Soffro da sempre di eiaculazione precoce

Gentilissimi dottori
Visto che a differenza delle altre volte stavolta sono stato sfortunato e non ho avuto risposta a nessuna delle mie domande, ci riprovo sperando di avere più fortuna.

Soffro da sempre di eiaculazione precoce. Da qualche anno mi sono fatto coraggio e sono stato da 2 andrologi. Entrambi hanno escluso problemi fisici. Il primo mi ha prescritto del Cialis da assumere tutti i giorni per un mese. Pur non avendo mai avuto problemi di erezione ho seguito la cura prescrittami ma chiaramente non ho avuto nessun miglioramento per quanto riguarda l'eiaculazione precoce. Sono stato allora da un secondo andrologo che mi ha consigliato ti provare con la paroxetina Serestill modificando le dosi fino ad avere gli effetti desiderati. Dopo circa un anno sono arrivato a 25 gg al giorno avendo miglioramenti sensibili nei preliminari ma praticamente inesistenti nel rapporto che rimane completamente insoddisfacente. Nell'ultima visita mi ha proposto di passare allora alla Clomipramina Anafranil 10 mg al giorno. Quello che vorrei sapere da voi è innanzitutto se questa nuova "cura" potrebbe avere effetti migliori, se la dose indicata è giusta perché leggendo sui vari forum ho visto dosi completamente diverse, se posso iniziare appena interrompo la paroxetina oppure se devo aspettare qualche tempo, e infine se ci possono essere controindicazioni se contemporaneamente assumo rosuvostatina Provisacor per il controllo del colesterolo. Tengo a precisare di aver già letto tutti gli articoli e tutte le guide del sito e di altri siti.

Vi ringrazio anticipatamente e spero di poter risolvere questo problema che da 30 anni mi impedisce di avere una vita sessuale soddisfacente
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Gentile lettore,

il farmaco indicatole appartiene alla stessa famiglia della Paroxetina.

Il dosaggio dato è di solito una indicazione specifica e particolare che l'andrologo decide generalmente dopo una attenta e accurata valutazione clinica naturalmente non basata su letture o eventuali prospettive presenti in forum o vari siti che lei può trovare in rete.

Ora, se lo specialista consultato ha valutato per bene la sua situazione clinica e lei, dopo essersi ben documentato (come sembra), ha discusso in modo preciso e chiaro con lui le reali prospettive della terapia indicata, è il momento di seguirla.

Fatto il tutto ci riaggiorni, se lo desidera.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Mi associo al dr. Beretta nella riposta .

Se gli andrologici non hanno trovato nulla di organico - per fortuna- non significa che non ci sia nulla di psichico e di relazionale.

In ambito sessuologico - e nella fattispecie nell’e.p - non si può trattare esclusivamente il sintomo (tramite terapia farmacologica), trascurando la cornice emozionale, ambientale e relazionale in cui si manifesta.

È infatti una disfunzione sessuale che necessita di un clinico, che possa e sappia farsi carico dell’aspetto diagnostico, terapeutico e del carico emozionale che questa disfunzione porta con sé

Una “diagnosi non completa” ed una terapia che non affronti le cause nella loro globalità, possono costituire , un fattore di mantenimento del disturbo nel tempo, anziché la risoluzione della disfunzione.

E’ indispensabile poi, ai fini diagnostici e prognostici, conoscere:

il tempo di latenza dell’eiaculazione intra-vaginale (due o tre spinte o, fuori dall’ambito vaginale), l’esperienza soggettiva della capacità di controllo
L' esperienza di soddisfazione del paziente e della partner
La variabile associata alla preoccupazione ed ansia ed alle dinamiche della relazione di coppia.
Lo storico sessuale del paziente.
La sua memoria corporea disfunzionale.
E tantissimo altro..., ovviamente non online

Per quanto riguarda le cause, in ambito sessuologico, si parla di multifattorialità:
vi sono diverse cause, a vari livelli (personali, di coppia, iatrogeni, da cattivo apprendimento sessuale, generali, psicologici, intrapsichici), che interagendo tra di loro, producono e soprattutto "mantengono in vita " il disturbo clinico.

Non le allego nulla da leggere, visto che ha già letto tutto

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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