Problemi dopo rimozione protesi peniena tricomponente
Ad un mese da quest’ultimo intervento, su indicazione dell’urologo – andrologo, ho iniziato e proseguo una terapia con due compresse settimanali di Viagra 100 che non producono alcun effetto se non un calore e un rossore diffuso al volto. Scrivo per sentire un suo parere, magari anche quello del neurolo, poichè sono in una situazione ormai drammatica, da cui non so come uscire e nemmeno se esiste la possibilità di farlo, magari in un prossimo futuro con una protesi semirigida. Io e mia moglie non ci sentiamo ancora così vecchi per rinunciare ad amarci in maniera completa, i nostri sentimenti sono profondi e forse per questo soffriamo così tanto. O dobbiamo davvero 'rassegnarci' come ci è stato suggerito dal nostro medico di famiglia? Lei ci può aiutare dandoci qualche utile indicazione? Lo speriamo vivamente. Ringrazio vivamente e porgo cordiali saluti. Fabrizio
certo la sua storia clinica così drammatica e complessa non può essere valutata e compresa a pieno solo attraverso una semplice e-mail. Detto questo, le sue considerazioni finali sul possibile e successivo tentativo di mettere un dispositivo protesico "più semplice" mi trovano sostanzialmente d'accordo. Nel frattempo comunque segua le indicazioni del suo urologo utili a mantenere il più possibile un buon "trofismo" a livello dei corpi cavernosi, già "maltrattati" chirurgicamente, attraverso l'utilizzo di prodotti specifici vasoattivi come quelli da lei accennati.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
Giovanni Beretta M.D.
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Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.
Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo
sono consapevole ed in totale accordo con lei che la sessualità non è un lusso a cui poter abdicare in modo totalmente decontestualizzato. Pertanto la invito ad approfondire da un punto di vista psicosessuologico sia le problematiche inerenti l'eventualità di un nuovo impianto protesico ma anche (e non di meno) il ruolo che per lei e sua moglie assume la sessualità, conscio del fatto che non è di per sè stabilito un criterio oggettivo ed oggettivabile con cui "vivere" la propria sessualità.
Si rivolga ad un Medico esperto in materia che collabori però in modo complementare con l'urologo che si occuperà dell'aspetto chirurgico eventuale.
Cordialmente
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
condivido il suo atteggiamento esistenziale e le considerazioni fatte dal collega Garbolino. La soluzione chirurgica è un aspetto del suo complesso problema anche se, per l'andrologo, è il più importante .
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
concordo con lei sul fatto di non dover rinunciare alla sessualità se il desiderio c'è. Anche se la sua situazione non è tra le più facili, c'è qualcosa da fare:
1. la cosa più semplice e meno invasiva è utilizzare un "dispositivo a vuoto per l'erezione", o "vacuum erection device". Funziona anche dopo espianto di protesi idraulica, ma richiede un pò di pazienza per imparare al meglio la metodica; è utile che sia uno specialista ad insegnarle la tecnica. Ma da subito le può permettere la ripresa della vita sessuale.
2. In un secondo tempo (non meno di tre mesi dall'espianto) si può riconsiderare un nuovo impianto protesico, TEORICAMENTE anche idraulico tricomponente. Naturalmente la decisione va presa alla luce della specifica situazione clinica.
Da ultimo, non ritengo vi sia un ruolo robusto per una terapia farmacologica "riabilitativa" o "curativa", in un caso di espianto di protesi.
Cordialmente,
Edoardo Pescatori
Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it
concordo con quanto le ha detto il dottor Pescatori.
Non vedo alcuna utilità nell'uso di farmaci ( Viagra, Cialis, Levitra) dopo aver dovuto espiantare una protesi.
L'uso del sistema Vcuum può essere ritenuto possibile. Va "digerito" bene dall'interessato e dalla coppia magari con l'aiuto di un sessuologo.
L'ipotesi di un reintervento protesico non dovrebbe essere assolutamente da escludere ma solo da rivalutare con serenità e convinzione. A mio modesto parere non vedrei altre soluzioni.
cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
vista la sua storia clinica particolare e complessa: la cardiopatia, la presenza di un diabete , la gravissima sindrome neurologica che l'ha interessato ed infine l'espianto della protesi tricomponente per un problema infettivo mi sembra "molto teorica" la possibilità di ritentare, nel suo caso, con una tricomponente. Per quanto riguarda infine l'uso del vacuum device molto dipende anche dalla sua "autonomia" residua , legata alla pregressa grave sindrome neurologica. Riconsulti comunque , a questo proposito, l'urologo che la sta seguendo.
Un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
appena il caso di sottolineare la Sua comprensibile, giustificata ed auspicabile ambizione ad una vita sessuale gratificante. Il Collega GARBOLINO, in questo senso, ha centrato il nocciolo di questo specifico aspetto del Suo serio problema. Per il resto credo di condividere quanto sostenuto dai Colleghi PESCATORI e BERETTA.
Davvero tanti affettuosi auguri per tutto ed un cordialissimo saluto
Prof. Giovanni MARTINO
Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it
Longhi
comunque l'acquisto di un vacuum device prevede sempre una attenta e continua monitorizzazione della sua situazione clinica da parte di un esperto urologo. Ad esempio, nel suo caso non è consigliato usare la compressione alla base del pene per mantenere l'erezione. Il dispositivo dovrebbe essere usato solo per mantenere o "recuperare" un buon "trofismo" a livello del tessuto dei corpi cavernosi che hanno già subito un intervento chirurgico.
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta
www.andrologiamedica.org
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