Masturbazione: meglio farne a meno?

Illustri dottori,
vorrei, se non recasse eccessivo disturbo, che analizzaste il seguente caso:
Sono uno studente universitario, ho vent'anni e una gran voglia di fare, a tal punto da evitare tutto ciò che possa frapporsi tra me e la mia carriera.
Ebbene, fino a qualche tempo fa mi masturbavo regolarmente, circa 2-3 volte a settimana.
Ogni volta che lo facevo, avvertivo un forte senso di spossatezza che, spesso, intralciava i miei impegni quotidiani relati allo studio. In altri termini, non riuscivo a concentrarmi a dovere, a curare a regola d'arte il discorso durante la ripetizione e sentivo una gran confusione in testa.
Senza dire dell'umore, molto giù, anche a causa di non riuscire, talvolta, a concludere a dovere i miei obiettivi quotidiani. Così, navigando in rete e leggendo vari articoli, venni a sapere delle asserite conseguenze benefiche della astinenza da masturbazione, così tentai anch'io e vi riuscì, per ben tre settimane, fino ad oggi, quando, animato da un irrefrenabile desiderio, cedetti.
A dir la verità, proprio quest'ultima volta è stata peggiore delle altre, dacché il senso di spossatezza e la confusione hanno raggiunto estremi livelli, tali da indurmi a smettere in tronco di studiare e a rilassarmi, versando la mia mente in uno stato di "nientità", essendo assolutamente improduttiva.
Allora mi chiedo: come posso gestire i miei rapporti con quella esperienza sessuale in cui io sono l'unico protagonista?
Mi preme sottolineare che durante quelle tre settimane di astinenza ho davvero registrati dei mutamenti nella mia vita professionale e di relazione: in particolare, sono stato più produttivo, più intraprendente, più reattivo, più socievole (soprattutto con l'altro sesso) e, ciò che mi interessa di più, ho dedicato notevoli energie allo studio, senza che ciò si ripercuotesse in termini di stanchezza.
Vi ringrazio per il tempo che dedicherete, cordialissimi saluti
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Dr. Andrea Bottai Urologo, Andrologo 2.7k 131
G le utente
Non ci sono molte alternative. Forse avere una relazione stabile con una donna potrebbe farle bene. Se non è possibile, deve cercare il giusto equilibrio tra l'autoerotismo, il suo fisico e la sua attività professionale o universitaria. Cordiali saluti

Dr. Andrea Bottai
Dirigente medico presso Unità di Urologia
Ospedale Maggiore di Lodi

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
aggiungo qualche riflessione a quelle del dr. Bottai.

Posso chiederle come è stato educato?
È cattolico?
Ha mai avuto una Fidanzata?

L'autoerotismo, a meno che non sia compulsivo e totalmente sostitutivo del piacere condiviso, non ha mai fatto male a nessuno.

Le false credenze che invece ruotano attorno alla presunta compromissione della salute post-autoerotismo, invece sì.

Provi a leggere queste letture, ma nel mio sito www.valeriarandone.it, troverà tanto altro, è un tema molto trattato.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1150-autoerotismo-e-sensi-di-colpa.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1350-la-masturbazione-ed-il-concetto-di-piacere.html-

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Dr. Giacomo Luigi Del Monte Psicologo, Psicoterapeuta 215
Gentile utente
è normale che dietro un atto di masturbazione ci possa essere un senso di spossatezza ed un desiderio di rilassarsi.
Quello che vorrei domandarle è il momento in cui si dedica alla masturbazione perchè da come scrive sembra essere durante la giornata. Se fosse così potrei semplicemente consigliarle di dedicarsi alla masturbazione nello ore serali prima di andare a letto in quanto ciò le permetterebbe di recuperare energie per il giorno dopo. Farlo durante la giornata sicuramente potrebbe crearle qualche difficoltà.
Buone cose

Dott. Giacomo Del Monte
www.sessuologo-psicologo-roma.com
www.psicosalute.it
www.sessuologoesessualita.it

[#4]
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
In primo luogo vorrei ringraziare di cuore tutti voi per aver dedicato parte del vostro preziosissimo tempo alla questione in oggetto.
Condivido pienamente ciascuna risposta e mi impegnerò affinché possa adeguarmi ai pareri espressi.
Rispondo alla Dott.ssa Randone:
I) Come sono stato educato?
Ritengo che laddove ci fosse un problema, non potrebbe rinvenirsi nella educazione impartitami, poiché sono fermamente convinto che i miei abbiano quantomeno tentato di fare del loro meglio.
Piuttosto, riconosco che la fonte riposi su una dimensione prettamente psicologico-caratteriale ed, in quanto tale, informata dalla esperienza, soprattutto remota. In altri termini, da quando ho intrapreso gli studi universitari, ho finalmente conseguito buonissimi risultati e mi preme davvero mantenerli, anche per sentirmi gratificato dopo anni di insuccessi scolastici ai quali si aggiungevano quelli relazionali. Infatti, ho sempre sentito la necessità di una relazione sentimentale, ma, in passato, per varie ragioni, non ci sono mai riuscito, vuoi perché non ci so fare, vuoi per la timidezza, vuoi perché non piacevo alla "malcapitata di turno". Ecco perché sono dell'idea che la mia adolescenza sia stata "esiziale", nel senso che credo che danni psicologici siano stati arrecati da un costante senso di insoddisfazione e frustrazione.
Allo stato attuale, avendo compreso che ho a disposizione una preziosa possibilità di essere qualcuno nel mondo grazie agli studi, tendo alla abnegazione e allontano tutto ciò che penso che possa intralciarmi, tra cui le relazioni sentimentali.
Brevemente, evito di provarci (anche se nella maggioranza dei casi non ci riuscirei) per paura di compromettere la mia carriera; ho eliminato i social, riduco le relazioni sociali al minimo e cerco di dedicare anima e corpo allo studio.
Vorrei sottolineare che vivo bene, nel senso che tutto ciò lo ritengo un sacrificio dovuto per raggiungere un dato scopo e questa forza di volontà, forse, l'ho ereditata da mio padre, che per la famiglia dà davvero tutto, lavorando senza sosta, sistematicamente, senza riposi e giorni liberi.
Spero di essere stato esaustivo, per quanto sintetico.
[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Più che forza di volontà, mi sembra un eccessivo senso del dovere che mal si sposa con la serenità, con l'amore e con la sana pratica del l'autoerotismo.

"evito di provarci (anche se nella maggioranza dei casi non ci riuscirei) per paura di compromettere la mia carriera; ho eliminato i social, riduco le relazioni sociali al minimo e cerco di dedicare anima e corpo allo studio. "

Forse ha eliminato troppo, più che tutto.

Mi sembra ci sia tanto di lei da potete approfondire, oltre la sua richiesta che già contiene in se parecchi spunti di riflessione...

Se dedica anima e corpo allo studio, prima o poi sia anima che corpo si ribelleranno..

Il piacere é sentinella di vita! E per piacere si intende condiviso ed anche solitario.