Ipp contratta dopo circoncisione totale
Egr. Dottori, buongiorno a tutti.
Circa due mesi fa ho subito un intervento di circoncisione totale.
Premetto subito che l'intervento è riuscito perfettamente, la cicatrizzazione della ferita è avvenuta perfettamente, come confermato durante un controllo dallo stesso chirurgo che mi ha operato.
A circa 3 settimane dall'intervento ho cominciato a notare che il pene si curvava molto durante l'erezione e appariva accorciato di circa 3cm.
Ad oggi sono passati più di 2 mesi dall'intervento e ho notato alcuni sintomi molto preoccupanti.
Per prima cosa palpando l'asta del pene flaccido ho riscontrato la presenza di piccole escrescenze (palline, nodulini) che non danno dolore ma se premuti con forza provocano una fitta. Inoltre ho notato che appena sotto la cicatrice si è formata una zona molto rigida e indurita. Durante l'erezione questa zona si indurisce ancora di più: la mia impressione è che sia proprio questa a provocare l'incurvamento del pene.
Documentandomi su questo sito ho riscontrato che questi sintomi corrispondono a quelli della malattia di Peyronie (ipp) e ovviamente sono preoccupatissimo.
So che senza una valutazione diretta è impossibile fare una diagnosi, ma in base alla vostra esperienza ci sono delle possibilità che questi sintomi corrispondano a qualcosa di meno grave?
Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione e attendo speranzoso vostre risposte.
Circa due mesi fa ho subito un intervento di circoncisione totale.
Premetto subito che l'intervento è riuscito perfettamente, la cicatrizzazione della ferita è avvenuta perfettamente, come confermato durante un controllo dallo stesso chirurgo che mi ha operato.
A circa 3 settimane dall'intervento ho cominciato a notare che il pene si curvava molto durante l'erezione e appariva accorciato di circa 3cm.
Ad oggi sono passati più di 2 mesi dall'intervento e ho notato alcuni sintomi molto preoccupanti.
Per prima cosa palpando l'asta del pene flaccido ho riscontrato la presenza di piccole escrescenze (palline, nodulini) che non danno dolore ma se premuti con forza provocano una fitta. Inoltre ho notato che appena sotto la cicatrice si è formata una zona molto rigida e indurita. Durante l'erezione questa zona si indurisce ancora di più: la mia impressione è che sia proprio questa a provocare l'incurvamento del pene.
Documentandomi su questo sito ho riscontrato che questi sintomi corrispondono a quelli della malattia di Peyronie (ipp) e ovviamente sono preoccupatissimo.
So che senza una valutazione diretta è impossibile fare una diagnosi, ma in base alla vostra esperienza ci sono delle possibilità che questi sintomi corrispondano a qualcosa di meno grave?
Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione e attendo speranzoso vostre risposte.
[#1]
Senta credo che abbia cincischiato abbastanza senza concludere un accidente. Se vuole tirare avanti a forza di ipotesi faccia pure, ma le dico due cose:
1) la circoncisione non c' entra nulla con la sua sintomatologia
2) è in ritardo di mesi.
Per cui transumi rapido da collega che le rogne sono dietro la porta.
1) la circoncisione non c' entra nulla con la sua sintomatologia
2) è in ritardo di mesi.
Per cui transumi rapido da collega che le rogne sono dietro la porta.
[#2]
Utente
Egregi Dottori buongiorno.
Intanto ringrazio il Dott. Cavallini per aver risposto e dedicato tempo al mio consulto. Aggiorno il consulto per chiedere ancora una volta il vostro parere.
Sono riuscito a risentire telefonicamente il chirurgo che mi ha operato. Mi ha spiegato che i noduli che sento sono la reazione dei vasi sanguigni infiammatissimi dopo l'intervento. Anche la placca che mi si è formata è una conseguenza dell'intervento. Sono placche fibrose che si riassorbiranno col tempo e nel mio caso sono assolutamente normali, considerando che prima dell'intervento avevo una cicatrice cheloidea con infiammazione cronica: l'esame istologico della parte di prepuzio asportata riporta "sottostante proliferazione fibroplastica con neogenesi vascolare".
Infine mi ha confermato che queste placche fibrose non centrano nulla con la malattia di Peyronie e consigliato l'assunzione di vitamina E per accelerarne il riassorbimento spontaneo.
Premetto che mi fido assolutamente del giudizio del mio medico chirurgo. Tuttavia di fronte alla paura di aver contratto una malattia così grave e rognosa, volevo chiedere se
1) consigliate di ascoltare il parere di altri specialosti,
2) in base alla vostra esperienza, avete incontrato casi di placche fibrose formatesi in reazione a un intervento, che si riassorbono da sole. Giusto per scongiurare la possibilità di una diagnosi sbagliata su una malattia che rihiede un intervento tempestivo.
Ringrazio anticipatamente dell'attenzione e attendo speranzoso vostre risposte.
Intanto ringrazio il Dott. Cavallini per aver risposto e dedicato tempo al mio consulto. Aggiorno il consulto per chiedere ancora una volta il vostro parere.
Sono riuscito a risentire telefonicamente il chirurgo che mi ha operato. Mi ha spiegato che i noduli che sento sono la reazione dei vasi sanguigni infiammatissimi dopo l'intervento. Anche la placca che mi si è formata è una conseguenza dell'intervento. Sono placche fibrose che si riassorbiranno col tempo e nel mio caso sono assolutamente normali, considerando che prima dell'intervento avevo una cicatrice cheloidea con infiammazione cronica: l'esame istologico della parte di prepuzio asportata riporta "sottostante proliferazione fibroplastica con neogenesi vascolare".
Infine mi ha confermato che queste placche fibrose non centrano nulla con la malattia di Peyronie e consigliato l'assunzione di vitamina E per accelerarne il riassorbimento spontaneo.
Premetto che mi fido assolutamente del giudizio del mio medico chirurgo. Tuttavia di fronte alla paura di aver contratto una malattia così grave e rognosa, volevo chiedere se
1) consigliate di ascoltare il parere di altri specialosti,
2) in base alla vostra esperienza, avete incontrato casi di placche fibrose formatesi in reazione a un intervento, che si riassorbono da sole. Giusto per scongiurare la possibilità di una diagnosi sbagliata su una malattia che rihiede un intervento tempestivo.
Ringrazio anticipatamente dell'attenzione e attendo speranzoso vostre risposte.
[#4]
Utente
Dott. Cavallini sono assolutamente d'accordo con quanto afferma. Purtroppo il collega non potrà visitarmi fisicamente prima di settembre.
La malattia, se confermata, è seria, ragion per cui sto programmando visite presso numerosi altri specialisti.
Il primo specialista mi ha visitato ieri e dopo un ecografia peniera non dinamica, mi ha diagnosticato la formazione di placche molto estese. A suo avviso la malattia è in stato molto avanzato e grave, non ha nulla a che fare con un intervento e gli sembra impossibile che si sia sviluppata in soli due mesi. Ritiene sia comparsa molto tempo fa, pur meravigliandosi di come ne io, ne il collega andrologo che mi operato abbiamo potuto non accorgercene. Mi ha prescritto un ecodoppler dinamico per valutare meglio l'estensione e la composizione delle placche.
Mi ha francamente detto che devo rassegnarmi ad una vita sessuale quanto meno compromessa se non addirittura prossima a finire.
Farò l'ecografia dinamica e vedrò altri specialisti: di certo non posso accettare la diagnosi che esclude la malattia di Peyronie, se non sostenuta da più andrologi. Sapendo di dover confrontare diagnosi molto diverse tra loro, volevo farmi un'idea sull'esistenza o meno di casi analoghi al mio che non si sono rivelati una malattia di Peyronie.
Grazie ancora della risposta, sarebbe bello si rivelasse tutto un falso allarme. Sono confuso e preoccupato.
La malattia, se confermata, è seria, ragion per cui sto programmando visite presso numerosi altri specialisti.
Il primo specialista mi ha visitato ieri e dopo un ecografia peniera non dinamica, mi ha diagnosticato la formazione di placche molto estese. A suo avviso la malattia è in stato molto avanzato e grave, non ha nulla a che fare con un intervento e gli sembra impossibile che si sia sviluppata in soli due mesi. Ritiene sia comparsa molto tempo fa, pur meravigliandosi di come ne io, ne il collega andrologo che mi operato abbiamo potuto non accorgercene. Mi ha prescritto un ecodoppler dinamico per valutare meglio l'estensione e la composizione delle placche.
Mi ha francamente detto che devo rassegnarmi ad una vita sessuale quanto meno compromessa se non addirittura prossima a finire.
Farò l'ecografia dinamica e vedrò altri specialisti: di certo non posso accettare la diagnosi che esclude la malattia di Peyronie, se non sostenuta da più andrologi. Sapendo di dover confrontare diagnosi molto diverse tra loro, volevo farmi un'idea sull'esistenza o meno di casi analoghi al mio che non si sono rivelati una malattia di Peyronie.
Grazie ancora della risposta, sarebbe bello si rivelasse tutto un falso allarme. Sono confuso e preoccupato.
[#5]
Utente
Buongiorno Egr. Dott.,
abuso ancora una volta della vostra gentilezza riportando il risultato dell'ultima visita specialistica effettuata ieri.
Presenza di placca ipoecogena di circa 2cm per estensione cranio-caudale a livello del 1/3 medio dorsale del pene, condizionante cono d'ombra posteriore. La lesione nodulare sembra interessare la fascia di buck a livello del CC sinistro condizionandone lievemente la compressione.
Durante la visita è stata eseguita sia la palpazione che un'ecografia a pene flaccido. Le dimensioni della placca la rendono valutabile anche con ecografia non dinamica.
Mi è stata consigliata terapia con vitamina E, o in alternativa Peronimev plus, oltre ad una RM del pene per escludere eventuale presenza di tumore al pene (ritenuta comunque molto poco probabile). A quanto ho capito a questa prima terapia farmacologica dovrà seguire una seconda terapia basata su xiapex.
Cosa pensate di questa terapia? Ci sono casi in cui si è rivelata efficace? E soprattutto, posso/devo abbandonare ogni speranza che questa placca si riassorba anche solo parzialmente?
Saluti e ringraziamenti a tutti.
abuso ancora una volta della vostra gentilezza riportando il risultato dell'ultima visita specialistica effettuata ieri.
Presenza di placca ipoecogena di circa 2cm per estensione cranio-caudale a livello del 1/3 medio dorsale del pene, condizionante cono d'ombra posteriore. La lesione nodulare sembra interessare la fascia di buck a livello del CC sinistro condizionandone lievemente la compressione.
Durante la visita è stata eseguita sia la palpazione che un'ecografia a pene flaccido. Le dimensioni della placca la rendono valutabile anche con ecografia non dinamica.
Mi è stata consigliata terapia con vitamina E, o in alternativa Peronimev plus, oltre ad una RM del pene per escludere eventuale presenza di tumore al pene (ritenuta comunque molto poco probabile). A quanto ho capito a questa prima terapia farmacologica dovrà seguire una seconda terapia basata su xiapex.
Cosa pensate di questa terapia? Ci sono casi in cui si è rivelata efficace? E soprattutto, posso/devo abbandonare ogni speranza che questa placca si riassorba anche solo parzialmente?
Saluti e ringraziamenti a tutti.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.3k visite dal 18/07/2018.
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