrazione vaginale (impossibile quella anale).
In seno a questo percorso, ho effettuato negli anni alcuni ecocolor doppler penieni (statici e dinamici): nonostante l'iniezione di PGE, il pene non ha raggiunto un'erezione ma gli specialisti hanno lo stesso effettuato l'analisi ed alla fine mi è stata diagnostica una disfunzione erettile per fuga venosa.
Il referto del primo eco recitava:
"- arteria cavernosa sinistra VPS=18, VTD=6, IR=70%
- arteria cavernosa destra VPS=17, VTD=4, IR=74%
Tali dati depongono per un ridotto flusso arterioso nei distretti cavernosi bilateralmente ed una scarsa capacità veno-occlusiva"
Per il secondo eco, effettuato dopo 5 anni, il referto recita:
"i corpo cavernosi presentano ecostruttura ipoecogenea conservata. Si segnala tuttavia una live connettivizzazione dei corpi cavernosi. emodinamicamente l'analisi spettarle dimostra una lieve insufficienza venosa sinusoidale"
Al termine dei vari consulti, mi viene prospettato di assumere cialis 5 mg per alcuni mesi a giorni alterni.
Registro un lieve miglioramento ma, dopo aver concluso la terapia, con il passare del tempo sono esattamente al punto di partenza se non in uno stato ancora peggiore.
Leggevo che il dr. Cavallini, su questo sito, segnalava l'inesistenza di una disfunzione erettile per fuga venosa ma che tutto poteva essere ricondotto in realtà a problemi psicologici...volevo chiedere se anche il mio caso, dati i due referti di cui sopra, poteva rientrare in questa casistica...
In aggiunta a quanto sopra, soffro di eiaculazione anticipata (da 1 a 5 minuti dall'inizio del rapporto) che, nel tempo, sta peggiorando in parallelo alle erezioni via via meno vigorose : volevo sapere se esisteva una correlazione di ciò con la disfunzione erettile e se esistevano cure reali per questo problema.
Grazie per il vostro riscontro
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Caro Utente,il quadro clinico é complesso,in quanto datato,ma,la risposta,seppur non costante e relativa,al tadalafil...fa ben sperare in un miglioramente futuro.Concordo con Cavallini sul giudizio circa la reale portata della "fuga venosa" ma,puttosto che consultare internet,individuerei un altro specialista che dalle sue parti non manca.La eiaculazione tendenzialmente precoce,potrebbe essere correlata all'angoscia del fallimento in corso di coito,che,banalmente,può portare il maschio ad accelerare l'eiaculazione/orgasmo,nel timore di una detumescenza precoce.Comunque,non sottovaluterei la necessità di consultare uno psicosessuologo,non via alternativa ma sinergica.Cordialità.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
[#3]
Gentile lettore,
il referto del primo doppler suggerisce un problema innanzitutto arterioso, il secondo suggerisce una alterazione in senso "fibrotico" (mi passi il termine) dei corpi cavernosi del pene, che ci starebbe con una fuga venosa, ovverosia incapacità del tessuto del pene di trattenere il sangue che gli arriva, per problemi di alterata struttura del tessuto (e non per problemi psicologici). In genere quando ciò accade ci sono uno o più problemi fisici alla base, quali: sovrappeso/obesità, mancanza attività fisica, diabete, ipertensione, grassi elevati nel sangue, vasculopatia, eccetera.
La terapia per bocca che ha fatto consideri che è estremamente debole: si può fare molto di più (si confronti con il suo Andrologo di riferimento).
Concordo con il Dott. Izzo che mi ha preceduto che l'eiaculazione precoce, in aggravamento, potrebbe essere una conseguenza dell'aggravarsi della difficoltà erettile, e potrebbe recedere trovando una terapia adeguata per la difficoltà erettile.
Il suo Andrologo, dopo valutazione diretta, dovrebbe poter individuare la presenza di eventuali fattori psicogeni che possano indicare la necessità di un percorso psicosessuologico, ed in ta senso dovrebbe saperle indicare anche adeguato/a professionista.
Da ultimo vorrei rassicurarla per quanto riguarda l'aspetto fisico del problema: oggi esistono comunque sempre delle soluzioni, a prescindere dalla gravità del problema; le pillole per bocca costituiscono solo il primo livello terapeutico.
il referto del primo doppler suggerisce un problema innanzitutto arterioso, il secondo suggerisce una alterazione in senso "fibrotico" (mi passi il termine) dei corpi cavernosi del pene, che ci starebbe con una fuga venosa, ovverosia incapacità del tessuto del pene di trattenere il sangue che gli arriva, per problemi di alterata struttura del tessuto (e non per problemi psicologici). In genere quando ciò accade ci sono uno o più problemi fisici alla base, quali: sovrappeso/obesità, mancanza attività fisica, diabete, ipertensione, grassi elevati nel sangue, vasculopatia, eccetera.
La terapia per bocca che ha fatto consideri che è estremamente debole: si può fare molto di più (si confronti con il suo Andrologo di riferimento).
Concordo con il Dott. Izzo che mi ha preceduto che l'eiaculazione precoce, in aggravamento, potrebbe essere una conseguenza dell'aggravarsi della difficoltà erettile, e potrebbe recedere trovando una terapia adeguata per la difficoltà erettile.
Il suo Andrologo, dopo valutazione diretta, dovrebbe poter individuare la presenza di eventuali fattori psicogeni che possano indicare la necessità di un percorso psicosessuologico, ed in ta senso dovrebbe saperle indicare anche adeguato/a professionista.
Da ultimo vorrei rassicurarla per quanto riguarda l'aspetto fisico del problema: oggi esistono comunque sempre delle soluzioni, a prescindere dalla gravità del problema; le pillole per bocca costituiscono solo il primo livello terapeutico.
Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.2k visite dal 07/11/2018.
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Approfondimento su Disfunzione erettile
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