Fibrosi peniena da ipp : dispositivi a vuoto o laserterapia
Soffro di Ipp da circa 8 anni e la mia malattia è progredita malgrado le varie terapie orali alle quali mi sono sottoposto.
In breve la mia erezione è progressivamente peggiorata in questi anni , assieme al calo dimensionale e ora non ho più una erezione valida che mi consente di penetrare .
Dopo qualche anno tentando di abituarmi a questa condizione mi sono accorto di non riuscire a reggere: il desiderio sessuale e quello affettivo sono ancora molto forti e vorrei davvero fare qualcosa per poter iniziare una relazione, anche sessuale , che sia accettabile.
Un pene ridotto di dimensioni ( di 4-5 cm) è umiliante ma mi dicono che la vagina si adatta.
Il problema è il deficit erettile.
Il pene facilmente diventa tumescente ma l'erezione , difficoltosa da ottenere , è gommosa e dura pochi secondi.
Un dispositivo a vuoto potrebbe essere utile a scopo curativo? Cioè forzando una erezione pensando che forse avrei potuto contrastare la sclerosi del tessuto cosi , utilizzandolo regolarmente e con l'aiuto del trimix nel momento di avere un rapporto ,potrei recuperare una erezione sufficente ad un rapporto completo e sentirmi quasi un uomo normale.
La laserterapia potrebbe essere di una qualche utilità? Ho letto cose contrastanti: il laser sfiammerebbe l'area ma incrementerebbe la produzione di collagene. Ci sono degli studi scientifici seri in merito all'uso del laser ?
Un operatore promette grandi risultati ma mi pare ci sia solo lui ad adoperarlo, se fosse molto efficace sarebbe usato da tutti , o no?
In America è stato pubblicato uno studio su una metodica congiunta di uso di collegenasi ed estensore penieno ( che personalmente reputavo pericolossisimo , specie nel caso dell'ipp) ; a che punto siamo in Italia nella terapia di questa schifosa malattia, invalidante anche sul piano psicologico?
Vi ringrazio per l'attenzione.
In breve la mia erezione è progressivamente peggiorata in questi anni , assieme al calo dimensionale e ora non ho più una erezione valida che mi consente di penetrare .
Dopo qualche anno tentando di abituarmi a questa condizione mi sono accorto di non riuscire a reggere: il desiderio sessuale e quello affettivo sono ancora molto forti e vorrei davvero fare qualcosa per poter iniziare una relazione, anche sessuale , che sia accettabile.
Un pene ridotto di dimensioni ( di 4-5 cm) è umiliante ma mi dicono che la vagina si adatta.
Il problema è il deficit erettile.
Il pene facilmente diventa tumescente ma l'erezione , difficoltosa da ottenere , è gommosa e dura pochi secondi.
Un dispositivo a vuoto potrebbe essere utile a scopo curativo? Cioè forzando una erezione pensando che forse avrei potuto contrastare la sclerosi del tessuto cosi , utilizzandolo regolarmente e con l'aiuto del trimix nel momento di avere un rapporto ,potrei recuperare una erezione sufficente ad un rapporto completo e sentirmi quasi un uomo normale.
La laserterapia potrebbe essere di una qualche utilità? Ho letto cose contrastanti: il laser sfiammerebbe l'area ma incrementerebbe la produzione di collagene. Ci sono degli studi scientifici seri in merito all'uso del laser ?
Un operatore promette grandi risultati ma mi pare ci sia solo lui ad adoperarlo, se fosse molto efficace sarebbe usato da tutti , o no?
In America è stato pubblicato uno studio su una metodica congiunta di uso di collegenasi ed estensore penieno ( che personalmente reputavo pericolossisimo , specie nel caso dell'ipp) ; a che punto siamo in Italia nella terapia di questa schifosa malattia, invalidante anche sul piano psicologico?
Vi ringrazio per l'attenzione.
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Caro Utente,pur rispettando la Sua malattia (se correttamente diagnosticata...)ritengo doveroso pormi la domanda se le terapie cui accenna siano state consigliate da uno specialista "esperto" o se,viceversa,siano il frutto di un faidate mediatico che,Le assicuro,non farebbe altro che aumentare la Sua frustazione.Considerare l'impiego della laser terapia,degli estensori,del trimix,nonché del collagene mi fa pensare ad una consolidata confusione che certamente non aiuterebbe all'nstaurarsi di una relazione "anche sessuale"...Consulti un andrologo esperto che tracci una via che non necessariamente si sposi con il Suo pensiero in merito.Auguri sinceri.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
[#2]
Caro lettore,
una IPP a 38 anni richiede soluzioni terapeutiche adeguate e "concrete".
La laser terapia, a parte alcuni feventi sostenitori, non è mai stata dimostrata procedura capace di modificare la fibrosi albuginea e cavernosa. (In genere fa bene solo a chi la propone ed effettua !!)
Il problema della insufficienza erettile che quasi sempre consegue alla fibrosi cavernosa deve trovare soluzioni pratiche mediante utilizzo di farmaci orali, iniezioni intracavernose ( PGE1-Bimix-Trimix) o finanche soluzioni chirurgiche che poi sono la soluzione, a mio parere, migliore.
Non si disperi ma consulti uno specialista che possa "muoversi" sui tre fronti terapeutici e le possa consigliare il migliore
cari saluti
una IPP a 38 anni richiede soluzioni terapeutiche adeguate e "concrete".
La laser terapia, a parte alcuni feventi sostenitori, non è mai stata dimostrata procedura capace di modificare la fibrosi albuginea e cavernosa. (In genere fa bene solo a chi la propone ed effettua !!)
Il problema della insufficienza erettile che quasi sempre consegue alla fibrosi cavernosa deve trovare soluzioni pratiche mediante utilizzo di farmaci orali, iniezioni intracavernose ( PGE1-Bimix-Trimix) o finanche soluzioni chirurgiche che poi sono la soluzione, a mio parere, migliore.
Non si disperi ma consulti uno specialista che possa "muoversi" sui tre fronti terapeutici e le possa consigliare il migliore
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#3]
Ex utente
Gia rispetto all'epoca in cui scrissi questo messaggio , la situazione è drasticamente peggiorata.
Non so il motivo;forse una modesta eccitazione è stata sufficiente ad innescare una nuova esplosione di fibrosi?
Il pene non si espande più e sembra fatto di plastilina.
La mia intenzione , prima di crollare del tutto anche psicologicamente è di fare almeno un tentativo terapeutico.
Ora,se non ho capito male, l'esame che ogni buon urologo prescrive è l'ecodoppler , anche in vista di una operazione protesica che ora non prendo in considerazione per mancanza di una partner . E' opportuno che faccia subito l'ecodoppler e con quello vada da un andrologo ?
Se per caso il referto non mostrasse una situazione tragica come quella dei sintomi, dovrei fare una risonanza magnetica ?
Un altro problema , correlato alla malattia ,è che ho vissuto questi anni di infermità in sostanziale isolamento e depressione e spesso mi sono sentito rinfacciare che non avrei niente perchè l'ecografia "non mostrava niente" ed infatti l'ultima , risalente al 2004 non mostrava alterazioni emodinamiche significative ma solo una "transriflettività" dell'albuginea.
L'idea che a 30-35 anni si possa diventare impotenti in questo modo è inaccettabile e i miei tentativi di spiegare perchè non esco la sera come prima finisco prima o poi in furiose litigate notturne , una situazione da incubo veramente.
Sarebbe possibile ottenere, a scopo informativo , nero su bianco e senza ambiguità un documento tipo :" fibrosi peniena diffusa non compatibile con capacità erettiva e attività sessuale, situazione intrattabile ." cosi da potere, una volta per tutte (almeno) almeno far capire come sia stata una simile infermità, del tutto imprevedibile e incurabile (inutili tutti i farmaci che ho preso) a provocare danni emotivi (perchè non sono più un vero uomo, diciamocelo francamente , è ovvio che il carattere ne risenta) E NON IL CONTRARIO?
Qualcosa tipo un certificato medico legale, una dichiarazione da parte di un andrologourologo competente.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Non so il motivo;forse una modesta eccitazione è stata sufficiente ad innescare una nuova esplosione di fibrosi?
Il pene non si espande più e sembra fatto di plastilina.
La mia intenzione , prima di crollare del tutto anche psicologicamente è di fare almeno un tentativo terapeutico.
Ora,se non ho capito male, l'esame che ogni buon urologo prescrive è l'ecodoppler , anche in vista di una operazione protesica che ora non prendo in considerazione per mancanza di una partner . E' opportuno che faccia subito l'ecodoppler e con quello vada da un andrologo ?
Se per caso il referto non mostrasse una situazione tragica come quella dei sintomi, dovrei fare una risonanza magnetica ?
Un altro problema , correlato alla malattia ,è che ho vissuto questi anni di infermità in sostanziale isolamento e depressione e spesso mi sono sentito rinfacciare che non avrei niente perchè l'ecografia "non mostrava niente" ed infatti l'ultima , risalente al 2004 non mostrava alterazioni emodinamiche significative ma solo una "transriflettività" dell'albuginea.
L'idea che a 30-35 anni si possa diventare impotenti in questo modo è inaccettabile e i miei tentativi di spiegare perchè non esco la sera come prima finisco prima o poi in furiose litigate notturne , una situazione da incubo veramente.
Sarebbe possibile ottenere, a scopo informativo , nero su bianco e senza ambiguità un documento tipo :" fibrosi peniena diffusa non compatibile con capacità erettiva e attività sessuale, situazione intrattabile ." cosi da potere, una volta per tutte (almeno) almeno far capire come sia stata una simile infermità, del tutto imprevedibile e incurabile (inutili tutti i farmaci che ho preso) a provocare danni emotivi (perchè non sono più un vero uomo, diciamocelo francamente , è ovvio che il carattere ne risenta) E NON IL CONTRARIO?
Qualcosa tipo un certificato medico legale, una dichiarazione da parte di un andrologourologo competente.
Vi ringrazio per l'attenzione.
[#4]
Caro lettore,
posso capire il suo sconforto ma non posso che ribadirle i consigli già espressi, cerchi su www.erezione.org qualche informazione
cari saluti
posso capire il suo sconforto ma non posso che ribadirle i consigli già espressi, cerchi su www.erezione.org qualche informazione
cari saluti
[#5]
Ex utente
Conosco bene il suo sito dottor Pozza;
tempo di sistemare alcune faccende lavorative e prenderò un appuntamento.
Un intervento , se non sbaglio il ssn non lo passa, è un evento impegnativo, sia economicamente sia fisicamente e psicologicamente e deve essere programmato in anticipo.
Però vorrei sapere se è meglio fare prima l'ecodoppler in modo da evitare una visita inutile e se è è comunque possibile farmi rilasciare una dichiarazione che certifichi, una volta per tutte, il mio stato di invalidità.
E sancisca , nero su bianco, che non vi è nulla di psicologico dietro?
Oltre che questa menomazione , mi ritrovo anche a combattere per spiegare , alle persone che mi sono vicine, che il mio atteggiamento "pessimistico" e "impacciato" è dovuto a cause oggettive ; una fibrosi peniena alla mia età devasterebbe l'animo a chiunque.
Purtroppo la cultura della malattia "psicosmatica" tanto in voga nei decenni passati è ancora presente e io ho subito , oltre alla infermità anche anche il carico di essere stato "responsabilizzato" del mio stato di salute.
L'enfasi che pongo su questa strana richiesta può suscitare perplessità e vorrei aggiungerci una nota:
Mentre una operazione è comunque parte di un iter molto complesso che non inizia e finisce il giorno stesso dell'operazione; invece la "certificazione" ,che servirebbe a me per ottenere un minimo di chiarezza con i miei familiari , davvero non richiederebbe più di 10 minuti e mi consentirebbe di affrontare l'iter chirurgico con maggiore serenità .
Saluti
tempo di sistemare alcune faccende lavorative e prenderò un appuntamento.
Un intervento , se non sbaglio il ssn non lo passa, è un evento impegnativo, sia economicamente sia fisicamente e psicologicamente e deve essere programmato in anticipo.
Però vorrei sapere se è meglio fare prima l'ecodoppler in modo da evitare una visita inutile e se è è comunque possibile farmi rilasciare una dichiarazione che certifichi, una volta per tutte, il mio stato di invalidità.
E sancisca , nero su bianco, che non vi è nulla di psicologico dietro?
Oltre che questa menomazione , mi ritrovo anche a combattere per spiegare , alle persone che mi sono vicine, che il mio atteggiamento "pessimistico" e "impacciato" è dovuto a cause oggettive ; una fibrosi peniena alla mia età devasterebbe l'animo a chiunque.
Purtroppo la cultura della malattia "psicosmatica" tanto in voga nei decenni passati è ancora presente e io ho subito , oltre alla infermità anche anche il carico di essere stato "responsabilizzato" del mio stato di salute.
L'enfasi che pongo su questa strana richiesta può suscitare perplessità e vorrei aggiungerci una nota:
Mentre una operazione è comunque parte di un iter molto complesso che non inizia e finisce il giorno stesso dell'operazione; invece la "certificazione" ,che servirebbe a me per ottenere un minimo di chiarezza con i miei familiari , davvero non richiederebbe più di 10 minuti e mi consentirebbe di affrontare l'iter chirurgico con maggiore serenità .
Saluti
[#6]
Gentile lettore,
alcune osservazioni sulla sua situazione.
-L'eventuale ecocolordoppler è bene che lo faccia direttamente l'Andrologo che la seguirà, quindi non si preoccupi di farlo prima;
-una certificazione del suo stato ritengo la possa tranquillamente richiedere all'andrologo che la valuterà, dopo che lo stesso avrà completato l'iter diagnostico.
-La componente psicologica/emotiva, anche se esclusivamente secondaria al problema di difficoltà di erezione, vale la pena di considerarla nell'ambito terapeutico, naturalmente in parallelo a terapia mirata a risolvere il problema della qualità dell'erezione.
alcune osservazioni sulla sua situazione.
-L'eventuale ecocolordoppler è bene che lo faccia direttamente l'Andrologo che la seguirà, quindi non si preoccupi di farlo prima;
-una certificazione del suo stato ritengo la possa tranquillamente richiedere all'andrologo che la valuterà, dopo che lo stesso avrà completato l'iter diagnostico.
-La componente psicologica/emotiva, anche se esclusivamente secondaria al problema di difficoltà di erezione, vale la pena di considerarla nell'ambito terapeutico, naturalmente in parallelo a terapia mirata a risolvere il problema della qualità dell'erezione.
Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 10.2k visite dal 24/12/2007.
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Approfondimento su Disfunzione erettile
La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?