Ipididimite post varicocele

Gentili dottori,

20 gg fa ho eseguito un intervento di legatura bassa per varicocele sx. Il decorso continua ad essere travagliato dopo 2 sett di veclam e una di bentelan, l'urologo (tramite eco-scrotale) ha riscontrato una infiammazione all'epidimo (anormalità ecostrutturale) e 6 gg fa mi ha consigliato di fare Rochefin e bentelan in siringa per 7 gg: al momento però non ci sono segni di miglioramento significativi.

Non riesco a riprendere le normali attività quotidiane, nè tantomeno a stare impiede e camminare: avverto subito pesantezza e dolore screscente che si placa in posizione orizzontale.
L'unica cosa positiva e che l'idrocele postintervento pare si stia lentamente riassorbendo...

Desidero un vostro parere su questo faticoso decorso, e come mai i tempi sono così lunghi.

Mi consigliate qualche indagine diagnostica ulteriore??
ormai da 20 gg prendo antibiotici e da 15 cortisone c'è il rischio di problematiche secondarie?

Grazie per la disponibilità e l'ottimo servizio
rimango in attesa,
cordialmente
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Dr. Giuseppe Maio Urologo, Andrologo 670 23
Gentile Lettore,
non ci sono altre indagini. Da quello che descrive sembra esserci un processo infiammatorio che tarda a regredire.
Ritengo che la terapia antibiotica e cortisonica assunta sia ormai abbastanza magari può assumere anti-infiammatori diversi dai cortisonici, ma di questo ne deve parlare con il chirurgo o almeno con il medico di base, la mia è solo una valutazione di probabilità.

Segua il chirurgo che l'ha operata e si armi ancora di pazienza qualche volta il decorso può essere lungo.

Ci tenga informati se può essere di aiuto
Cordiali saluti
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Dr. Gabriele Antonini Urologo, Andrologo, Chirurgo plastico 291 15
Sicuramente il dolore e le infiammazioni dell'epididimo possono essere complicanze dell'intervento chirurgico di legatura della vena spermatica sinistra. Il decorso se ben trattato come credo stia facendo non è molto lungo. Comunque al giorno d'oggi il Gold Standard per la terapia del Varicocele è la sclerosi retrograda con tecnica flebografica.Viene effettuata, preferibilmente, attraverso la vena alla piega del braccio ha così il vantaggio di essere meno invasiva dell'approccio transfemorale ed offre un più agevole raggiungimento del distretto renospermatico non solo a sinistra, ma anche a destra, poiché il catetere progredisce dall'alto verso il basso. Una piccola quantità di anestetico locale nella sede della puntura attraverso la quale viene inserito il catetere è sufficiente per tutta la procedura. Una volta raggiunto la vena spermatica, si inietta, sotto controllo radioscopico, la sostanza sclerosante. Nella stessa seduta, se è presente un Varicocele bilaterale, è possibile eseguire il trattamento sia a destra che a sinistra. Il paziente viene tenuto a riposo per qualche ora e dimesso in giornata. Anche questa tecnica non è scevra di possibili effetti collaterali, risulta comunque meno invasiva.
Saluti

Dr. Gabriele Antonini
Urologo Andrologo
www.antoniniurology.com
www.protesipeniene.it

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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
caro lettore,

l'intervento chirurgico a cui lei è stato sottoposto e che rimane la modalità terapeutica più utilizzata in assoluto per correggere un varicocele può essere seguita o determinare delle conseguenze di tipo infettivo o infiammatorio locale o epididimario tali da determinare una condizione da lei decritta e "vissuta".
Mi sembra che la terapia consigliata abbia una sua rigorosa logica e che lei sia sempre sotto controllo da parte del chirurgo che la ha operata e che potrà consigliarla al meglio
Non me la sento di consigliarle altri comportamenti o terapie.
cari salutio

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Genitle Dott. Antonini,

conosco bene la tecnica di sclerosi avendola tentata circa 7 mesi fa ma senza successo: rientro purtroppo in quella percentuale sfortunata di soggetti con accesso venoso difficoltoso. Di fatto l'urologo ha tentato ma dopo 2 mesi l'eco-colordoppler segnalava la permanenza del reflusso come il chirurgo mi aveva anticipato il giorno stesso del tentativo di intervento.

Ho dovuto ricorrere alla tecnica tradizionale con gli inconvenienti che temevo e che si sono verificati puntualmente!!!

Il decorso è lento e non mancano le insofferenze ad uno stato che non mi permette di ritornare alla vita solita, secondo lei quando tempo dovrò ancora sopportare questo processo infiammatorio?? Quali rischi concreti si corrono in questi casi??

ho notato anche che una vena alla base sx del pene si gonfia in modo dolorante in fase di erezione??? che collegamento ci può essere??

Grazie di cuore
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Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Grazie dott Pozza,

posso solo chiederle, in base alla sua esperienza, secondo lei quanto tempo ancora ci vorrà prima di un recupero quasi completo???

E rispetto a questo fenomeno che mi si manifesta in fase di erezione (una vena alla base sx del pene sembra ingrossarsi e formare un rigonfiamento che poi rientra dopo un'ora circa) cosa pensa possa essere?? come affrontare la cosa??

ovviamente mi consigliate di astenermi fino a recupero completo da ogni attività sessuale vero???

Grazie
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Dr. Gabriele Antonini Urologo, Andrologo, Chirurgo plastico 291 15
I tempi di recupero sono molto soggettivi e variano da paziente a paziente.Comunque credo che nel giro di 15 giorni la situazione tornerà alla normalità. Per la problematica peniena Le consiglio di contattare il Chirurgo di riferimento. Concludendo,l'intervento chirurgico a cui lei è stato sottoposto rimane sicuramente la modalità terapeutica più utilizzata in assoluto dai chirurghi che non effettuano la tecnica fleblografica....
Saluti
[#7]
Dr. Giuseppe Maio Urologo, Andrologo 670 23
Gentile Lettore,
qualche settimana potrebbe bastare in caso contrario ritorni dal suo chirurgo.
Quanto alla tecnica sono d'accordo con il Dott. Pozza le tecniche più usate ed anche le più sicure a livello internazionale sono quelle inguinali basse o scrotali tra le quali trovo molto efficace e mini-invasiva la tecnica di scleroembolizzazione retrograda che si sta sempre più affermando negli ultimi anni a livello nazionale ed internazionale.

Cordiali saluti
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Dr. Gabriele Antonini Urologo, Andrologo, Chirurgo plastico 291 15
Mi permetto di correggere il collega Maio,la tecnica anterograda è quella con approccio scrotale che nel caso di un varicocele di notevole entità associata alla tecnica retrograda dal braccio rappresenta il modo più sicuro per la correzione del problema
Saluti
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Dr. Giuseppe Maio Urologo, Andrologo 670 23
Gentile Lettore,
mi permetta una brevissima risposta al collega Antonini: sono d'accordo che la scleroembolizzazione anterograda può avere delle recidive in più nel 3° grado apportando però una piccola variante non traumatica all'intervento non ho avuto alcuna recidiva negli ultimi 3 anni; ho presentato la mia casistica al congresso della società italiana di andrologia ed è in programma di pubblicazione su rivista scientifica.

Cordiali saluti