Malattia di Peyronie, è necessario intervenire chirurgicamente?

Spettabili dottori,
sono un maschio di quarant'anni. Nel dicembre 2016 mi è stato diagnosticata la Malattia di Peyronie (IPP). Dapprima con curvatura verso sinistra, poi nel corso dei mesi - nonostante sia stata fatta da subito terapia con iniezione di cortisone intraplacca per un totale di 13 iniezioni - la malattia si è evoluta, la placca si è ingrandita, la curvatura si è volta verso l'alto (per ora l'angolo non supera i "fatidici" 30°) e successivamente il pene in erezione ha altresì assunto forma a clessidra.

Il secondo specialista che ho consultato (dieci giorni fa) caldeggia molto vivamente per un intervento chirurgico (tagliare la placca, sostituire il tessuto mancante con parte interna della guancia etc).
RMN dinamica con liquido di contrasto ed ecodoppler dinamica sono gli esami di recente - sotto la sua guida - eseguiti.
La placca è refertata come "notevole" sebbene non abbia intaccato vasi, uretra, etc. L'erezione è nella norma.
Attualmente io ho erezioni e rapporti sessuali soddisfacenti con mia moglie. La curvatura non rappresenta un problema in fase di penetrazione.

Questo secondo specialista, ben poco convinto dell'utilità del cortisone intraplacca (ed a ragione, direi) mi ha nel frattempo proposto onde d'urto, ma egli stesso non ripone troppa fiducia in un buon esito. Vorrei sapere se e quando è il caso di intervenire chirurgicamente: un'intervento del genere, solo pensandoci, lo vivo in modo traumatico e il mio pene, per quanto deforme (cosa che ho accettato), funziona. Gli effetti collaterali dell'operazione chirurgica, stando a quanto appresso leggendone, non mi entusiasmano, sebbene lo specialista in questione sostenga che "sono giovane" e quindi l'operazione è da fare e gli effetti collaterali in merito ad un eventuale deficit dell'erezione sono minimi. Detto ciò, aggiungo che la mia sensazione è di una malattia non ancora del tutto stabilizzata o "ferma".
Vorrei sapere se a vostro avviso l'operazione è nel mio caso consigliata o necessaria e se è bene intervenire chirurgicamente fin tanto che l'erezione è presente, per non rischiare poi che non ci siano più speranze di funzionamento del pene.
Ringrazio per l'attenzione.
A.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Gentile lettore,

queste sono le mie considerazioni su questo complesso problema clinico: l'Induratio Penis Plastica (IPP) o malattia di La Peyronie è una patologia caratterizzata dalla formazione di placche fibrotiche all'interno della tunica albuginea del pene.

Questa malattia è facilmente associata a dolore e spesso a curvature anomale del pene durante l'erezione, nelle fasi più avanzate della malattia possono subentrare disturbi dell'erezione.
La causa della malattia è poco nota. Molti sono i fattori ipotizzati e spesso associati alla patologia. Tra questi i traumi sono ritenuti i più importanti, soprattutto i micro traumatismi che causano sanguinamento e successiva deposizione di fibrina con attivazione della normale reazione infiammatoria.

Altri fattori chiamati in causa sono quelli vascolari (aterosclerosi, ipertensione arteriosa) ed infettivi (uretriti, ecc.).

Una recente osservazione che antigeni HLA della classe II sono più comuni in uomini con induratio penis plastica fa ritenere molto suggestiva una causa autoimmunitaria.

Il disturbo erettivo interessa circa il 40% degli uomini colpiti da malattia di La Peyronie e le cause sembrano da imputare ad un problema vascolare di tipo arterioso, quando la placca allunga e assottiglia i vasi, oppure di tipo venoso per l'alterazioni dei normali meccanismi di occlusione venosa con conseguente aumentata fuga del sangue dai corpi cavernosi.

La malattia presenta un decorso molto variabile e a volte capita anche di osservare una risoluzione spontanea della placca. Per questo motivo il trattamento deve essere all'inizio di tipo farmacologico, conservativo con l'utilizzo di prodotti a base di vitamina E, farmaci antiinfiammatori ed “antifibrotici” (tra questi vi è il PABA, cioè l’acido parammino benzoato di potassio).

Sono state provate con risultati non sempre certi, anche altre terapie come gli ultrasuoni, la diatermia, la laserterapia, le iniezioni intraplacca di farmaci antiinfiammatori, recentemente è stato proposto anche l'uso di collagenasi.

Detto questo, ultima spiaggia, a nodulo stabilizzato ed in presenza di gravi incurvamenti o disturbi dell'erezione, può essere utile ricorrere ad un trattamento chirurgico che può prevedere l'inserimento di una protesi oppure l'uso di tecniche di chirurgia plastica che permettono l'escissione della placca stessa e la correzione dell'incurvamento.

Un cordiale saluto

Giovanni Beretta M.D.
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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. Della collagenasi ho sentito parlare, ma pare che gli effetti collaterali possano essere estremamente seri (successiva possibile frattura del pene, necrosi dei tessuti se non eseguita a regola d'arte etc). Inoltre non c'è una letteratura adeguata in merito, quindi è una soluzione che non ho preso in considerazione.

Anche per me la chirurgia è l'ultima spiaggia e - attualmente - non mi pare di esserci, visto che l'erezione c'è e la curvatura non tale da rendermi impossibili rapporti.

Esiste anche la possibilità che la malattia si stabilizzi così com'è senza ulteriormente evolvere? E cosa ne pensa sull'utilità di un dispositivo a pompa sottovuoto (consigliatomi) per esercizi quotidiani di stretching al pene? Di nuovo grazie. Cordialmente, A.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Gentile lettore,

sul problema collagenasi si legga anche questa news del collega Cavallini:

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/2591-la-collagenasi-un-nuovo-farmaco-per-il-peyronie.html

Un cordiale saluto.
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Utente
Utente
Grazie. Lessi con attenzione, molto interessante.
E lei cosa ne pensa delle soluzioni "meccaniche" quali pompa sotto vuoto e strumenti per la trazione del pene?
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Soluzioni, come le altre, purtroppo, non sicure!