La cosa mi destabilizza perché mi rendo conto che non riesco ad avere, né riesco
Egregi Dottori,
ho 22 anni e sono fidanzato da 3 con la mia ragazza di 18. Vi scrivo perché fino ad ora forse ho sottovalutato la situazione credendo fosse solo un problema psicologico, ma ora vorrei capirne più a fondo i motivi per non logorare il rapporto. Lei mi piace tantissimo, non solo fisicamente, ovvio, e mi rendo conto che molto spesso il mio pene reagisce anche ad effusioni normali, come un bacio o una carezza, e resta eretto per la maggior parte del tempo che passo con lei (è normale??). Purtroppo però, al momento dell'atto, mi ritrovo a fronteggiare situazioni differenti: a volte capita che dopo o durante dei preliminari io possa raggiungere l'eiaculazione senza essere minimamente stimolato da lei, e ovviamente la cosa mi destabilizza perché mi rendo conto che non riesco ad avere, né riesco a farle avere, il tipo di rapporto che desidero. Altre volte invece, quando cerco di essere più breve con i preliminari, mi capita che l'erezione si riduca leggermente in fase di penetrazione, facendo sì che la penetrazione sia più difficoltosa visto che da parte sua lei non ha ricevuto un'adeguata stimolazione. Altre ancora, invece, non ho problemi di questo tipo, ma in ogni caso non riesco a mantenere una durata accettabile. Penso di soffrire di EP, però Vi confesso che in alcuni casi, quando ad esempio il mio stato normale è un po' alterato (magari quando ho bevuto qualche bicchiere) riesco ad avere dei rapporti più lunghi e soddisfacenti, ed ovviamente nemmeno questa è una cosa che mi gratifica; sono una persona molto attenta alle esigenze della mia ragazza e maschero una grande insicurezza in questo campo. Tendo sempre a pensare che alcune mie defaillances possano essere un problema in primis per lei, oltre che per me, per questo vorrei capire se il mio è un problema psicologico o se c'è dell'altro e vorrei avere da Voi tutti i migliori consigli per poterlo 'curare'. Non voglio correre il rischio di perdere questo rapporto per questo motivo.
Vi ringrazio
ho 22 anni e sono fidanzato da 3 con la mia ragazza di 18. Vi scrivo perché fino ad ora forse ho sottovalutato la situazione credendo fosse solo un problema psicologico, ma ora vorrei capirne più a fondo i motivi per non logorare il rapporto. Lei mi piace tantissimo, non solo fisicamente, ovvio, e mi rendo conto che molto spesso il mio pene reagisce anche ad effusioni normali, come un bacio o una carezza, e resta eretto per la maggior parte del tempo che passo con lei (è normale??). Purtroppo però, al momento dell'atto, mi ritrovo a fronteggiare situazioni differenti: a volte capita che dopo o durante dei preliminari io possa raggiungere l'eiaculazione senza essere minimamente stimolato da lei, e ovviamente la cosa mi destabilizza perché mi rendo conto che non riesco ad avere, né riesco a farle avere, il tipo di rapporto che desidero. Altre volte invece, quando cerco di essere più breve con i preliminari, mi capita che l'erezione si riduca leggermente in fase di penetrazione, facendo sì che la penetrazione sia più difficoltosa visto che da parte sua lei non ha ricevuto un'adeguata stimolazione. Altre ancora, invece, non ho problemi di questo tipo, ma in ogni caso non riesco a mantenere una durata accettabile. Penso di soffrire di EP, però Vi confesso che in alcuni casi, quando ad esempio il mio stato normale è un po' alterato (magari quando ho bevuto qualche bicchiere) riesco ad avere dei rapporti più lunghi e soddisfacenti, ed ovviamente nemmeno questa è una cosa che mi gratifica; sono una persona molto attenta alle esigenze della mia ragazza e maschero una grande insicurezza in questo campo. Tendo sempre a pensare che alcune mie defaillances possano essere un problema in primis per lei, oltre che per me, per questo vorrei capire se il mio è un problema psicologico o se c'è dell'altro e vorrei avere da Voi tutti i migliori consigli per poterlo 'curare'. Non voglio correre il rischio di perdere questo rapporto per questo motivo.
Vi ringrazio
[#1]
Gentile Utente,
leggendo la sua richiesta ho pensato bene di risponderle. Sono una psicologa clinica con formazione in sessuologia per questo mi azzardo. Mi ha colpito la sua giovane età. Non escluda che sia prevalente una componente di tipo psicologico nella manifestazione del suo disagio.
Le consiglierei di fare esami specifici per valutare se ci siano delle cause organiche legate alla sua disfunzione e, se sono da escludere, di seguire una terapia di tipo psicosessulogico così da risolvere la disfunzione e da capirne le cause che la sottendono.
è la prima volta che le capita o ne ha sempre sofferto?
leggendo la sua richiesta ho pensato bene di risponderle. Sono una psicologa clinica con formazione in sessuologia per questo mi azzardo. Mi ha colpito la sua giovane età. Non escluda che sia prevalente una componente di tipo psicologico nella manifestazione del suo disagio.
Le consiglierei di fare esami specifici per valutare se ci siano delle cause organiche legate alla sua disfunzione e, se sono da escludere, di seguire una terapia di tipo psicosessulogico così da risolvere la disfunzione e da capirne le cause che la sottendono.
è la prima volta che le capita o ne ha sempre sofferto?
Dr. Emmanuella Ameruoso, Psicologa, Psicoterapeuta, Specialista in Clinica e Sessuologia
[#2]
Ex utente
Gent.ma dottoressa Ameruoso,
innanzitutto La ringrazio per l'interessamento. Entro un po' di più nel dettaglio perché credo che, vista la Sua professione, Lei possa essermi d'aiuto. Distinguerei il nostro rapporto in 3 fasi:
- il primo anno, io ne avevo 20 e lei 16, le cose andavano molto bene, i rapporti erano frequenti, l'intesa era buona e, anche se Le confesso di esser mai brillato per durata, avevamo una vita sessuale soddisfacente.
- poi il secondo anno è stato abbastanza travagliato, visto che ho avuto un osteosarcoma e, tra chemioterapia neoadiuvante e adiuvante e operazione e decorso post-operatorio, è passato un anno intero, in cui mi sono accorto che le cose sono iniziate a cambiare; inevitabilmente i momenti d'intimità sono diminuiti ed ho avvertito da parte sua un certo cambiamento nel rapporto. Era come se lei sentisse che doveva prendersi cura di me e quindi credo che questo possa aver inciso in campo sessuale sull'aspetto psicologico di entrambi. Nonostante ciò, mi è stata vicina x tutto il periodo della malattia, non me l'ha mai fatta pesare e, circa due mesi dopo che avevo terminato tutto l'iter, ci siamo lasciati per altri motivi.
- ora, dopo 3-4 mesi passati lontani ci siamo riavvicinati e siamo tornati insieme. E' in questo periodo che sto riscontrando maggiormente i problemi che Le ho segnalato nella mail precedente (eiaculazione ante portam o molto precoce su tutti).
Ora Le chiedo: pensa che la mia vicenda possa influire sul mio problema e magari anche sul comportamento della mia ragazza, che ogni tanto dice di non sentirsi a proprio agio? Pensa che si possa fare qualcosa per cambiare questa situazione?
Quando parla di "esami specifici", cosa intende di preciso?
La ringrazio infinitamente, è un problema che ci fa stare male perché sentiamo che c'è rischio di perdere un rapporto bellissimo che ha resistito a cose ben più importanti, per questo voglio fare di tutto per capire la meglio la situazione.
Ancora grazie.
innanzitutto La ringrazio per l'interessamento. Entro un po' di più nel dettaglio perché credo che, vista la Sua professione, Lei possa essermi d'aiuto. Distinguerei il nostro rapporto in 3 fasi:
- il primo anno, io ne avevo 20 e lei 16, le cose andavano molto bene, i rapporti erano frequenti, l'intesa era buona e, anche se Le confesso di esser mai brillato per durata, avevamo una vita sessuale soddisfacente.
- poi il secondo anno è stato abbastanza travagliato, visto che ho avuto un osteosarcoma e, tra chemioterapia neoadiuvante e adiuvante e operazione e decorso post-operatorio, è passato un anno intero, in cui mi sono accorto che le cose sono iniziate a cambiare; inevitabilmente i momenti d'intimità sono diminuiti ed ho avvertito da parte sua un certo cambiamento nel rapporto. Era come se lei sentisse che doveva prendersi cura di me e quindi credo che questo possa aver inciso in campo sessuale sull'aspetto psicologico di entrambi. Nonostante ciò, mi è stata vicina x tutto il periodo della malattia, non me l'ha mai fatta pesare e, circa due mesi dopo che avevo terminato tutto l'iter, ci siamo lasciati per altri motivi.
- ora, dopo 3-4 mesi passati lontani ci siamo riavvicinati e siamo tornati insieme. E' in questo periodo che sto riscontrando maggiormente i problemi che Le ho segnalato nella mail precedente (eiaculazione ante portam o molto precoce su tutti).
Ora Le chiedo: pensa che la mia vicenda possa influire sul mio problema e magari anche sul comportamento della mia ragazza, che ogni tanto dice di non sentirsi a proprio agio? Pensa che si possa fare qualcosa per cambiare questa situazione?
Quando parla di "esami specifici", cosa intende di preciso?
La ringrazio infinitamente, è un problema che ci fa stare male perché sentiamo che c'è rischio di perdere un rapporto bellissimo che ha resistito a cose ben più importanti, per questo voglio fare di tutto per capire la meglio la situazione.
Ancora grazie.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.5k visite dal 18/05/2010.
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