Il minimo dubbio ero agitatissimo
Salve, sono un ragazzo di 23 anni, due anni fa ho avuto le mie prime esperienze sessuali con la mia ragazza. La prima volta non sono riuscito ad avere un'erezione e così per un po' di volte, senza il minimo dubbio ero agitatissimo e col passare dei tentativi l'agitazione cresceva. Fattostà che non ho tardato a rivolgermi ad un andrologo il quale mi ha effettuato un ecocolor doppler per valutare l'afflusso di sangue nei corpi cavernosi. Il dottore ha escluso problemi in tal senso benchè in una vena l'afflusso a quanto ho capito non era molto alto, e mi ha diagnosticato ansia da prestazione. Per superare quest'ansia ho usato viagra e cialis. Il risultato è stato ottimo. Ogni tanto provavo a farlo senza medicinali finchè finalmente sono riuscito ad eliminare il problema. Devo dire che la mia ragazza mi è sempre stata a fianco con notevole comprensione. Quando siamo riusciti a farlo aveva iniziato a prendere la pillola eliminando parte del problema che consisteva nell'inserire il preservativo. A distanza di 2 annetti devo però dire che l'erezione non la considero soddisfacente. Capita raramente ed a periodi di non riuscire ad averne(la classica cilecca) ma tuttavia capità più di frequente di non averne abbastanza. In queste circostanze durante il rapporto infatti il pene perde un po' di erezione per poi riacquistarla nei momenti finali(prima dell'orgasmo). Col tempo sono riuscito ad ovviare al problema con spinte molto rapide, ma se rallento per cercare di allungare il rapporto il problema su citato si presenta. Si presenta anche se volendo cambiare posizione questo non avviene in un tempo particolarmente breve, altrimenti mi viene impossibile proseguire la penetrazione se non con lei sotto, dove anche se il pene non è al massimo non ci sono problemi. Il problema si presenta anche se non inizio la penetrazione non dico appena eccitato ma abbastanza presto.
Ho maturato l'intenzione di scrivervi oggi, in quanto in questi ultimi giorni non sono riuscito ad avere una erezione. Specifico però che la mattina l'ho avuta pienamente completa.
Aggiungo che ho subito intorno ai 18 anni un intervento per varicocele. Potrebbe aver causato problemi? Mi consigliate di fare qualche altro esame?
Ho maturato l'intenzione di scrivervi oggi, in quanto in questi ultimi giorni non sono riuscito ad avere una erezione. Specifico però che la mattina l'ho avuta pienamente completa.
Aggiungo che ho subito intorno ai 18 anni un intervento per varicocele. Potrebbe aver causato problemi? Mi consigliate di fare qualche altro esame?
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caro ragazzo, penso che la diagnosi fatta dal suo urolgo fosse corretta ovviamente ora a distanza di due anni se ritiene che la sua sintomatologia sia ancora presente, è consigliabile una nuova visita.
cordiali saluti
Dott. Giuseppe Quarto
www.prevenzioneprostata.com
cordiali saluti
Dott. Giuseppe Quarto
www.prevenzioneprostata.com
Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#2]
Caro lettore,
spesso soggetti anche giovani che soffrono o hanno sofferto di una patologia venosa ( varicocele)possono accusare disturbi carico della propria erezione nel senso di non riuscire ad ottenere una buona rigidità se non durante una stimolazione manuale continua e nella difficoltà a mantenerla salvo l'uso di particolari manovre muscolari o posizioni. In pratica potrebbe essere presente una Disfunzione Veno Occlusiva Cavernosa. L'uso del Viagra e Cialis che fanno aumentare l'afflusso arterioso ai corpi cavernosi può compensare momentaneamente o definitivamente tale situazione.
Se i problemi, però, persistono vale la pena di riconsultare uno specialista
cari saluti
spesso soggetti anche giovani che soffrono o hanno sofferto di una patologia venosa ( varicocele)possono accusare disturbi carico della propria erezione nel senso di non riuscire ad ottenere una buona rigidità se non durante una stimolazione manuale continua e nella difficoltà a mantenerla salvo l'uso di particolari manovre muscolari o posizioni. In pratica potrebbe essere presente una Disfunzione Veno Occlusiva Cavernosa. L'uso del Viagra e Cialis che fanno aumentare l'afflusso arterioso ai corpi cavernosi può compensare momentaneamente o definitivamente tale situazione.
Se i problemi, però, persistono vale la pena di riconsultare uno specialista
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#3]
Ex utente
Gentili dottori, considerando che con l'esperienza riesco ad ovviare al problema e ad avere rapporti pienamente soddisfacenti per me e la partner, tuttavia mi sento un po' limitato. A parte l'utilizzo dei noti farmaci non esistono altri rimedi? Non vorrei affidarmi a questi onde evitare di abituarmici. Devo comunque confessare che i rapporti non li vivo mai in maniera del tutto rilassata ma sempre con una certa frenesia per via della paura di rilassarmi e perdere l'eccitazione. Potrebbe essere un problema psicologico rimasto inalterato in questi anni o questa paura è la conseguenza dell'effettivo problema? Per avere un quadro più completo allego il referto dell'ecocolor doppler fatto.
Mi consigliate una nuova visita? In particolare considerando che non hai mai fatto altri esami a livello urologico, vista l'età è il caso di fare un controllo generale? E se si che esami consigliate?
Grazie mille
Saluti
Referto:
Corpi cavernosi e corpo spongioso con ecostruttura regolare.
Nella norma lo spessore e il decorso della fascia di Buck e dell'albuginea.
Arterie cavernose di calibro regolare.
Dopo iniezione intracavernosa di 10 mg di PGE1 si osserva accentuazione dell'ecogenicità dei corpi cavernosi e aumento del calibro delle arterie cavernose (destra 1.0 mm, sinistra 1.5 mm).
Circolazione arteriosa regolare; si segnala tachicardia; il paziente è agitato.
Art.cav.destra: picco sistolico 35 cm/s - picco telediastolico dopo 20' 8cm/s - IR 0.7
Art.cav.sinistra: picco sistolico 51 cm/s - picco telediastolico dopo 20' 8cm/s - IR 0.8
Regolare il decorso e la distribuzione delle arterie elicine esaminate con il power doppler.
Circolazione venosa regolare.
CONCLUSIONI
Regolare afflusso arterioso. Lievi segni di deficit veno-occlusivo secondaria ad ansia da prestazione.
Mi consigliate una nuova visita? In particolare considerando che non hai mai fatto altri esami a livello urologico, vista l'età è il caso di fare un controllo generale? E se si che esami consigliate?
Grazie mille
Saluti
Referto:
Corpi cavernosi e corpo spongioso con ecostruttura regolare.
Nella norma lo spessore e il decorso della fascia di Buck e dell'albuginea.
Arterie cavernose di calibro regolare.
Dopo iniezione intracavernosa di 10 mg di PGE1 si osserva accentuazione dell'ecogenicità dei corpi cavernosi e aumento del calibro delle arterie cavernose (destra 1.0 mm, sinistra 1.5 mm).
Circolazione arteriosa regolare; si segnala tachicardia; il paziente è agitato.
Art.cav.destra: picco sistolico 35 cm/s - picco telediastolico dopo 20' 8cm/s - IR 0.7
Art.cav.sinistra: picco sistolico 51 cm/s - picco telediastolico dopo 20' 8cm/s - IR 0.8
Regolare il decorso e la distribuzione delle arterie elicine esaminate con il power doppler.
Circolazione venosa regolare.
CONCLUSIONI
Regolare afflusso arterioso. Lievi segni di deficit veno-occlusivo secondaria ad ansia da prestazione.
[#4]
caro lettore,
spesso una patologia da Disfunzione Veno Occlusiva si accompagna da uno stato di incertezza, ansia, addirittura panico che inducono l'organismo a produrre neurotrasmettitori che possono avere effetti contrastanti sul sistema arterioso pelvico, complicando l'erezione.
E' importante in tali situazioni essere calmi e sereni, non vedere il rapporto sessuale con una prova di esame da dover superare a "pieni voti", non cercare il rapporto sessuale come una dimostrazione di "potenza" ma solo come manifestazione di piacere fisico ed emozionale che coinvolga e gratifichi AMBEDUE i membri della coppia.
Se persiste il problema, riconsulti uno specialista
cari saluti
spesso una patologia da Disfunzione Veno Occlusiva si accompagna da uno stato di incertezza, ansia, addirittura panico che inducono l'organismo a produrre neurotrasmettitori che possono avere effetti contrastanti sul sistema arterioso pelvico, complicando l'erezione.
E' importante in tali situazioni essere calmi e sereni, non vedere il rapporto sessuale con una prova di esame da dover superare a "pieni voti", non cercare il rapporto sessuale come una dimostrazione di "potenza" ma solo come manifestazione di piacere fisico ed emozionale che coinvolga e gratifichi AMBEDUE i membri della coppia.
Se persiste il problema, riconsulti uno specialista
cari saluti
[#5]
Gentile Utente,
io credo che il nocciolo della questione sia l'aspetto psicologico che contraddistingue la Sua attuale esperienza di vita sessuale e di relazione. E' pur vero che talvolta il deficit erettivo può essere ascrivibile ad un mancato o difficoltoso "sequestro" del sangue nei corpi cavernosi durante l’eccitamento e l’attività sessuale. E’ quella che comunemente viene definita “disfunzione veno-occlusiva” (DVOC, o "fuga venosa"). Ma davvero non credo che nel Suo caso questo aspetto sia attivo e preponderante.
La disfunzione erettile di tipo veno-occlusivo è in genere dovuta alla formazione di larghi canali venosi capaci di drenare i corpi cavernosi, oppure può essere causata da fatti degenerativi della tonaca albuginea (ad esempio per malattia di Peyronie, età avanzata, diabete), da alterazioni strutturali dell’endotelio o del muscolo liscio cavernoso, da un rilasciamento inadeguato del muscolo liscio trabecolare, oppure da “deviazioni” intese come sequele di precedenti interventi chirurgici penieno.
Tradizionalmente queste forme di DE sono sempre state racchiuse tra quelle che potevano trovare giovamento da un trattamento chirurgico (legatura delle vene, “plissettaggio” dell’albuginea), teso ad aumentare la resistenza venosa ed impedire la dispersione pressoria, indispensabile come ben noto per il normale evolversi del meccanismo dell’erezione.
Secondo la maggior parte degli Autori esperti dell'argomento tutti questi interventi chirurgici sono praticamente fallimentari, secondo altri possono risolvere il disturbo ma solo temporaneamente, secondo altri ancora, in verità pochissimi, sarebbe una terapia ottimale (ma si trattava davvero di una disfunzione veno-occlusiva?).
Il mio consiglio è quello di rivolegersi ad un Collega psicosessuologo, senza trascurare l'aiuto positivo che già fin da ora ha ottenuto dal Collega Andrologo. Insomma si tratta di porcedere di pari passo.
Ci tenga informati se lo ritiene utile ed opportuno.
Auguri affettuosi per la pronta risoluzione del problema ed auguri per un sereno Natale ed un felicissimo Nuovo Anno.
Un cordialissimo saluto.
Prof. Giovanni MARTINO
io credo che il nocciolo della questione sia l'aspetto psicologico che contraddistingue la Sua attuale esperienza di vita sessuale e di relazione. E' pur vero che talvolta il deficit erettivo può essere ascrivibile ad un mancato o difficoltoso "sequestro" del sangue nei corpi cavernosi durante l’eccitamento e l’attività sessuale. E’ quella che comunemente viene definita “disfunzione veno-occlusiva” (DVOC, o "fuga venosa"). Ma davvero non credo che nel Suo caso questo aspetto sia attivo e preponderante.
La disfunzione erettile di tipo veno-occlusivo è in genere dovuta alla formazione di larghi canali venosi capaci di drenare i corpi cavernosi, oppure può essere causata da fatti degenerativi della tonaca albuginea (ad esempio per malattia di Peyronie, età avanzata, diabete), da alterazioni strutturali dell’endotelio o del muscolo liscio cavernoso, da un rilasciamento inadeguato del muscolo liscio trabecolare, oppure da “deviazioni” intese come sequele di precedenti interventi chirurgici penieno.
Tradizionalmente queste forme di DE sono sempre state racchiuse tra quelle che potevano trovare giovamento da un trattamento chirurgico (legatura delle vene, “plissettaggio” dell’albuginea), teso ad aumentare la resistenza venosa ed impedire la dispersione pressoria, indispensabile come ben noto per il normale evolversi del meccanismo dell’erezione.
Secondo la maggior parte degli Autori esperti dell'argomento tutti questi interventi chirurgici sono praticamente fallimentari, secondo altri possono risolvere il disturbo ma solo temporaneamente, secondo altri ancora, in verità pochissimi, sarebbe una terapia ottimale (ma si trattava davvero di una disfunzione veno-occlusiva?).
Il mio consiglio è quello di rivolegersi ad un Collega psicosessuologo, senza trascurare l'aiuto positivo che già fin da ora ha ottenuto dal Collega Andrologo. Insomma si tratta di porcedere di pari passo.
Ci tenga informati se lo ritiene utile ed opportuno.
Auguri affettuosi per la pronta risoluzione del problema ed auguri per un sereno Natale ed un felicissimo Nuovo Anno.
Un cordialissimo saluto.
Prof. Giovanni MARTINO
Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it
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Approfondimento su Disfunzione erettile
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