Il medico che eseguì l'esame mi consigliò di operarmi alla safena per evitare dolori alle gambe e
Ho 50 anni e soffro da diversi anni di DE, nel senso che riesco ad eiaculare ma il pene non è sufficientemente turgido da poter compiere una penetrazione.
Sono stato operato di varicocele SX e DX molti anni fa, e i problemi devo dire che li ho notati dopo l'intervento.(Per inciso, gli spermiogrammi dopo l'intervento erano migliori di quelli di prima anche se non tali da garantire una fertilità adeguata, secondo uno specialista) . I medici consultati hanno sempre puntato su cause più che altro psicologiche oppure mi hanno prescritto dei farmaci che però non ho ancora preso, un po' per paura di qualche effetto secondario e un po' perchè speravo di "farcela" in modo naturale. Recentemente ho letto da qualche parte che tra le possibili cause fisiologiche dell'impotenza c'è anche l'insufficienza venosa; mi sono ricordato allora che, qualche anno fa, per tutt'altri motivi, un medico mi aveva prescritto l'ecocolordoppler agli arti inferiori. Il referto recita:" Non segni di trombosi alla CUS sui distretti femorali e poplitei, bilateralmente, che presentano flusso fasico con fisiologiche risposte alle accelerazioni prossimali e distali. Anche ai distretti venosi profondi delle gambe non rilevo, per quanto possibile, trombosi. Incontinenza della safena magna destra e parva sinistra"
Il medico che eseguì l'esame mi consigliò di operarmi alla safena per evitare dolori alle gambe e vene varicose. Quello che mi interesserebbe sapere è se un tale intervento potrebbe giovare anche dal punto di vista della funzionalità erettile.
Grazie per l'interessamento.
Sono stato operato di varicocele SX e DX molti anni fa, e i problemi devo dire che li ho notati dopo l'intervento.(Per inciso, gli spermiogrammi dopo l'intervento erano migliori di quelli di prima anche se non tali da garantire una fertilità adeguata, secondo uno specialista) . I medici consultati hanno sempre puntato su cause più che altro psicologiche oppure mi hanno prescritto dei farmaci che però non ho ancora preso, un po' per paura di qualche effetto secondario e un po' perchè speravo di "farcela" in modo naturale. Recentemente ho letto da qualche parte che tra le possibili cause fisiologiche dell'impotenza c'è anche l'insufficienza venosa; mi sono ricordato allora che, qualche anno fa, per tutt'altri motivi, un medico mi aveva prescritto l'ecocolordoppler agli arti inferiori. Il referto recita:" Non segni di trombosi alla CUS sui distretti femorali e poplitei, bilateralmente, che presentano flusso fasico con fisiologiche risposte alle accelerazioni prossimali e distali. Anche ai distretti venosi profondi delle gambe non rilevo, per quanto possibile, trombosi. Incontinenza della safena magna destra e parva sinistra"
Il medico che eseguì l'esame mi consigliò di operarmi alla safena per evitare dolori alle gambe e vene varicose. Quello che mi interesserebbe sapere è se un tale intervento potrebbe giovare anche dal punto di vista della funzionalità erettile.
Grazie per l'interessamento.
[#1]
caro utente un eventuale intervento alla safena non inciderebbe in alcun modo sulla sua potenza sessuale, ma invece per verificare se è presente una DE di origine vascolare va eseguito un doppler penieno dinamico.
Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com
[#3]
Gentile Utente,
non esistono eziopatologie differenti per fascia d'età, oggi inoltre in clinica si parla di eziologia mista, coiè anche quando sono presenti fattori organici, l'aspetto psichico è sempre da attenzionare.
Ottimale sarebbe un “approccio combinato”al d.e, , effettuato a quattro mani:
quelle dell’andrologo e quelle del sessuologo clinico. In associazione temporale alla diagnosi ed alla terapia per la disfunzione sessuale, il sessuologo, effettua la sua anamnesi psico-sessuologica, che diviene un momento di fondamentale importanza, sia per il clinico che per il paziente, diviene un contenitore di ansie, emozioni, paure, difficoltà sessuali e non, rappresenta la “ storia sessuale” del paziente, dall’inizio a quel momento.
A seconda della diagnosi di d.e( primario, secondario, situazionale, assoluto) e della data e cause relative alla disfunzione, si stabilisce unitamente all’andrologo, se effettuare una terapia sessuologica o qualche colloquio di counseling psico-sessuologico, da effettuare all’inizio della terapia orale, a metà del percorso ed a ridosso della sospensione, per evitare ricadute ed ansie anticipatorie di ricadute.
Il corpo ha una memoria corporea del fallimento ed in terapia va decondizionato questo ricordo disfunzionale.
Auguri
non esistono eziopatologie differenti per fascia d'età, oggi inoltre in clinica si parla di eziologia mista, coiè anche quando sono presenti fattori organici, l'aspetto psichico è sempre da attenzionare.
Ottimale sarebbe un “approccio combinato”al d.e, , effettuato a quattro mani:
quelle dell’andrologo e quelle del sessuologo clinico. In associazione temporale alla diagnosi ed alla terapia per la disfunzione sessuale, il sessuologo, effettua la sua anamnesi psico-sessuologica, che diviene un momento di fondamentale importanza, sia per il clinico che per il paziente, diviene un contenitore di ansie, emozioni, paure, difficoltà sessuali e non, rappresenta la “ storia sessuale” del paziente, dall’inizio a quel momento.
A seconda della diagnosi di d.e( primario, secondario, situazionale, assoluto) e della data e cause relative alla disfunzione, si stabilisce unitamente all’andrologo, se effettuare una terapia sessuologica o qualche colloquio di counseling psico-sessuologico, da effettuare all’inizio della terapia orale, a metà del percorso ed a ridosso della sospensione, per evitare ricadute ed ansie anticipatorie di ricadute.
Il corpo ha una memoria corporea del fallimento ed in terapia va decondizionato questo ricordo disfunzionale.
Auguri
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 6.5k visite dal 10/08/2010.
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