Prostatite batterica

Buongiorno a tutti. Ho 33 anni. Anzitutto una breve cronistoria della patologia con cui faccio i conti dall'aprile di quest'anno. La premessa è che ho sofferto di prostatite 3 anni fa, risolta con 3 cicli di antibiotici (non ricordo quali) in circa 2 mesi, e senza esami colturali. Come detto, ad aprile di quest'anno, nuovo "attacco". Questi i sintomi, più o meno acuti a seconda delle fasi: minzione frequente (o molto frequente, ma sempre senza dolore o sangue), sensazione di pizzicore e "goccia" all'interno dell'uretra, nelle fasi più acute irradiato sino all'ano, spossatezza (a volte lieve, altre meno) bisogno di urinare almeno una volta a notte (posto che l'ho comunque sempre fatto, anche da ragazzini). Denominatore comune delle fasi più acute sono stati (e sono) i problemi intestinali. Premesso che, almeno ultimamente, non beneficio di una regolarità costante, tanto più sono intensi i disturbi intestinali (anche senza diarrea), quanto più si acutizzano i sintomi prostatiti.
Ad aprile ho assunto Levofloxacina 500 per 10 giorni, direi senza sostanziali benefici. A maggio, altra terapia con Bactrim mattina e sera per 10 giorni e IDIprost; stesso risultato.
A giugno, su suggerimento del nuovo professionista cui mi ero rivolto, effettuo prima spermiocoltura, che risulta positiva ad Enterococcus Faecalis. Mi viene quindi prescritta una terapia con Augmentin. Senonchè, mentre nei giorni precedenti (nei quali assumevo Prostadep, farmaco che assumo ancora e dal quale, tutto sommato, qualche beneficio l'ho tratto) i sintomi descritti in precedenza si erano quasi azzerati, dalla prima capsula di Augmentin si sono riacutizzati. E, capsula dopo capsula, sempre peggio. Tanto che, dopo 7 giorni, ho dovuto sospendere l'antibiotico, proseguendo solo con Prostadep. A luglio effettuo nuova spermiocoltura: di nuovo Enterococcus Faecalis. Decidiamo di riprovare con Augmentin (hai visto mai...), ma nulla da fare, stessa (invalidante) sorte.
A questo punto, visto l'antibiogramma piuttosto ristretto, optiamo - con un nuovo professionista - per 3 settimane di terapia endovenosa ospedaliera. Ho iniziato 4 giorni fa, e mi hanno informato che i primi 3 giorni sono quelli della cosiddetta "terapia d'attacco".
Per i primi 2, sintomi diciamo nell' ordinario (comunque mai spariti). Oggi è il primo giorno di "pausa" (la scadenza per la prima settimana è lunedì, martedì, mercoledì e venerdì), di nuovo, specie in mattinata, decisa riacutizzazione dei sintomi.
Le domande sono due.
La prima, di natura "esistenziale": ossia, in qualche modo se ne esce??
La seconda, più pragmatica: è possibile che in qualche modo, l'agire di un antibiotico (quale che sia) possa anche solo temporaneamente (o peggio, costantemente) riacutizzare dei sintomi che invece, "a riposo" da antibiotici sembravano affievolirsi?

Grazie mille per l'attenzione...
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.6k 1.2k
Gentile lettore,

le sue domande, soprattutto la prima, sono da un miliardo di dollari o se preferisce di euro.

Alla seconda comunque le si può rispondere con un nì!

Detto questo, se poi desidera avere altre notizie più dettagliate su tali problematiche urologiche ed andrologiche a livello della ghiandola prostatica, le consiglio di consultare, se non ancora fatto, anche gl’articoli, pubblicati sempre sul nostro sito, visibili agl'indirizzi:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1784-prostatiti-croniche-attuali-considerazioni-diagnostiche-e-terapeutiche.html

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html .

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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