Prostatite e tiroidite
Ho 35 anni e faccio putroppo, causa lavoro, un vita sedentaria ma non fumo, non bevo alcolici, cerco di seguire un dieta corretta, bevo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno.
Mi è stata diagnosticata da circa 10 anni una prostatite cronica causata dall'alterazione della flora baterica intestinale.
Sintomi consistenti in fastidi al basso ventre, all'ano e risentimento ai testicoli ma raramente ho avuto problematiche sessuali degne di nota se non un calo della libido.
All'inizio seguii terapie antibiotiche per quasi un anno prima di avere il primo esame colturale dello sperma "pulito".
Il batterio che mi causava la prostatite era il proteus.
Poi ho sempre avuto una minima quantità di stafilococchi nello sperma, considerata non patologica, che non sono mai riuscito a togliere con nessun tipo di antibiotico.
15 mesi fa ho avuto un figlio nonostante lo specialista mi avesse detto che avrei dovuto faticare per averlo.
Due anni fa ho scoperto per caso di avere un tiroidite autoimmune di hashimoto e, sotto prescrizione dell'endocrinologo, seguo terapia con eutirox 75 e ho trovato la giusta dose.
Dopo qualche anno di "pace" prostatica, precisamente un anno fa, ho avuto di nuovo dolori ai testicoli e ho fatto spermiocoltura:
Gardnerella Vaginalis > Rare Colonie
Streptococcus Feacalis > Discrete colonie
carica batterica 37.000
ho fatto terapia antibiotica ( la faccio fare anche a mia moglie sotto consiglio dello specialista) prescritta da mio andrologo in relazione a antibiogramma e rifaccio analisi:
Gardnerella Vaginalis > Rare Colonie
Streptococcus Feacalis > Discrete colonie
carica batterica 11.100
Putroppo per un po di tempo non faccio nessuna cura, un po perchè mi si dice che 11.100 è carica bassa e un po perchè non ne potevo più degli antibiotici, non stavo bene e, mea culpa, ho sottovalutato al situazione.
Faccio analisi di controllo dopo un po di tempo e trovo:
Gardenrella Vaginalis > presente (patogeno)
Staphylococcus Aureus > (patogeno 20.000 CFU/ml)
Streptococcus Feacalis > (patogeno 20.000 CFU/ml)
faccio ancora terapia antibiotica sotto prescrizione dell'andrologo.
Prendo TRIMONASE in un unica soluzione in 4 capsule che a sua detta dovrebbe uccidere tutto e subito.
Per sicurezza potevo ripetere trattamento dopo 8 giorni come da prescrizione.
Lo ripeto, lo faccio la seconda volta, attendo 20 giorni e rifaccio spermiocoltura:
Gardenrella Vaginalis > rare colonie
Escherichia coli > discreti E.coli (e questo da dove salta fuori?)
Streptococcus Feacalis > rari Str. Feacalis
carica baterica 19.000
ho fatto terapia con penicellina per Escherichia coli ma non riesco a mandarlo via e a mandare via gli altri batteri che semrbano moribondi ma fra una terapia e l'altra rinviviscono.
Adesso inizio ad avere sintomi fastidiosi che non avevo mai avuto prima.
Ho come la sensazione che la vescica non si svuoti bene, ho un po di bruciore nell'urinare (anche se nell'urina non ho mai avuto batteri) e lo sperma è in alcune parti troppo liquido e in altre presenta della parti gelatinose più solide che al passaggio nell'uretra mi danno fastidio.
Sono coscente del fatto che putroppo debbo continuare una terapia antibiotica, ma vi chiedo:
1-Il permanere di certi batteri patogeni per circa una anno nella prostata, cosa comportano o cosa compromettono?
2-Come avete letto ho la tiroidite, ho letto che lo stesso agente che ha provocato un'infiammazione della prostata può creare degli anticorpi antitiroide, con conseguente insoregere di tiroidite autoimmune. E' vero?
3-Ho anche letto che per la prostatite cronica ci sono cure alternative e spesso si usano anche supposte di cortisone ma il mio androlgo, se pur facente parte di una equipe rinomata al livello nazionale, mi prescrive solo antibiotico e senza fermenti lattici. Ci sono cure alternative?
Mi è stata diagnosticata da circa 10 anni una prostatite cronica causata dall'alterazione della flora baterica intestinale.
Sintomi consistenti in fastidi al basso ventre, all'ano e risentimento ai testicoli ma raramente ho avuto problematiche sessuali degne di nota se non un calo della libido.
All'inizio seguii terapie antibiotiche per quasi un anno prima di avere il primo esame colturale dello sperma "pulito".
Il batterio che mi causava la prostatite era il proteus.
Poi ho sempre avuto una minima quantità di stafilococchi nello sperma, considerata non patologica, che non sono mai riuscito a togliere con nessun tipo di antibiotico.
15 mesi fa ho avuto un figlio nonostante lo specialista mi avesse detto che avrei dovuto faticare per averlo.
Due anni fa ho scoperto per caso di avere un tiroidite autoimmune di hashimoto e, sotto prescrizione dell'endocrinologo, seguo terapia con eutirox 75 e ho trovato la giusta dose.
Dopo qualche anno di "pace" prostatica, precisamente un anno fa, ho avuto di nuovo dolori ai testicoli e ho fatto spermiocoltura:
Gardnerella Vaginalis > Rare Colonie
Streptococcus Feacalis > Discrete colonie
carica batterica 37.000
ho fatto terapia antibiotica ( la faccio fare anche a mia moglie sotto consiglio dello specialista) prescritta da mio andrologo in relazione a antibiogramma e rifaccio analisi:
Gardnerella Vaginalis > Rare Colonie
Streptococcus Feacalis > Discrete colonie
carica batterica 11.100
Putroppo per un po di tempo non faccio nessuna cura, un po perchè mi si dice che 11.100 è carica bassa e un po perchè non ne potevo più degli antibiotici, non stavo bene e, mea culpa, ho sottovalutato al situazione.
Faccio analisi di controllo dopo un po di tempo e trovo:
Gardenrella Vaginalis > presente (patogeno)
Staphylococcus Aureus > (patogeno 20.000 CFU/ml)
Streptococcus Feacalis > (patogeno 20.000 CFU/ml)
faccio ancora terapia antibiotica sotto prescrizione dell'andrologo.
Prendo TRIMONASE in un unica soluzione in 4 capsule che a sua detta dovrebbe uccidere tutto e subito.
Per sicurezza potevo ripetere trattamento dopo 8 giorni come da prescrizione.
Lo ripeto, lo faccio la seconda volta, attendo 20 giorni e rifaccio spermiocoltura:
Gardenrella Vaginalis > rare colonie
Escherichia coli > discreti E.coli (e questo da dove salta fuori?)
Streptococcus Feacalis > rari Str. Feacalis
carica baterica 19.000
ho fatto terapia con penicellina per Escherichia coli ma non riesco a mandarlo via e a mandare via gli altri batteri che semrbano moribondi ma fra una terapia e l'altra rinviviscono.
Adesso inizio ad avere sintomi fastidiosi che non avevo mai avuto prima.
Ho come la sensazione che la vescica non si svuoti bene, ho un po di bruciore nell'urinare (anche se nell'urina non ho mai avuto batteri) e lo sperma è in alcune parti troppo liquido e in altre presenta della parti gelatinose più solide che al passaggio nell'uretra mi danno fastidio.
Sono coscente del fatto che putroppo debbo continuare una terapia antibiotica, ma vi chiedo:
1-Il permanere di certi batteri patogeni per circa una anno nella prostata, cosa comportano o cosa compromettono?
2-Come avete letto ho la tiroidite, ho letto che lo stesso agente che ha provocato un'infiammazione della prostata può creare degli anticorpi antitiroide, con conseguente insoregere di tiroidite autoimmune. E' vero?
3-Ho anche letto che per la prostatite cronica ci sono cure alternative e spesso si usano anche supposte di cortisone ma il mio androlgo, se pur facente parte di una equipe rinomata al livello nazionale, mi prescrive solo antibiotico e senza fermenti lattici. Ci sono cure alternative?
[#1]
Gentile Utente,
non vi è nessuna relazione fra prostatite e tiroidite cronica di
Hashimoto. Si tratta di due situazioni molto frequenti
e che hanno un decorso molto lungo.
Per quanto attiene alla sua prostatite, purtroppo, spesso queste
infiammazioni hanno un decorso capriccioso con frequenti riacutizzazioni. Ci vuole un pò di pazienza! Se va all'indirizzo
www.giambersio.it troverà una monografia sulle prostatiti scritta
in maniera semplice e chiara per i pazienti che forse potrebbe
esserLe utile per meglio comprendere il problema.
Abbia fiducia nel medico che la segue !
non vi è nessuna relazione fra prostatite e tiroidite cronica di
Hashimoto. Si tratta di due situazioni molto frequenti
e che hanno un decorso molto lungo.
Per quanto attiene alla sua prostatite, purtroppo, spesso queste
infiammazioni hanno un decorso capriccioso con frequenti riacutizzazioni. Ci vuole un pò di pazienza! Se va all'indirizzo
www.giambersio.it troverà una monografia sulle prostatiti scritta
in maniera semplice e chiara per i pazienti che forse potrebbe
esserLe utile per meglio comprendere il problema.
Abbia fiducia nel medico che la segue !
Dr. A. GIAMBERSIO
www.ambulatoriodiandrologia.it
[#2]
Utente
la ringrazio molto anche per la velocità con la quale mi ha risposto.
La prostatite è molto frequente.
Su 100 uomini quanti la hanno?
Le faccio questa domanda perchè quando si hanno questi disturbi se ne parla mal volentieri e quindi forse la prostatite è più presente di quel che si pensa.
Poi non ho capito una cosa: Il permanere di certi batteri patogeni per circa una anno nella prostata, cosa comportano o cosa compromettono?
Devo stare tranquillo?
Ho sentito dire, e spero di sbagliarmi, che la trascuratezza della prostatite porta alla lunga al cancrinoma o all'ipertrofia.
E' vero?
La prostatite è molto frequente.
Su 100 uomini quanti la hanno?
Le faccio questa domanda perchè quando si hanno questi disturbi se ne parla mal volentieri e quindi forse la prostatite è più presente di quel che si pensa.
Poi non ho capito una cosa: Il permanere di certi batteri patogeni per circa una anno nella prostata, cosa comportano o cosa compromettono?
Devo stare tranquillo?
Ho sentito dire, e spero di sbagliarmi, che la trascuratezza della prostatite porta alla lunga al cancrinoma o all'ipertrofia.
E' vero?
[#3]
Gentile Utente,
secondo alcune casististiche infiammazioni della prostata si
riscontrerebbero nel 35 % della popolazione maschile. Quindi si
tratta di una affezione molto frequente.
Il permanere dei batteri per molto tempo nel parenchima ghiandolare non comporta null'altro se non
la mancata soluzione della infezione.
Infine,la presenza di una prostatite non è da mettere in relazione
nè con l'ipertrofia prostatica nè con il carcinoma della prostata.
secondo alcune casististiche infiammazioni della prostata si
riscontrerebbero nel 35 % della popolazione maschile. Quindi si
tratta di una affezione molto frequente.
Il permanere dei batteri per molto tempo nel parenchima ghiandolare non comporta null'altro se non
la mancata soluzione della infezione.
Infine,la presenza di una prostatite non è da mettere in relazione
nè con l'ipertrofia prostatica nè con il carcinoma della prostata.
[#5]
colgo l'occasione per segnalare che dal 10 al 15 marzo ci sarà la settimana di prevenzione andrologica per cui è possibile effettuare visita andrologiche gratuite presso i centri che aderiscono all'iniziativa
basta consultare il sito www.andrologiaitaliana.it consultando i centri che aderiscono
basta consultare il sito www.andrologiaitaliana.it consultando i centri che aderiscono
dr Giuseppe Benedetto
www.giuseppebenedetto.netfirms.com
[#6]
Utente
cari Dott. Benedetto e Dott.Giambersio, ringraziandovi delle risposte e dei consigli che mi avete dato, ci tengo a dire che nei mesi trascorsi dall'ultima vostra risposta,ad oggi, ho potuto interloquire con molte persone affette da prostatite (non siamo pochi) e constatare che molti di questi, direi un numero considerevole, hanno sintomi da malattie autoimmuni.
L'insorgere della malattia autoimmune conseguente a una patologia prostatica cronica, avviene, secondo alcuni, con lo stesso principio per il quale, se non erro (non son un medico ma cerco di informarmi),un'infezione/infiammamzione cronica genitale da chlamidya può causare la sindrome di reiter.
Allo stesso modo sembrerebbe, visti i numerosi casi ormai conclamati, che fosse proprio così.
Molti prostatici hanno dopo anni di prostatite, dei problemi immunitari di vario tipo alle articolazioni, agli occhi e alla tiroide, la POSSIBILE reazione dell'organismo in presenza di infiammazioni croniche pare sia quella di attivare malattie autoimmuni qual'è se non erro la mia tiroidite di Hashimoto.
Con questo non ho affatto la presunzione di contestare nessuno, ne di essere presuntuoso e/o irrispettoso, però ritengo che spesso il malato possa servire meglio di ogni altra cosa, per capire gli sviluppi e i sintomi di certe patologie sulle quali ci sono ancora dei dubbi, proprio perchè certe cose il malato le sente sulla propria pelle e ancor di più quando, diciamo la verità, in certe patologie come le sindromi prostatiche, avete/abbiamo ancora molto molto da imparare e capire, vedasi ad esempio l'ormai dimostrata inefficacia (o efficacia temporanea) delle terapie antibiotiche che alcuni di voi continuano a prescrivere insistentemente nonostante nel caso delle prostatiti croniche batteriche esse non abbiano mai risolto un bel niente.
Se poi siete in grado di smentire categoricamente da medici, quel che affermo, sono ben contento che ciò avvenga.
Ringrazio tutti per la disponibilità.
L'insorgere della malattia autoimmune conseguente a una patologia prostatica cronica, avviene, secondo alcuni, con lo stesso principio per il quale, se non erro (non son un medico ma cerco di informarmi),un'infezione/infiammamzione cronica genitale da chlamidya può causare la sindrome di reiter.
Allo stesso modo sembrerebbe, visti i numerosi casi ormai conclamati, che fosse proprio così.
Molti prostatici hanno dopo anni di prostatite, dei problemi immunitari di vario tipo alle articolazioni, agli occhi e alla tiroide, la POSSIBILE reazione dell'organismo in presenza di infiammazioni croniche pare sia quella di attivare malattie autoimmuni qual'è se non erro la mia tiroidite di Hashimoto.
Con questo non ho affatto la presunzione di contestare nessuno, ne di essere presuntuoso e/o irrispettoso, però ritengo che spesso il malato possa servire meglio di ogni altra cosa, per capire gli sviluppi e i sintomi di certe patologie sulle quali ci sono ancora dei dubbi, proprio perchè certe cose il malato le sente sulla propria pelle e ancor di più quando, diciamo la verità, in certe patologie come le sindromi prostatiche, avete/abbiamo ancora molto molto da imparare e capire, vedasi ad esempio l'ormai dimostrata inefficacia (o efficacia temporanea) delle terapie antibiotiche che alcuni di voi continuano a prescrivere insistentemente nonostante nel caso delle prostatiti croniche batteriche esse non abbiano mai risolto un bel niente.
Se poi siete in grado di smentire categoricamente da medici, quel che affermo, sono ben contento che ciò avvenga.
Ringrazio tutti per la disponibilità.
[#7]
Gentile Utente,
non ci sono evidenze scientifiche, nè epidemiologiche, di una correlazione
tra le prostatiti e la tiroidite di Hashimoto.
Consideri che la tiroidite di Hashimoto è molto frequente
nelle donne (e quindi la prostata è fuori discussione)
ed è molto più rara negli uomini ( e dovrebbe essere
vero il contrario da quello che lei ha riportato).
Con i più cordiali saluti ed auguri di buone feste.
non ci sono evidenze scientifiche, nè epidemiologiche, di una correlazione
tra le prostatiti e la tiroidite di Hashimoto.
Consideri che la tiroidite di Hashimoto è molto frequente
nelle donne (e quindi la prostata è fuori discussione)
ed è molto più rara negli uomini ( e dovrebbe essere
vero il contrario da quello che lei ha riportato).
Con i più cordiali saluti ed auguri di buone feste.
[#8]
Utente
ma infatti io non parlo propriamente di questo ne voglio dimostrare chissà che, io dico solo che moltissimi malati di prostatite cronica, successivamente sviluppano malatie autoimmuni, e questo è un dato di fatto.
La tiroidite di hashimoto è una malattia autoimmune o no?
Penso di si.
La mia vuol essere solo una riflessione di un paziente che purtroppo da dieci anni ha sulla sua pelle la prostatite.
Il sottoscritto è in contatto con moltissime persone affette da questa malattia e molti, guarda caso, hanno sviluppato malattie autoimmuni.
E' un caso?
Mah, ho dei dubbi!!
Al di la del fatto che ciò non costituisce scientificamente una prova, ciò che vi dico dovrebbe essere accolto come un dato che può servire per capire di più questa patologia e arrivare alla guarigione (parlo della prostatite).
grazie a voi
La tiroidite di hashimoto è una malattia autoimmune o no?
Penso di si.
La mia vuol essere solo una riflessione di un paziente che purtroppo da dieci anni ha sulla sua pelle la prostatite.
Il sottoscritto è in contatto con moltissime persone affette da questa malattia e molti, guarda caso, hanno sviluppato malattie autoimmuni.
E' un caso?
Mah, ho dei dubbi!!
Al di la del fatto che ciò non costituisce scientificamente una prova, ciò che vi dico dovrebbe essere accolto come un dato che può servire per capire di più questa patologia e arrivare alla guarigione (parlo della prostatite).
grazie a voi
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 32.1k visite dal 06/03/2008.
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Approfondimento su Prostatite
La prostatite è un'infiammazione della prostata molto diffusa. Si manifesta con bruciore alla minzione, può essere acuta o cronica: tipologie, cause e cura.