Disfunzione erettile, prostatite
Salve,
a marzo 2012 a seguito di rapporti sessuali non protetti mi viene trasmessa una cistite cui seguirà una febbre di una settimana. Notavo secrezioni di liquido biancastro dal glande e difficoltà nell'erezione. Senza fare analisi dello sperma o delle urine, iniziavo ad assumere l'antibiotico Augmentin. Risolta apparentemente l'infezione rimaneva qualche difficoltà con l'erezione, ma non troppo evidente. Prima nessun problema sussisteva circa la rigidità dell'erezione. A ottobre 2012 inizio ad avvertire forte "pesantezza" al cavallo e rimango praticamente colpito da una infiammazione alla prostata che mi impedisce di fare qualsiasi cosa per 3-4 giorni. Faccio perciò le analisi ed esce nel liquido seminale
Citrobacter Koseri (Cicrobacter diversus)
Staphylococcus epidermidis. Comincio terapia antibiotica e rispettive analisi per diversi mesi, senza mai risolvere il problema: dicembre 2012 (citrobacter koseri + enterococcus faecalis), gennaio 2013 (Escherichia Coli e Candida albicans, seguirà una terapia con Unasyn + capsule sporanox per una candida comparsa), febbraio 2013 (enterococcus faecalis, cui seguirà terapia con unasyn fiale 1500 x 9 giorni). A marzo sembrava tutto risolto ma ancora il dolore mi porta a nuove analisi a aprile 2013 (Enterococcus faecalis, terapia 4 grammi/die Amplital x 20 giorni), maggio 2013 (Staphylococcus epidermidis) e così per qualche tempo.
Nel frattempo ho preso a periodi intermittenti le capsule di Serenoa repens (capsule).
Circa un anno fa un noto specialista di Roma consigliava di non procedere più in alcun modo a analisi (riteneva vi fosse una forte componente psicologica come causa dell'infiammazione) ma piuttosto di supposte Topster. Bisogna dire che nel giro di un paio di mesi migliora la condizione, sebbene non vi è mai stato un recupero totale dell'erezione. Al momento l'infiammazione si è ripresentata e neanche il topster insieme al permixon sembra piu' alleviarla. L'erezione non ha recuperato in vigore e si può dire che oramai sono quasi 3 anni che vivo questa condizione, nonostante i miei 25 anni.
Nel frattempo ho avuto un intervento chirurgico per ragade anale e non nascondo di non essere regolarissimo nell'andare di corpo.
Mi chiedo se:
- bisogna procedere di nuovo a seguire degli antibiotici
- dopo 3 anni è possibile recuperare l'erezione perduta o se non c'è + niente da fare
- se la prostata ha una elasticità tale da consentire con una adeguata terapia di tornare allo stato pre-problematico o se invece oramai si possa essere creata qualche cicatrizzazione-calcificazione o qualcosa del genere
Grazie
a marzo 2012 a seguito di rapporti sessuali non protetti mi viene trasmessa una cistite cui seguirà una febbre di una settimana. Notavo secrezioni di liquido biancastro dal glande e difficoltà nell'erezione. Senza fare analisi dello sperma o delle urine, iniziavo ad assumere l'antibiotico Augmentin. Risolta apparentemente l'infezione rimaneva qualche difficoltà con l'erezione, ma non troppo evidente. Prima nessun problema sussisteva circa la rigidità dell'erezione. A ottobre 2012 inizio ad avvertire forte "pesantezza" al cavallo e rimango praticamente colpito da una infiammazione alla prostata che mi impedisce di fare qualsiasi cosa per 3-4 giorni. Faccio perciò le analisi ed esce nel liquido seminale
Citrobacter Koseri (Cicrobacter diversus)
Staphylococcus epidermidis. Comincio terapia antibiotica e rispettive analisi per diversi mesi, senza mai risolvere il problema: dicembre 2012 (citrobacter koseri + enterococcus faecalis), gennaio 2013 (Escherichia Coli e Candida albicans, seguirà una terapia con Unasyn + capsule sporanox per una candida comparsa), febbraio 2013 (enterococcus faecalis, cui seguirà terapia con unasyn fiale 1500 x 9 giorni). A marzo sembrava tutto risolto ma ancora il dolore mi porta a nuove analisi a aprile 2013 (Enterococcus faecalis, terapia 4 grammi/die Amplital x 20 giorni), maggio 2013 (Staphylococcus epidermidis) e così per qualche tempo.
Nel frattempo ho preso a periodi intermittenti le capsule di Serenoa repens (capsule).
Circa un anno fa un noto specialista di Roma consigliava di non procedere più in alcun modo a analisi (riteneva vi fosse una forte componente psicologica come causa dell'infiammazione) ma piuttosto di supposte Topster. Bisogna dire che nel giro di un paio di mesi migliora la condizione, sebbene non vi è mai stato un recupero totale dell'erezione. Al momento l'infiammazione si è ripresentata e neanche il topster insieme al permixon sembra piu' alleviarla. L'erezione non ha recuperato in vigore e si può dire che oramai sono quasi 3 anni che vivo questa condizione, nonostante i miei 25 anni.
Nel frattempo ho avuto un intervento chirurgico per ragade anale e non nascondo di non essere regolarissimo nell'andare di corpo.
Mi chiedo se:
- bisogna procedere di nuovo a seguire degli antibiotici
- dopo 3 anni è possibile recuperare l'erezione perduta o se non c'è + niente da fare
- se la prostata ha una elasticità tale da consentire con una adeguata terapia di tornare allo stato pre-problematico o se invece oramai si possa essere creata qualche cicatrizzazione-calcificazione o qualcosa del genere
Grazie
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Gentile ragazzo,
come le avranno ripetutamente affermato, purtroppo le prostatiti sono molto difficili da curare e risolverle efficacemente. Purtroppo, bisogna un pò imparare a convivere con il problema e cercare di gestirle nel miglior modo possibile in modo da alleviare i sintomi iniziando le cure al momento del ripresentarsi dei sintomi. Molto importanti in queste fasi sono gli accorgimenti alimentari, la modifica delle abitudini di vita, e delle attività voluttuarie.
-Il ricorso alla terapia antibiotica deve essere sempre mirata ed eseguita dopo appositi esami colturali
-La prostatite da sola non può essere causa singola determinante l'insorgenza della disfunzione erettile per cui va meglio inquadrata
-Sarebbe opportuno eseguire uno studio ecografico della prostata per capire se ci sono dei fattori predisponenti.
Per fare questo serve un filo diretto con l'Urologo in modo da poter modificare la terapia in corso d'opera in base alla modifica della sintomatologia nel tempo che probabilmente la "notorietà" dello specialista di riferimento non consente.
come le avranno ripetutamente affermato, purtroppo le prostatiti sono molto difficili da curare e risolverle efficacemente. Purtroppo, bisogna un pò imparare a convivere con il problema e cercare di gestirle nel miglior modo possibile in modo da alleviare i sintomi iniziando le cure al momento del ripresentarsi dei sintomi. Molto importanti in queste fasi sono gli accorgimenti alimentari, la modifica delle abitudini di vita, e delle attività voluttuarie.
-Il ricorso alla terapia antibiotica deve essere sempre mirata ed eseguita dopo appositi esami colturali
-La prostatite da sola non può essere causa singola determinante l'insorgenza della disfunzione erettile per cui va meglio inquadrata
-Sarebbe opportuno eseguire uno studio ecografico della prostata per capire se ci sono dei fattori predisponenti.
Per fare questo serve un filo diretto con l'Urologo in modo da poter modificare la terapia in corso d'opera in base alla modifica della sintomatologia nel tempo che probabilmente la "notorietà" dello specialista di riferimento non consente.
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Per fattori predisponenti si intedono tutte le abitudini errate (fumo, sedentarietà, alimentazione scorretta, stipsi, scarsa assunzione di liquidi ecc.) che saranno individuate e corrette da una attenta raccolta dei dati clinici da parte dello specialista.
I massaggi prostatici possono alleviare temporaneamente la sintomatologia ma non sono risolutivi del problema.
I massaggi prostatici possono alleviare temporaneamente la sintomatologia ma non sono risolutivi del problema.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 11k visite dal 10/03/2015.
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Approfondimento su Disfunzione erettile
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