Insoddisfazione sessuale

Gentili dottori,
circa 10 anni fa sono stato sottoposto a plastica di raddrizzamento del pene (nesbit corr. pryor) per incurvamento congenito, associata a circoncisione.
Oggi ho una vita sessuale regolare, assolutamente soddisfacente per la mia donna ma non del tutto soddisfacente per me. Alla penetrazione non provo quasi alcuna sensazione di piacere per tutto il corso del coito, fino a poco prima dell'eiaculazione, che è immediatamente seguita da una sensazione di fastidio doloroso al glande, che mi obbliga a interrompere immediatamente qualsiasi movimento che provochi sfregamento.
Il sesso orale, nonostante la grande soddisfazione di tipo emotivo che mi provoca, non mi causa alcuna sensazione di piacere fisico; ciò che avverto è semplicemente il contatto con la pelle del glande. Sicuramente la circoncisione o l'operazione di raddrizzamento ha diminuito la sensibilità del glande, ma non so se questa diminuzione può arrivare fino al punto di renderlo insensibile al piacere.
Ho l'impressione che le uniche parti davvero sensibili del mio pene siano immediatamente sotto il glande nella parte ventrale, in corrispondenza più o meno del frenulo, e alla base dell'asta, sotto lo scroto (punto L?). Sono queste le parti facilmente stimolabili con la masturbazione manuale, che (purtroppo) mi provoca un piacere immensamente superiore a quello della penetrazione (anche perché non prevede stimolazione diretta del glande).
D'altra parte poiché prima dell'operazione non avevo mai avuto rapporti sessuali, non ho un metro di paragone.
Un andrologo consultato mi ha recentemente detto che il piacere è una questione mentale e che quindi dovrei rivolgermi a uno psicosessuologo; per cui non mi ha prescritto alcun altro esame. Lungi da me il sottovalutare l'importanza di questo, ma non sono troppo soddisfatto: vivo una vita sessuale comunque soddisfacente, senza ansie e con la consapevolezza di rendere felice la mia compagna. Ma è lei stessa a farmi notare come il mio modo di descrivere il piacere e la mai reazione al sesso orale sia diversa da quella di tutti gli altri che ha conosciuto. Da quello che sento raccontare, mi pare che provare un piacere molto effimero della durata di pochissimi istanti seguiti da un fastidio, e non poter raggiungere l'orgasmo con la stimolazione orale, non sia troppo normale. Tutto ciò mi pare legato a una motivazione fisiologica, e non a qualche tara psicologica.
Vorrei sapere che cosa ne pensate e se esistono esami clinici in grado di escludere o confermare una causa psicologica, valutando la funzionalità di tutto l'organo.
Grazie
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
Caro lettore,

una delle "complicanze" legate agli interventi di corporoplastica ed in particolare dell'intervento di Nesbit, è quello di poter ledere le terminazioni nervose, sensitive, che decorrono nelle fasce pericavernose determinando una insensibilità del glande o della parte del pene distale rispetto alla corporoplastica.
Purtroppo se questo viene a verificarsi non esistono soluzioni terapeutiche.
E' chiaro che molti pazienti si ritensono assolutamente soddisfatti dall'aver corretto un incurvamento che magari poteva impedire la penetrazione e accettano tranquillamente il fatto di avere una sensibilità tattile o cutanea ridotta, sentendosi comunque gratificati dalla possibilità penetrativa e dal piacere "globale" del rapporto sessuale.
Cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#2]
Utente
Utente
Gentile dottore,
La ringrazio per la risposta. È quello che io pensavo, in quanto non ero per niente convinto della spiegazione "psicologica". Naturalmente, come Lei dice, sono gratificato dalla possibilità penetrativa che prima non avevo, ma volevo cercare di capire il perché di alcune stranezze.
Immaginavo però che esistesse qualche esame che permettesse di confermare o escludere la lesione di queste terminazioni sensitive, di modo da poter essere sicuro ed evitare di perder tempo con lo psicosessuologo.
Grazie
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Caro lettore ,
un tentativo diagnostico in questo senso potrebbe essere l'esecuzione di alcune valutazioni neurofisiologiche come i potenziali evocati sacrali e la determinazione della velocità del nervo pudendo. Le consiglio per questo di riconsultare il suo andrologo. Se posso poi aggiungere un altro consiglio a quelli già dati e se desidera avere più informazioni dettagliate su queste tematiche può anche consultare l’articolo pubblicato sul nostro sito e visibile all'indirizzo:
https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/184-quando-l-erezione-e-difficile-o-non-c-e-che-cosa-fare.html alla parte in cui si trattano soprattutto le tematiche neurologiche.
Un cordiale saluto .

Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
www.centromedicocerva.it


Giovanni Beretta M.D.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 16.1k 474
Caro lettore,

mi dispiace non essere d'accordo con il dottor Beretta ( che stimo)ma, a mia esperienza, le valutazioni neurologiche che in passato venivano usate molto spesso per cercare di capire "qualcosa" rispetto ai meccanismi erettili che non ereno perettamente noti, hanno scarsissima utilità diagnostica e del tutto nulla quella terapeutica.Tanto più in un caso come il suo.
le percezioni soggettive sono più che valide
cari saluti
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Utente
Utente
Carissimi dottori,
i potenziali evocati sacrali e la determinazione della velocità del nervo pudendo servirebbero ad evidenziare qualche malfunzionamento neurologico? Perché io vedo che solitamente vengono associati alla cura delle disfunzioni erettili, mi pare.
Naturalmente, se non ci fosse cura per il mio caso (come diceva il dott. Pozza), a questo punto posso anche evitare di fare esami che non porterebbero a nulla.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.7k 1.2k
Caro lettore,
le valutazioni neurologiche che le ho indicato hanno appunto la finalità di escludere un problema neurologico su base somato-sentitiva (cioè disturbi del senso e dei riflessi da questi scatenati) e di converso , vista la vicinanza delle strutture nervose, anche su base viscero-viscerali (cioè detto in modo più semplice ,anche se non è proprio così, tra organi e strutture "interne"). Queste indagini,e qui ha ragione il collega Pozza, non servono per il momento ad impostare poi una terapia specifica ma ad evitarne altre inutili , se c'è chiaramente un problema di tipo neurologico.
Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org


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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
credo che una valutazione complessiva sia necessaria nel suo caso: si rivolga pertanto ad un Andrologo e ad un Sessuologo che siano nella possibilità di darle una risposta univoca al suo quesito.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com