Fuga venosa e cialis
Salve dottori vorrei porvi una domanda: qualche mese fa mi è stata diagnosticata una fuga venosa di medio grado e mi è stato prescritto cialis 5mg come cura riabilitativa; Ora Vi chiedo finita la cura c'è una speranza che la condizione migliori ? con il passare del tempo la fuga venosa (se esiste) tende a rimanere stabile o peggiora comportando cosi anche un aumento di dose del farmaco? grazie per l'attenzione e buon lavoro
[#1]
Caro Utente,personalmente ho dei dubbi circa la presenza di un fuga venosa in un giovane sano,specialmente se la medesima si e' manifestata in un secondo momento,in maniera saltuaria ...La mia considerazione,comunque,nulla toglie alla efficacia della terapia con il tadalafil 5 mg.la cui posologia non vedo perché,nel tempo,debba aumentare e\o non essere più' sufficienti a riequilibrare il quadro clinico.Non accenna agli esami diagnostici eseguiti e,quindi,altro non credo si possa ipotizzare,sia in senso diagnostico che prognostico.Cordialita'.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
[#2]
Caro lettore,
l'incapacità, su base personale o familiare, del sistema venoso dei corpi cavernosi a determinare la veno-occlusione cavernosa fondamentale per avere una rigidità del pene ed un suo mantenimento nel tempo fa parte di quella grande patologia venosa (vene varicose alle gambe, varicocele, emorroidi, varici nasali...) che può affliggere molti maschi impedendo loro di avere rapporti penetrativi soddisfacenti.
Purtroppo si tratta di una patologia che non ha ancora un trattamento-soluzione specifica. Bisognerebbe poter agire sullo stato d'animo del paziente e sul sistema vascolare (arterioso) deputato a far arrivare il sangue all'interno dei corpi cavernosi , in pratica facendone arrivare di più di quello che fuoriesce dalle vene non efficienti.
Con le adeguate terapie si può avere una erezione assolutamente adeguata e soddisfacente
cari saluti
l'incapacità, su base personale o familiare, del sistema venoso dei corpi cavernosi a determinare la veno-occlusione cavernosa fondamentale per avere una rigidità del pene ed un suo mantenimento nel tempo fa parte di quella grande patologia venosa (vene varicose alle gambe, varicocele, emorroidi, varici nasali...) che può affliggere molti maschi impedendo loro di avere rapporti penetrativi soddisfacenti.
Purtroppo si tratta di una patologia che non ha ancora un trattamento-soluzione specifica. Bisognerebbe poter agire sullo stato d'animo del paziente e sul sistema vascolare (arterioso) deputato a far arrivare il sangue all'interno dei corpi cavernosi , in pratica facendone arrivare di più di quello che fuoriesce dalle vene non efficienti.
Con le adeguate terapie si può avere una erezione assolutamente adeguata e soddisfacente
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#3]
Ex utente
Ringrazio entrambi per la vostra risposta
@dottor Izzo ho fatto l'ecodoppler dinamico che ha rilevato appunto la fuga venosa e anche dell'ecografie che non hanno rilevato nulla di particolare; Ormai nonostante sia molto giovani credo che dovrò imparare a convivere con questo mio problema; rifare l'ecodoppler a distanza di mesi è inutile?
Buon lavoro e buon inizio anno
@dottor Izzo ho fatto l'ecodoppler dinamico che ha rilevato appunto la fuga venosa e anche dell'ecografie che non hanno rilevato nulla di particolare; Ormai nonostante sia molto giovani credo che dovrò imparare a convivere con questo mio problema; rifare l'ecodoppler a distanza di mesi è inutile?
Buon lavoro e buon inizio anno
[#5]
caro lettore,
in linea di massima si può avere una accettabile vita sessuale anche in presenza di una disfunzione veno-occlusiva cavernosa che non può scomparire ma con la quale si può "convivere" abbastanza bene magari aiutandosi con qualche farmaco
Non credo che un esame eodoppler possa cambiare sostanzialmente nel giro di pochi mesi
Ad un mio paziente non lo consiglierei
cari saluti
in linea di massima si può avere una accettabile vita sessuale anche in presenza di una disfunzione veno-occlusiva cavernosa che non può scomparire ma con la quale si può "convivere" abbastanza bene magari aiutandosi con qualche farmaco
Non credo che un esame eodoppler possa cambiare sostanzialmente nel giro di pochi mesi
Ad un mio paziente non lo consiglierei
cari saluti
[#6]
Gentile Utente,
Mi associo alle riflessioni cliniche degli andrologi.
Vista la sua giovane età ed immagino la giovane età della sua vita sessuale, la rassegnazione e per di più la fantasia malsana di dover convivere con questa recente e poco chiara condizione, è assurda e soprattutto non utile.
Una scrupolosa diagnosi clinica, anche fatta nuovamente, può analizzare gli "aspetti ansiogeni" sempre presenti nel disagio sessuale, comprendendo inoltre se sono " causa o effetto" della disfunzione, elemento da attenzionare con cura nei pazienti giovani come lei.
Un approccio rivolto esclusivamente al sintomo, risulta orfano di un percorso più completo, capace di regalare emozioni e sensazioni....preziose sulla sua intimità e sessualità.
La farmacoterapia, se pur utile, senza la disamina dell'aspetto psichico è spesso poco risolutiva e rischia recidive.
Il vissuto sgradevole e doloroso relativo al deficit erettivo, alla vulnerabilità erettiva, la paura anticipatoria di rivivere un fallimento sessuale, contribuiscono a creare quelli che noi clinici chiamiamo “fattori di mantenimento della disfunzione”, ben differenti dai fattori che hanno contribuito all’insorgenza della problematica sessuale.
La natura multidimensionale della sessualità umana inoltre, è tale da imporre un inquadramento e un ‘approccio terapeutico integrato’ al soggetto portatore di un disturbo sessuologico, sarebbe miope ed errato trattare soltanto la sintomatologia, senza la sua cornice psichica, relazionale, emozionale ed affettiva che correla con la sessualità......
La sfera della sessualità è talmente complessa e delicata che un suo malanno, anche transitorio, può compromettere il suo avvenire, trattarla con professionalità, con scrupolosità diagnostica e terapeutica, diventa la strada che noi clinici dobbiamo percorrere al fine di restituire serenità e gioia ai nostri pazienti portatori del disagio sessuologico.
Le allego a tal proposito delle letture ed un canale salute che potrebbe aiutarla a riflettere ed a sperare ancora..
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html-
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-
Mi associo alle riflessioni cliniche degli andrologi.
Vista la sua giovane età ed immagino la giovane età della sua vita sessuale, la rassegnazione e per di più la fantasia malsana di dover convivere con questa recente e poco chiara condizione, è assurda e soprattutto non utile.
Una scrupolosa diagnosi clinica, anche fatta nuovamente, può analizzare gli "aspetti ansiogeni" sempre presenti nel disagio sessuale, comprendendo inoltre se sono " causa o effetto" della disfunzione, elemento da attenzionare con cura nei pazienti giovani come lei.
Un approccio rivolto esclusivamente al sintomo, risulta orfano di un percorso più completo, capace di regalare emozioni e sensazioni....preziose sulla sua intimità e sessualità.
La farmacoterapia, se pur utile, senza la disamina dell'aspetto psichico è spesso poco risolutiva e rischia recidive.
Il vissuto sgradevole e doloroso relativo al deficit erettivo, alla vulnerabilità erettiva, la paura anticipatoria di rivivere un fallimento sessuale, contribuiscono a creare quelli che noi clinici chiamiamo “fattori di mantenimento della disfunzione”, ben differenti dai fattori che hanno contribuito all’insorgenza della problematica sessuale.
La natura multidimensionale della sessualità umana inoltre, è tale da imporre un inquadramento e un ‘approccio terapeutico integrato’ al soggetto portatore di un disturbo sessuologico, sarebbe miope ed errato trattare soltanto la sintomatologia, senza la sua cornice psichica, relazionale, emozionale ed affettiva che correla con la sessualità......
La sfera della sessualità è talmente complessa e delicata che un suo malanno, anche transitorio, può compromettere il suo avvenire, trattarla con professionalità, con scrupolosità diagnostica e terapeutica, diventa la strada che noi clinici dobbiamo percorrere al fine di restituire serenità e gioia ai nostri pazienti portatori del disagio sessuologico.
Le allego a tal proposito delle letture ed un canale salute che potrebbe aiutarla a riflettere ed a sperare ancora..
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html-
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html-
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html-
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 11.8k visite dal 30/12/2014.
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