Somatizzazione genitali
Salve Dottori, da anni ormai la mia vita è diventata un incubo. Mi è stato diagnosticato il dolore pelvico cronico, e non riesco più a far nulla. Alzarmi dal letto per me è già una conquista.
Ma voglio fare delle precisazioni, soprattutto sul perché ho voluto chiedere un consulto in psicologia.
Il mio urologo, mi ha prescritto del Laroxil per calmare i dolori, 5 gocce la mattina e 5 la sera 5. All'inizio arrivai anche a venti gocce, ma rimanevo tutto il giorno in catalessi.
I dolori peggiorano, post eiaculazione.
Ogni esame che ho fatto da anni, ad oggi è sempre risultato negativo, non c'è niente che non funzioni in me.
Mi è stato detto più volte che la mia potrebbe essere una semplice somatizzazione del dolore, in quanto gli ultimi anni della mia vita sono stati un inferno.
Ma come faccio a saperlo dato che si tratta di una sindrome che non è diagnosticabile, se non con il dolore stesso?
Come potrebbe aiutarmi uno psichiatra? Io mi sento stressato (e credo sia normale, vista la situazione) ma di mio non sono mai stata una persona depressa, e ho paura di far solo un pasticcio di farmaci inutilmente.
Sono stato da diversi psicoterapeuti senza trarne beneficio. Mi rimane la psichiatria, ma ho davvero paura, paura che sia un modi di accettare che il mio dolore non sia vero e che debba tenermelo per sempre, ma così è impossibile vivere, non ho rapporti da anni, ho difficoltà al lavoro, e ... non so che altro aggiungere, sono davvero io a farmi tutto questo?
Ma voglio fare delle precisazioni, soprattutto sul perché ho voluto chiedere un consulto in psicologia.
Il mio urologo, mi ha prescritto del Laroxil per calmare i dolori, 5 gocce la mattina e 5 la sera 5. All'inizio arrivai anche a venti gocce, ma rimanevo tutto il giorno in catalessi.
I dolori peggiorano, post eiaculazione.
Ogni esame che ho fatto da anni, ad oggi è sempre risultato negativo, non c'è niente che non funzioni in me.
Mi è stato detto più volte che la mia potrebbe essere una semplice somatizzazione del dolore, in quanto gli ultimi anni della mia vita sono stati un inferno.
Ma come faccio a saperlo dato che si tratta di una sindrome che non è diagnosticabile, se non con il dolore stesso?
Come potrebbe aiutarmi uno psichiatra? Io mi sento stressato (e credo sia normale, vista la situazione) ma di mio non sono mai stata una persona depressa, e ho paura di far solo un pasticcio di farmaci inutilmente.
Sono stato da diversi psicoterapeuti senza trarne beneficio. Mi rimane la psichiatria, ma ho davvero paura, paura che sia un modi di accettare che il mio dolore non sia vero e che debba tenermelo per sempre, ma così è impossibile vivere, non ho rapporti da anni, ho difficoltà al lavoro, e ... non so che altro aggiungere, sono davvero io a farmi tutto questo?
[#1]
Gentile utente,
dispiace sentire della Sua difficile situazione.
Talvolta nelle sindromi pelviche
somatico e psichico sono così strettamente intrecciati che non si sa bene da che parte iniziare, nè come curare efficacemente.
La stessa prescrizione di Laroxil per .. calmare i dolori lascia intravedere la componente psichica.
Lei ha già sperimentato la psicoterapia, che, forse andrebbe appoggiata dalla farmacopetrapia.
Come già dal Lei accennato nel Consulto,
provvedo a girare la richiesta in Andrologia,
e Lei poi interpelli anche Psichiatria.
Magari esistono centri specialistici nazionali,
come succede per certi complessi dolori pelvici femminili. E i medici specialisti ne possono essere al corrente.
Vivi auguri.
Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentile utente,
Il dolore pelvico cronico (detta anche prostatite a-batterica), come credo le sia stato detto dagli specialisti che l’hanno visitata, ha tra le varie componenti di insorgenza e mantenimento del problema proprio lo stress vissuto in modo compulsivo/cronico.
Da molti anni negli Stati Uniti è stato introdotto il protocollo di Stanford che prevede una cura integrata uro-fisioterapica e psicologica attraverso cui imparare a gestire il dolore cronico attraverso lo scioglimento dei punti dolorosi mediante fisioterapia e gestione dell’ansia.
Legga questo https://www.google.it/amp/s/blog.libero.it/andrologia/amp/9803183.html
Poi, si confronti con il suo urologo di fiducia circa la possibilità di effettuare sedute fisioterapiche mirate e intanto legga questo libro: un mal di testa nel bacino. Reperibile facilmente online. Aiuta!
Consideri che le innervazioni pelviche e quelle del muscolo psoas risentono notevolmente dei nostri stati d’animo. È vero, lei è stato in psicoterapia come leggo, ma cosa avete fatto con i colleghi?
In questi casi occorre innanzitutto che lo psicoterapeuta conosca e abbia studiato il problema del dolore pelvico cronico quindi che sia in grado di fornire indicazioni al paziente su come gestire il dolore e che urologo, fisioterapista e psicoterapeuta interagiscano nella cura di ogni singolo caso.
La mindfulness le potrebbe tornare utile come anche altre tecniche cognitivo comportamentali di terza ondata che potrà leggere qui http://www.stateofmind.it/2015/09/dolore-cronico-terza-ondata/
Cordiali saluti
Il dolore pelvico cronico (detta anche prostatite a-batterica), come credo le sia stato detto dagli specialisti che l’hanno visitata, ha tra le varie componenti di insorgenza e mantenimento del problema proprio lo stress vissuto in modo compulsivo/cronico.
Da molti anni negli Stati Uniti è stato introdotto il protocollo di Stanford che prevede una cura integrata uro-fisioterapica e psicologica attraverso cui imparare a gestire il dolore cronico attraverso lo scioglimento dei punti dolorosi mediante fisioterapia e gestione dell’ansia.
Legga questo https://www.google.it/amp/s/blog.libero.it/andrologia/amp/9803183.html
Poi, si confronti con il suo urologo di fiducia circa la possibilità di effettuare sedute fisioterapiche mirate e intanto legga questo libro: un mal di testa nel bacino. Reperibile facilmente online. Aiuta!
Consideri che le innervazioni pelviche e quelle del muscolo psoas risentono notevolmente dei nostri stati d’animo. È vero, lei è stato in psicoterapia come leggo, ma cosa avete fatto con i colleghi?
In questi casi occorre innanzitutto che lo psicoterapeuta conosca e abbia studiato il problema del dolore pelvico cronico quindi che sia in grado di fornire indicazioni al paziente su come gestire il dolore e che urologo, fisioterapista e psicoterapeuta interagiscano nella cura di ogni singolo caso.
La mindfulness le potrebbe tornare utile come anche altre tecniche cognitivo comportamentali di terza ondata che potrà leggere qui http://www.stateofmind.it/2015/09/dolore-cronico-terza-ondata/
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#4]
Utente
Purtroppo ho giò sperimentato il protocollo Standford che non risultati quasi nulli, leggere miglioramente durante la terapia, ma poi i sintomi son tornati tutti, e anche se la vita non ha prezzo, i professionisti in questo settore si fanno pagare davvero tantissimo, e in più, trovarli non è sempre facile.
[#5]
Utente
Vorrei tornare all'inizio, la ricerca su internet di mali e di conseguenze, ha sicuramente peggiorato il mio stato d'animo, non so dire se anche quello fisico, dato che l'andazzo a me pare solo blandamente altalenante. Quindi, rinnovo la domanda, esistono cosi di somatizzazione così, gravi, curabili solo e ripeto solo con la psichiatria? Non ho più risparmi e tra un pò dovrò solo accettare che questa è la mia vita, ma io non lo accetterò e ho paura di me
[#7]
Comprendo benissimo perché me ne occupo personalmente! Il dolore cronico pelvico è invalidante tanto per gli uomini quanto per le donne. La qualità di percezione e gestione del dolore è ad personam.
Per questo
1) mi associo a quanto detto dalla collega Brunialti circa la possibilità di avvalersi di un aiuto medico psichiatrico
2) le rinnovo l’invito a contattare un terapeuta mindfulness.
Lo Stanford non rende su tutto e tutti. Ci sono programmi specifici da seguire anche dopo la fine del protocollo incluso un cambiamento dello stile di vita e alimentare.
Capisco la rabbia e lo sconforto. Emozioni comuni a quanti ne soffrono.
Ma ci sono possibilità curative che consentono di ri-appropriarsi di una normale quotidianità
Cordiali saluti
Per questo
1) mi associo a quanto detto dalla collega Brunialti circa la possibilità di avvalersi di un aiuto medico psichiatrico
2) le rinnovo l’invito a contattare un terapeuta mindfulness.
Lo Stanford non rende su tutto e tutti. Ci sono programmi specifici da seguire anche dopo la fine del protocollo incluso un cambiamento dello stile di vita e alimentare.
Capisco la rabbia e lo sconforto. Emozioni comuni a quanti ne soffrono.
Ma ci sono possibilità curative che consentono di ri-appropriarsi di una normale quotidianità
Cordiali saluti
[#8]
Gentile utente,
"Quindi, rinnovo la domanda, esistono cosi di somatizzazione così, gravi, curabili solo e ripeto solo con la psichiatria?.."
Dipende dalle cause;
le cause vanno diagnosticate dall'Uro/Andrologo.
Se Lei NON ha mai fatto una visita psichiatrica,
se Lei non ha mai affrontato un percorso farmacologico mirato che non sia unicamente Laroxyl,
è il caso di effettuarla.
Oppure - se crede - possiamo chiedere direttamente un primo parere qui sul sito.
Il Suo timore
"rimane la psichiatria, ma ho davvero paura, paura che sia un modi di accettare che il mio dolore non sia vero e che debba tenermelo per sempre.."
non ha ragion d'essere.
Anche quando il dolore è frutto di una somatizzazione, quando cioè NON ha una causa primariamente fisica,
in ogni caso è VERO, e come tale va curato al meglio,
corpo e psiche.
Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
[#9]
Salve
intervengo in questo blog molto ricco di grosse competenze e culture in materia, abbassando di molto i toni scientifici e per la qual cosa mi scuso di anticipo. Volevo chiedere al paziente se effettivamente erano stati eseguiti tutti gli studi riguardanti le vie seminali, e se fosse stata effettuata una valutazione della capacità di svuotamento della vescica con ecografie sovrapubiche associate a flussometria e valutazione del residuo post minzionale
intervengo in questo blog molto ricco di grosse competenze e culture in materia, abbassando di molto i toni scientifici e per la qual cosa mi scuso di anticipo. Volevo chiedere al paziente se effettivamente erano stati eseguiti tutti gli studi riguardanti le vie seminali, e se fosse stata effettuata una valutazione della capacità di svuotamento della vescica con ecografie sovrapubiche associate a flussometria e valutazione del residuo post minzionale
Dr. Andrea Militello.
Specialista in UROLOGIA ANDROLOGIA.
Ecografia, urodinamica
www.urologia-andrologia.net
www.andrologiamilitello.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.6k visite dal 07/09/2018.
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