Induratio penis plastica - trattamento PRP
Gentili Dottori,
mi rivolgo a voi per un consiglio. Mi scuso anticipatamente per la lunghezza del mio post, ma vorrei rendere il mio quadro patologico il più chiaro possibile.
Ho 47 anni e soffro da oltre vent'anni di disfunzione erettile (disfunzione di cui non si è mai riusciti a stabilire con certezza l'origine, nonostente avessi consultato diversi andrologi e urologi quando avevo poco più di vent'anni). Avevo rinunciato a vivere con serenità il sesso, quando l'immissione sul mercato degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 mi hanno ridato speranza. Per anni infatti i farmaci per via orale mi hanno consentito di vivere con spontaneità e pienezza i rapporti sentimentali.
Un anno e mezzo fa però mi è stata diagnosticata la malattia di La Peyronie. Nei primi mesi, a parte la presenza di un nodulo nella parte distale dell'asta ( di dimensioni 6,65 x 8,76 x 12,8 mm), e un leggero dolore, non avevo particolari problemi. Mi sono rivolto ad uno dei più noti andrologi milanesi, il quale mi ha prescritto una terapia di 6 mesi con integratori di vitamina E (Longlife 400 + Peironimev plus) e applicazioni quotidiane di ionoforesi con 2 fiale di Isoptin e 2 di Bentelan, sostenendo che la placca di induratio si sarebbe ammorbidita. La placca non solo non si è ammorbidita, ma si è estesa infiltrando i corpi cavernosi, inoltre sono comparse altre aree di induratio. E quel che è peggio è che dopo un primo incurvamento del pene, si è presentata una strozzatura a metà dell'asta che, oltre a provocare un assottigliamente dell'asta stessa comportando un notevole disagio psicologico, provoca una risposta insufficiente ai farmaci tipo Viagra.
La diagnosi, dopo successiva visita presso lo stesso andrologo, è la seguente: "DELLA NOTA AREA DI FIBROSI-INDURATIO PENIS PLASTICA (ora di 8,45 X 9,00 X 16,3 mm), LOCALIZZATA A LIVELLO ALBUGINEO DORSALE DISTALE, PRESENZA INOLTRE DI UN NODULO DI FIBROSI, LOCALIZZATO A LIVELLO PERISETTALE DX, AL TERZO MEDIO DELL'ASTA, MISURANTE CIRCA 7,43 X 3,83 mm". l La terapia che mi è stata prescritta prevede un nuovo ciclo di ionoforesi con, in aggiunta, l'uso quotidiano del vacuum device.
Vista l'evoluzione della malattia, nutro seri dubbi che questi trattamenti possano avere una qualche efficacia. E non vorrei perdere ulteriore tempo con una terapia inutile.
Ho letto proprio su questo forum del trattamento a base di Plasmacellule arricchite (PRP), anche se gli utimi post che ne parlano risalgono a più di un anno fa. Vorrei sapere se a vostro parere questo tipo di trattamento potrebbe produrre risultati nel mio caso, oppure se è da prendere in considerazione l'impianto di una protesi peniena, che però il mio attuale andrologo ha escluso, ritenendolo una soluzione estrema, da "ultima spiaggia". Io però sono già all'ultima spiaggia, perchè la mia vita sessuale all'interno del matrimonio è diventata desolante.
Ringraziando anticipatamente, vi porgo i miei migliori saluti.
mi rivolgo a voi per un consiglio. Mi scuso anticipatamente per la lunghezza del mio post, ma vorrei rendere il mio quadro patologico il più chiaro possibile.
Ho 47 anni e soffro da oltre vent'anni di disfunzione erettile (disfunzione di cui non si è mai riusciti a stabilire con certezza l'origine, nonostente avessi consultato diversi andrologi e urologi quando avevo poco più di vent'anni). Avevo rinunciato a vivere con serenità il sesso, quando l'immissione sul mercato degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 mi hanno ridato speranza. Per anni infatti i farmaci per via orale mi hanno consentito di vivere con spontaneità e pienezza i rapporti sentimentali.
Un anno e mezzo fa però mi è stata diagnosticata la malattia di La Peyronie. Nei primi mesi, a parte la presenza di un nodulo nella parte distale dell'asta ( di dimensioni 6,65 x 8,76 x 12,8 mm), e un leggero dolore, non avevo particolari problemi. Mi sono rivolto ad uno dei più noti andrologi milanesi, il quale mi ha prescritto una terapia di 6 mesi con integratori di vitamina E (Longlife 400 + Peironimev plus) e applicazioni quotidiane di ionoforesi con 2 fiale di Isoptin e 2 di Bentelan, sostenendo che la placca di induratio si sarebbe ammorbidita. La placca non solo non si è ammorbidita, ma si è estesa infiltrando i corpi cavernosi, inoltre sono comparse altre aree di induratio. E quel che è peggio è che dopo un primo incurvamento del pene, si è presentata una strozzatura a metà dell'asta che, oltre a provocare un assottigliamente dell'asta stessa comportando un notevole disagio psicologico, provoca una risposta insufficiente ai farmaci tipo Viagra.
La diagnosi, dopo successiva visita presso lo stesso andrologo, è la seguente: "DELLA NOTA AREA DI FIBROSI-INDURATIO PENIS PLASTICA (ora di 8,45 X 9,00 X 16,3 mm), LOCALIZZATA A LIVELLO ALBUGINEO DORSALE DISTALE, PRESENZA INOLTRE DI UN NODULO DI FIBROSI, LOCALIZZATO A LIVELLO PERISETTALE DX, AL TERZO MEDIO DELL'ASTA, MISURANTE CIRCA 7,43 X 3,83 mm". l La terapia che mi è stata prescritta prevede un nuovo ciclo di ionoforesi con, in aggiunta, l'uso quotidiano del vacuum device.
Vista l'evoluzione della malattia, nutro seri dubbi che questi trattamenti possano avere una qualche efficacia. E non vorrei perdere ulteriore tempo con una terapia inutile.
Ho letto proprio su questo forum del trattamento a base di Plasmacellule arricchite (PRP), anche se gli utimi post che ne parlano risalgono a più di un anno fa. Vorrei sapere se a vostro parere questo tipo di trattamento potrebbe produrre risultati nel mio caso, oppure se è da prendere in considerazione l'impianto di una protesi peniena, che però il mio attuale andrologo ha escluso, ritenendolo una soluzione estrema, da "ultima spiaggia". Io però sono già all'ultima spiaggia, perchè la mia vita sessuale all'interno del matrimonio è diventata desolante.
Ringraziando anticipatamente, vi porgo i miei migliori saluti.
[#1]
Caro Utente,la terapia dela IPP non prevede un protocollo unico, bensì,spesso,una strategia diversificata nei modi e nei tempi di intervento, legata al quadro clinico espresso dal singolo Paziente.Escludendo il ricorso alla protesi,sottolinerei l'impiego delle onde d'urto a bassa intensità,magari in associazione al vacuum device.Va da se che l'opinione dell'andrologo reale sia sempre quella da seguirei prima istanza.Sull'impiego del PRP,aspetterei,analogamente per quello della collageni del Clostridium.Codialità.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
[#2]
Utente
Gent. Dott. Izzo,
innazitutto grazie per la tempestiva risposta.
L'opzione terapeutica delle onde urto non è stata neanche menzionata dall'andrologo cui mi sono rivolto. Forse dovrei rivolgermi a qualcun altro, ma non so quale valida alternativa possa esserci. E non so se sia possibile in questo forum chiedere un consiglio su un medico esperto in tema di IPP nella mia città (Milano) cui potersi affidare.
Invece, per quanto riguarda il PRP, mi piacerebbe sarebbe sapere come mai mi suggerisce di aspettare. E' una terapia in fase ancora "sperimentale" di efficacia non dimostrata?
Ho letto un paio di articoli in rete, in cui è descritta come una cura quasi miracolosa. Sono consapevole che i miracoli sono di difficile attuazione, ma mi piacerebbe sapere le sue riserve in merito.
Grazie.
Corduiali saluti
innazitutto grazie per la tempestiva risposta.
L'opzione terapeutica delle onde urto non è stata neanche menzionata dall'andrologo cui mi sono rivolto. Forse dovrei rivolgermi a qualcun altro, ma non so quale valida alternativa possa esserci. E non so se sia possibile in questo forum chiedere un consiglio su un medico esperto in tema di IPP nella mia città (Milano) cui potersi affidare.
Invece, per quanto riguarda il PRP, mi piacerebbe sarebbe sapere come mai mi suggerisce di aspettare. E' una terapia in fase ancora "sperimentale" di efficacia non dimostrata?
Ho letto un paio di articoli in rete, in cui è descritta come una cura quasi miracolosa. Sono consapevole che i miracoli sono di difficile attuazione, ma mi piacerebbe sapere le sue riserve in merito.
Grazie.
Corduiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 12k visite dal 27/11/2017.
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