Parere su dolore al pene (microtrauma? Nesbit? IPP?)
Gentili medici,
pongo questa domanda sapendo che questo non costituirà una diagnosi ma un semplice parere a distanza sull'eventuale accettabilità della mia ipotesi.
Ho un percorso andrologico molto travagliato: corporoplastica secondo Nesbit nel 1994 (avevo 20 anni, ora 38) per recurvatum congenito con una vistosa curvatura verso il basso che il chirurgo ha ipercorretto. Questo con gli anni mi ha provocato fastidi e un enorme disagio psicologico, dato che sono incapace di rilassarmi completamente durante l'atto sessuale (al tatto si sentono tuttora le cicatrici interne alla base dell'asta).
Negli ultimi 2-3 anni noto delle fitte al pene, avvertibili specialmente a pene flaccido semplicemente toccandolo con un dito anche in zone dove non sono presenti i cercini (si chiamano così le cicatrici di cui parlavo prima?). Queste fitte (è come se sentissi delle punturine) scompaiono dopo un po' di tempo, poi ricompaiono e poi scompaiono nuovamente.
Mi è stato anche diagnosticato un varicocele di terzo grado e una orchite (ho dolori acutissimi se i testicoli vengono toccati normalmente): ci può essere una connessione con le fitte?
Ho subito pensato alla induratio penis plastica ma in effetti:
- il dolore non è présente durante l'erezione e l'eiaculazione
- non ci sono curvature a parte quella indotta dall'intervento del 1994
- non avverto dei noduli sull'asta, a parte le famose cicatrici interne
POTREBBE essere plausibile pensare a ripetuti microtraumi derivati dall'attività sessuale che danno luogo a queste fitte? Da subito dopo l'intervento del 1994 il mio pene è molto rigido e non sopporta i movimenti verso il basso (spesso invece durante i rapporti sento dei fastidi se c'è un movimento eccessivo verso il basso).
Mi sottoporrò a tutti gli accertamenti ecografici necessari, ma, premesso che l'ultima parola l'avrà lo specialista che mi visiterà, vorrei sapere se devo per forza pensare all'ipotesi peggiore (IPP) o se anche la mia ipotesi più "leggera" potrebbe avere un qualche fondamento.
La seconda domanda è: esistono tecniche attuali di "ammorbidimento" delle cicatrici? Evitare di provare quel fastidio alla pressione, sempre presente con l'attività masturbatoria e quando indosso un profilattico, mi renderebbe veramente felice.
Cordiali saluti
pongo questa domanda sapendo che questo non costituirà una diagnosi ma un semplice parere a distanza sull'eventuale accettabilità della mia ipotesi.
Ho un percorso andrologico molto travagliato: corporoplastica secondo Nesbit nel 1994 (avevo 20 anni, ora 38) per recurvatum congenito con una vistosa curvatura verso il basso che il chirurgo ha ipercorretto. Questo con gli anni mi ha provocato fastidi e un enorme disagio psicologico, dato che sono incapace di rilassarmi completamente durante l'atto sessuale (al tatto si sentono tuttora le cicatrici interne alla base dell'asta).
Negli ultimi 2-3 anni noto delle fitte al pene, avvertibili specialmente a pene flaccido semplicemente toccandolo con un dito anche in zone dove non sono presenti i cercini (si chiamano così le cicatrici di cui parlavo prima?). Queste fitte (è come se sentissi delle punturine) scompaiono dopo un po' di tempo, poi ricompaiono e poi scompaiono nuovamente.
Mi è stato anche diagnosticato un varicocele di terzo grado e una orchite (ho dolori acutissimi se i testicoli vengono toccati normalmente): ci può essere una connessione con le fitte?
Ho subito pensato alla induratio penis plastica ma in effetti:
- il dolore non è présente durante l'erezione e l'eiaculazione
- non ci sono curvature a parte quella indotta dall'intervento del 1994
- non avverto dei noduli sull'asta, a parte le famose cicatrici interne
POTREBBE essere plausibile pensare a ripetuti microtraumi derivati dall'attività sessuale che danno luogo a queste fitte? Da subito dopo l'intervento del 1994 il mio pene è molto rigido e non sopporta i movimenti verso il basso (spesso invece durante i rapporti sento dei fastidi se c'è un movimento eccessivo verso il basso).
Mi sottoporrò a tutti gli accertamenti ecografici necessari, ma, premesso che l'ultima parola l'avrà lo specialista che mi visiterà, vorrei sapere se devo per forza pensare all'ipotesi peggiore (IPP) o se anche la mia ipotesi più "leggera" potrebbe avere un qualche fondamento.
La seconda domanda è: esistono tecniche attuali di "ammorbidimento" delle cicatrici? Evitare di provare quel fastidio alla pressione, sempre presente con l'attività masturbatoria e quando indosso un profilattico, mi renderebbe veramente felice.
Cordiali saluti
[#1]
gentile lettore,
condivisibile le riserve per la diagnosi sul suo problema, vista la distanza tra il medico e il paziente.
In tali limiti, le cicatrici della Nesbit possono dar fastidio sul pene ma difficile che possa trattarsi di quelle visto che l'intervento è stato tanto tempo fa.
il dolore/ fastidio sul pene può quindi far pensare a IPP ma non è detto visto che la fibrosi da IPP è molto imprevedibile e ogni quadro clinico è a sè stante.
farà quindi bene a effettuare un controllo andrologico.
solo così ci si avvicina alla terapia più indicata.
ci sono terapie "empiriche " sulle cicatrici che però deve valutare con il medico.
cordialità
condivisibile le riserve per la diagnosi sul suo problema, vista la distanza tra il medico e il paziente.
In tali limiti, le cicatrici della Nesbit possono dar fastidio sul pene ma difficile che possa trattarsi di quelle visto che l'intervento è stato tanto tempo fa.
il dolore/ fastidio sul pene può quindi far pensare a IPP ma non è detto visto che la fibrosi da IPP è molto imprevedibile e ogni quadro clinico è a sè stante.
farà quindi bene a effettuare un controllo andrologico.
solo così ci si avvicina alla terapia più indicata.
ci sono terapie "empiriche " sulle cicatrici che però deve valutare con il medico.
cordialità
Prof. Giovanni Maria Colpi
[#3]
gentile lettore,
ci sono in commercio integratori di antiossidanti e vitamine che non hanno confermato sostanzialmente la "forza statistica" per poterli applicare in tale disturbo.
compreso la terapia che migliorale le erezione che oggi sta confermando le evidenze di impiego in senso "anti-fibrotico".
perciò si valuta tutto con lo specialista.
cordialità
ci sono in commercio integratori di antiossidanti e vitamine che non hanno confermato sostanzialmente la "forza statistica" per poterli applicare in tale disturbo.
compreso la terapia che migliorale le erezione che oggi sta confermando le evidenze di impiego in senso "anti-fibrotico".
perciò si valuta tutto con lo specialista.
cordialità
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.6k visite dal 28/04/2012.
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