Un urologo che mi ha praticato una frenuloplastica
Durante un rapporto sessuale ho subito la rottura del frenulo. Preciso di essere stato circonciso in tenera età. Fermato il sangue (modesto) con ghiaccio, ho atteso qualche giorno per scoprire che non potevo più avere rapporti senza dolore, dovuto alla parte del frenulo bassa, rimasta troppo corta e poco elastica, all'altezza della base del glande. Ho quindi contattato un urologo che mi ha praticato una frenuloplastica in ambulatorio (pomata anestetica, elettrobisturi, sanguinamento scarso, nessun dolore, due punti di sutura). Nel post intervento non ho avvertito dolore quasi per niente. Nessun sanguinamento neppure dai punti. Al secondo giorno ho medicato con tintura di iodio (forse eccedendo) e dopo un giorno ho avvertito bruciore ed ho notato un vistoso arrossamento, quasi una screpolatura del glande nella parte bassa, vicina alla ferita. Ho contattato l'urologo che mi ha detto di sospendere la tintura e di applicare cortison chemicetina. Dopo 24 h e due applicazioni di cortison va già meglio. E' ancora presente modesto dolore (non so ancora se dovuto alla ferita o all'arrossamento) a quasi 5 giorni post intervento. Vorrei sapere quanto ancora usare la cortison, quando fare togliere i punti (8gg?) o se aspettare che cadano da soli (è meglio??) e soprattutto quando è possibile ricominciare ad avere normali rapporti ed eventualmente con quali cautele. Soprattutto poi, è possibile che l'intervento non abbia risolto il mio problema, che insomma il frenulo sia rimasto corto e che io possa ancora provare dolore e difficoltà nella penetrazione??? Preciso che al momento dell'intervento l'urologo mi ha del tutto rassicurato specificandomi di avere inciso quanto più possibile fino alla base del glande, per lasciare quanto più margine possibile (tenuto presente che chiaramente durante l'intervento gli effetti dell'erezione si possono solo immaginare.....e non verificare....è questo ciò che mi preoccupa più di tutto....).
Grazie dell'attenzione.
Grazie dell'attenzione.
[#1]
Ma è possibile che tutte queste domande non riesca a farle alla persona a cui ha affidato la cura della sua salute sessuale , cioè all'urologo che l'ha operata ?
A mio parere , non è compito di questo forum fornire notizie relative al decorso post operatorio di un intervento effettuato da un altro collega almeno per deontologia professionale !!!
Cordialità
M.Castiglioni
A mio parere , non è compito di questo forum fornire notizie relative al decorso post operatorio di un intervento effettuato da un altro collega almeno per deontologia professionale !!!
Cordialità
M.Castiglioni
Dr Mirco Castiglioni
Specialista in Urologia
Andrologo
[#2]
Ex utente
Egr. dott. Castiglioni,
Le giuro, non amo la polemica, tantomeno quando si tratta dell'argomento salute, ma vorrei farLe comunque qualche domanda, perchè il Suo intervento mi ha davvero turbato e desidero conoscere meglio il Suo punto di vista su certe questioni:
a quanti suoi colleghi nella vita ha sentito dire e riconoscere, in presenza dei loro pazienti, di avere sbagliato ad eseguire un intervento, una diagnosi o una terapia su di loro??
Ha mai saputo di medici portati in giudizio che, sebbene assicurati e quindi "al riparo", abbiano mai riconociuto un proprio errore??
E soprattutto (sia chiaro, non è il nostro caso, nè il mio, nè il Suo, nè del medico che mi ha operato, si tratta di una questione di principio, mi pare...), sarebbe deontologicamente corretto che un medico che ravvisasse un grave errore di un collega che lo ha taciuto, e che determina gravi problemi al paziente, rifiuti la richiesta assistenza che gli viene rivolta dal paziente danneggiato??
Credo che pure nel rispetto dei rapporti con un collega, la priorità spetti al rapporto col paziente che soffre o che crede di soffrire.
Anteporre uno "pseudo rispetto deontologico" nei confronti del collega portato al limite della pura compiacenza, alla cura ed al rispetto del paziente, mi pare cosa poco condivisibile e ragionevole; non è questione di "libero mercato", ma di rispetto per la persona umana nella sua accidentale situazione di sofferenza.
L'essere medico non era una missione prima di tutto umana?
O si è ridotta ad una "semplice" professione ??
La sofferenza del malato e la possibilità di lenirla, vale davvero meno del rapporto di colleganza???
Grazie comunque dell'attenzione.
Mi auguro che qualcuno trovi il coraggio di violare assurdi precetti dei tempi di Noè e che possa confortarmi ed aiutarmi a trovare la soluzione ai miei quesiti del post precedente.
Le giuro, non amo la polemica, tantomeno quando si tratta dell'argomento salute, ma vorrei farLe comunque qualche domanda, perchè il Suo intervento mi ha davvero turbato e desidero conoscere meglio il Suo punto di vista su certe questioni:
a quanti suoi colleghi nella vita ha sentito dire e riconoscere, in presenza dei loro pazienti, di avere sbagliato ad eseguire un intervento, una diagnosi o una terapia su di loro??
Ha mai saputo di medici portati in giudizio che, sebbene assicurati e quindi "al riparo", abbiano mai riconociuto un proprio errore??
E soprattutto (sia chiaro, non è il nostro caso, nè il mio, nè il Suo, nè del medico che mi ha operato, si tratta di una questione di principio, mi pare...), sarebbe deontologicamente corretto che un medico che ravvisasse un grave errore di un collega che lo ha taciuto, e che determina gravi problemi al paziente, rifiuti la richiesta assistenza che gli viene rivolta dal paziente danneggiato??
Credo che pure nel rispetto dei rapporti con un collega, la priorità spetti al rapporto col paziente che soffre o che crede di soffrire.
Anteporre uno "pseudo rispetto deontologico" nei confronti del collega portato al limite della pura compiacenza, alla cura ed al rispetto del paziente, mi pare cosa poco condivisibile e ragionevole; non è questione di "libero mercato", ma di rispetto per la persona umana nella sua accidentale situazione di sofferenza.
L'essere medico non era una missione prima di tutto umana?
O si è ridotta ad una "semplice" professione ??
La sofferenza del malato e la possibilità di lenirla, vale davvero meno del rapporto di colleganza???
Grazie comunque dell'attenzione.
Mi auguro che qualcuno trovi il coraggio di violare assurdi precetti dei tempi di Noè e che possa confortarmi ed aiutarmi a trovare la soluzione ai miei quesiti del post precedente.
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Non è una questione di corporativismo , ma di rispetto prima del paziente e poi del collega: non è possibile esprimere pareri in merito a sequele chirurgiche senza visitare il paziente.Le ho semplicemente detto di rivolgere le sue domande all'urologo che l'ha operata perchè nessuno meglio di lui è a conoscenza della sua situazione. Se lei ha il sospetto che il collega abbia sbagliato non è questa la sede per confermare i suoi sospetti. Sono certo comunque che se i punti non sono ancora caduti siamo ancora troppo vicini all'intervento per aspettarsi una totale ripresa funzionale. A volte i punti riassorbibili provocano una reazione infiammatoria che si manifesta con essudazione. Una volta caduti i punti , dopo qualche giorno tutto dovrebbe rientrare nella normalità.
Auguri e mi scusi per la polemica non voluta
M Castiglioni
Auguri e mi scusi per la polemica non voluta
M Castiglioni
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.1k visite dal 21/11/2007.
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