Medicinale afrodisiaco
Salve, sono attualmente in cura con Cialis 20 prescrittomi dal mio medico curante. Il problema è che non ho alcuno stimolo libidico, e quindi non mi viene di esercitare alcuna attività sessuale, neppure autoerotica (non ho una partner), dopo l'assunzione del farmaco: assunzione che, quindi, funzionalmente, è come se fosse inutile. Allora, la mia richiesta è: esistono farmaci o comunque altri prodotti in grado di stimolare realmente la libido, di modo che si renda allora sensato l'utilizzo del Cialis almeno per funzione autoerotica? Grazie mille.
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Gentile signore, molto spesso un uomo che non ha una relazione con una partner fissa sperimenta una diminuzione della pulsione sessuale e questo è un fenomeno "diciamo" fisiologico. Comunque le consiglio una visita andrologica per valutare una serie di ormoni la cui carenza o eccessiva produzione possono comportare disturbi della sfera sessuale (anche alcuni farmaci possono provocare disturbi della libido).
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Mario De Siati Urologo-Andrologo esercita a Foggia,Taranto,Altamura (Bari),Brindisi
[#2]
Gentile Signore,
mi associo al dr.De Siati nella risposta.
Dopo un'accurata indagine andrologica, al fine di valutare se il desiderio sessuale è compromesso per variabili endogene, endocrinologiche, depressive o da copertura a pregresse disfunzioni sessuali, le suggerirei di rivolgersi ad un sessuologo clinico al fine di effettuare qualche colloquio di counseling psico-sessuologico.
Quando si parla di sessualità, si distinguono tre fasi: fase del desiderio sessuale, fase dell'eccitazione e fase orgasmica.
Le sue difficoltà, se non ho capito male, appartengono alla fase dell'eccitazione.
Il farmaco, nom è un afrodisiaco, ne è risolutivo delle sue difficoltà, ma funziona se vi è desiderio, una partner e non vi sono altre patologie a monte.
Il desiderio sessuale, solitamnete non si medicalizza farmacologicamnete , a meno che non vi siano problematiche ormonali.
Ottimale , inoltre, sarebbe un “approccio combinato”al d.e, , effettuato a quattro mani:
quelle dell’andrologo e quelle del sessuologo clinico. In associazione temporale alla diagnosi ed alla terapia per la disfunzione sessuale, il sessuologo, effettua la sua anamnesi psico-sessuologica, che diviene un momento di fondamentale importanza, sia per il clinico che per il paziente, diviene un contenitore di ansie, emozioni, paure, difficoltà sessuali e non, rappresenta la “ storia sessuale” del paziente, dall’inizio a quel momento.
A seconda della diagnosi di d.e( primario, secondario, situazionale, assoluto) e della data e cause relative alla disfunzione, si stabilisce unitamente all’andrologo, se effettuare una terapia sessuologica o qualche colloquio di counseling psico-sessuologico, da effettuare all’inizio della terapia orale, a metà del percorso ed a ridosso della sospensione, per evitare ricadute ed ansie anticipatorie di ricadute.
Auguri
mi associo al dr.De Siati nella risposta.
Dopo un'accurata indagine andrologica, al fine di valutare se il desiderio sessuale è compromesso per variabili endogene, endocrinologiche, depressive o da copertura a pregresse disfunzioni sessuali, le suggerirei di rivolgersi ad un sessuologo clinico al fine di effettuare qualche colloquio di counseling psico-sessuologico.
Quando si parla di sessualità, si distinguono tre fasi: fase del desiderio sessuale, fase dell'eccitazione e fase orgasmica.
Le sue difficoltà, se non ho capito male, appartengono alla fase dell'eccitazione.
Il farmaco, nom è un afrodisiaco, ne è risolutivo delle sue difficoltà, ma funziona se vi è desiderio, una partner e non vi sono altre patologie a monte.
Il desiderio sessuale, solitamnete non si medicalizza farmacologicamnete , a meno che non vi siano problematiche ormonali.
Ottimale , inoltre, sarebbe un “approccio combinato”al d.e, , effettuato a quattro mani:
quelle dell’andrologo e quelle del sessuologo clinico. In associazione temporale alla diagnosi ed alla terapia per la disfunzione sessuale, il sessuologo, effettua la sua anamnesi psico-sessuologica, che diviene un momento di fondamentale importanza, sia per il clinico che per il paziente, diviene un contenitore di ansie, emozioni, paure, difficoltà sessuali e non, rappresenta la “ storia sessuale” del paziente, dall’inizio a quel momento.
A seconda della diagnosi di d.e( primario, secondario, situazionale, assoluto) e della data e cause relative alla disfunzione, si stabilisce unitamente all’andrologo, se effettuare una terapia sessuologica o qualche colloquio di counseling psico-sessuologico, da effettuare all’inizio della terapia orale, a metà del percorso ed a ridosso della sospensione, per evitare ricadute ed ansie anticipatorie di ricadute.
Auguri
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.5k visite dal 11/08/2010.
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