Afflusso di sangue e possibili danni

Mentre mi masturbo e non solo ho scoperto che contraendo e stringendo le cosce e il muscolo pc il mio pene si gonfia di sangue a dismisura consentendomi erezioni estremamente solide e piacevoli (il glande si gonfia al massimo cosa che mi capitava solo vicino all'eiaculazione) sentivo ai lati della base del pene dove appunto il pene esce dal corpo più verso il pavimento pelvico per intenderci (e dove stringevo le cosce) una pressione discretamente forte ma non dolorosa e sentivo il pene gonfiarsi e rimanere abbondantemente turgido ora è successo che all'improvviso da una volta all'altra sento dolore in quei punti e inoltre quando stringo le cosce è come se non stringessero su niente e il pene non si gonfia più anzi anche in erezione non è duro come prima e il glande non si gonfia allo stesso modo il che oltre a non permettermi più il controllo dell'erezione che finora ho avuto mi fa alquanto preoccupare non riuscendo a capire proprio cosa possa essere successo in quanto ho delle nozioni sull'anatomia del pene ma non capisco proprio il motivo per il quale ora non sento nessuna pressione su quei punti se non dolore (non forte piu un fastidio permanente) la mia ipotesi e che stringendo le cose andassi a comprimere delle vene e quindi mantenessi l'afflusso di sangue al pene ora però non capisco perchè oltre a non mantenere più questo afflusso non sento neppure la pressione nella zona che le cosce stringevano??? sono molto in apprensione sapreste ipotizzare cosa è successo? tornerà tutto come prima col riposo o ho fatto un danno irreparabile(e poi che danno?)? Sono molto spiazzato da questa cosa..
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.8k 1.2k
Gentile lettore,

cosa è veramente successo solo il suo andrologo, dopo attenta valutazione della sua reale situazione clinica, potrà dirglielo e quindi a lui rimandiamo questo suo confuso e complesso problema.

Infatti, in questi casi, senza una valutazione clinica diretta, è impossibile formulare una risposta corretta, cioè capire la causa del suo problema e dare quindi una indicazione su quali passi successivi fare sia a livello diagnostico ma soprattutto terapeutico.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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