Un nuovo andrologo che oltre
Salve, sono un uomo di 31 anni e vorrei esporre brevemente il problema che mi affligge da diverso tempo.
Circa 5 anni fa inizio ad avere i primi contatti intimi con una ragazza (ancora vergine) della mia età, i primi tentativi furono del tutto infruttuosi nel senso che c'era la totale assenza di erezione in presenza di forte desiderio e opportune stimolazioni, nei tempi a seguire iniziavo ad avere erezioni ma mai sufficienti per la penetrazione, per non andare per le lunghe non siamo mai riusciti ad avere un rapporto completo, il tutto si risolveva per forza di cose ad una masturbazione reciproca, motivo per cui mi rivolsi ad un primo andrologo il quale mi prescrisse una serie di esami ormonali risultati nella norma e mi prescrisse tadalafil 5mg al giorno, tutto inutile in quanto la situazione si ripeteva; autonomamente assunsi sildenafil 50mg prima del rapporto ma nulla di fatto; la relazione per tale motivo è andata sempre più deteriorandosi (anche per la incapacità della mia partner ad accettare la cosa e i sensi di colpa che mi faceva venire ritenendo che il problema fosse solo mio e io da solo dovevo risolverlo) e alla fine ci siamo lasciati.
Dopo quasi un anno incontro un'altra persona più grande di me di oltre 15 anni, all'inizio solito calvario: erezione assolutamente assente. Mi rivolgo a un nuovo andrologo che oltre a visionare gli esami ormonali mi fa un ecocolordoppler penieno dinamico (dopo l'iniezione di prostaglandine l'erezione era molto debole ma c'è da dire che ero agitatissimo, frequenza cardiaca alle stelle) e a suo parere era tutto normale; mi prescrive tadalafil 5mg a giorni alterni e avanafil 200mg prima del rapporto. Seguendo questa terapia dopo un pò di volte ho avuto un erezione sufficiente alla penetrazione anche se assolutamente incompleta, la mia donna (con esperienza) vede bene che non è una erezione al 100% e anche io me ne accorgo perche "sento" ben poco e per giunta ciò non succede sempre, diciamo pure una volta su tre, le altre volte dopo aver raggiunto una erezione la perdo molto velocemente durante la penetrazione e in quei momenti pur cercando di concentrarmi sulla situazione perdo ogni stimolo, ogni eccitazione, ogni desiderio sessuale e tutto si affievolisce per rimanere tale per parecchio tempo. La mia donna, a differenza della precedente è estremamente comprensiva e disponibile e non mi fa una colpa di niente, ma giustamente nota il disagio e me ne parla per cercare di risolverlo assieme. Non uso droghe, bevo alcol con moderazione, sono in leggero sovrappeso, sono fumatore. Spero che qualcuno possa aiutarmi concretamente senza consigliarmi solo pillole (di pillole ne ho provate un bel pò e sinceramente non mi va di continuare a spendere tanti soldi, non per i soldi in sè ma per il fatto che non mi apportano nessun beneficio significativo), per me è diventata una situazione da incubo. P.S. Sono un medico, spero nella solidarietà di qualche collega. Grazie
Circa 5 anni fa inizio ad avere i primi contatti intimi con una ragazza (ancora vergine) della mia età, i primi tentativi furono del tutto infruttuosi nel senso che c'era la totale assenza di erezione in presenza di forte desiderio e opportune stimolazioni, nei tempi a seguire iniziavo ad avere erezioni ma mai sufficienti per la penetrazione, per non andare per le lunghe non siamo mai riusciti ad avere un rapporto completo, il tutto si risolveva per forza di cose ad una masturbazione reciproca, motivo per cui mi rivolsi ad un primo andrologo il quale mi prescrisse una serie di esami ormonali risultati nella norma e mi prescrisse tadalafil 5mg al giorno, tutto inutile in quanto la situazione si ripeteva; autonomamente assunsi sildenafil 50mg prima del rapporto ma nulla di fatto; la relazione per tale motivo è andata sempre più deteriorandosi (anche per la incapacità della mia partner ad accettare la cosa e i sensi di colpa che mi faceva venire ritenendo che il problema fosse solo mio e io da solo dovevo risolverlo) e alla fine ci siamo lasciati.
Dopo quasi un anno incontro un'altra persona più grande di me di oltre 15 anni, all'inizio solito calvario: erezione assolutamente assente. Mi rivolgo a un nuovo andrologo che oltre a visionare gli esami ormonali mi fa un ecocolordoppler penieno dinamico (dopo l'iniezione di prostaglandine l'erezione era molto debole ma c'è da dire che ero agitatissimo, frequenza cardiaca alle stelle) e a suo parere era tutto normale; mi prescrive tadalafil 5mg a giorni alterni e avanafil 200mg prima del rapporto. Seguendo questa terapia dopo un pò di volte ho avuto un erezione sufficiente alla penetrazione anche se assolutamente incompleta, la mia donna (con esperienza) vede bene che non è una erezione al 100% e anche io me ne accorgo perche "sento" ben poco e per giunta ciò non succede sempre, diciamo pure una volta su tre, le altre volte dopo aver raggiunto una erezione la perdo molto velocemente durante la penetrazione e in quei momenti pur cercando di concentrarmi sulla situazione perdo ogni stimolo, ogni eccitazione, ogni desiderio sessuale e tutto si affievolisce per rimanere tale per parecchio tempo. La mia donna, a differenza della precedente è estremamente comprensiva e disponibile e non mi fa una colpa di niente, ma giustamente nota il disagio e me ne parla per cercare di risolverlo assieme. Non uso droghe, bevo alcol con moderazione, sono in leggero sovrappeso, sono fumatore. Spero che qualcuno possa aiutarmi concretamente senza consigliarmi solo pillole (di pillole ne ho provate un bel pò e sinceramente non mi va di continuare a spendere tanti soldi, non per i soldi in sè ma per il fatto che non mi apportano nessun beneficio significativo), per me è diventata una situazione da incubo. P.S. Sono un medico, spero nella solidarietà di qualche collega. Grazie
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Caro Utente,il disagio sessuale caratterizzato da uno scarso tono erettile che,raramente,permette la penetrazione,in assenza di patologie vascolari e metaboliche,richiederebbe un inquadramento psicosessuologico che possa,anche,prescindere dalla assunzione di farmaci pro-erettili.Tale strategia,a mio avviso,dovrebbe coinvolgere anche la partner femminile,come intuito dalla stessa.
Va da se che la non convivenza possa favorire l'ansia da prestazione e l'angoscia del fallimento,quasi sempre presenti in tali quadri clinici.Cordialità.
Va da se che la non convivenza possa favorire l'ansia da prestazione e l'angoscia del fallimento,quasi sempre presenti in tali quadri clinici.Cordialità.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 07/04/2015.
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