Sensibilità alterata del glande, sensazione frustrante nell'eiaculazione

Nel 2001 e nel 2007 ho fatto molte visite, esami e controlli da cui, con una sola eccezione di una recente biotesiometria, non è emerso nulla. La biotesiometria ha accertato una sensibilità al glande ridotta a circa un quarto della norma, e anche quella dell’asta è al di sotto della norma. Tutto è iniziato nel 1981, quando all’età di 19 anni fui operato per fimosi serrata con rimozione completa di prepuzio e frenulo. Non avevo avuto rapporti sessuali: i primi li ho avuti molti anni dopo, a partire dal 1995. Questa sensibilità del glande, oltre che scarsa, è prevalentemente spiacevole, anche da parte della mia partner: da un lato la sua stimolazione con la lingua, che essendo umida crea poco attrito, mi lascia più o meno indifferente; d’altro lato, quella manuale mi dà fastidio, almeno a livello del glande. Causa questa scarsissima e fastidiosa sensibilità, eiaculo raramente: il rapporto genitale non mi dà fastidio, ma dura troppo e mi passa prima l'eccitazione. Quando eiaculo non va meglio. All'uscita dello sperma è associato un prurito che, in quel momento non è spiacevole, ma resta o si intensifica dopo che lo sperma è uscito, il che mi induce a sottoporre il pene a un’ulteriore, frenetica e faticosissima, manipolazione. A questa può seguire, o anche non seguire, la fuoriuscita di poche altre gocce di sperma. In entrambi i casi, il prurito non passa mai: tutt’al più lo sento attenuarsi o “spostarsi” leggermente più avanti rispetto alla consueta localizzazione nell’asta, piuttosto vicino alla base. I medici che mi hanno visitato mi hanno detto che l’operazione è stata fatta bene. Poco prima di essere operato, per farmi una pulizia del pene consigliatami dal medico, scoprii il glande e vi appoggiai sopra un batuffolo d'ovatta inumidita: sentii un dolore che mi tolse il fiato per alcuni secondi. Mi chiedo se possa aver costituito una sorta di trauma per “difendersi” dal quale si sia attivato un qualche meccanismo psico-somatico di “anestetizzazione”: la mia attuale sensibilità, scarsa ma anche fastidiosa, sembra una piccolissima frazione di quel dolore insopportabile. Dopo l'operazione e prima di avere rapporti sessuali, le masturbazioni andavano anche peggio dei rapporti sessuali attuali. Consistevano in faticosissime e frenetiche manipolazioni eseguite con tutto il corpo in tensione e si concludevano con la solita fuoriuscita di sperma con prurito residuo. Le cose andavano diversamente, ma non meglio, prima dell’operazione. Il glande era chiuso nel prepuzio anche quando il pene era eretto; ma mi masturbavo sempre col pene floscio. Non so per certo se, all'uscita dello sperma, il prurito attuale allora non ci fosse o fosse solo meno intenso. Al contrario, quando in tempi relativamente recenti mi si prescrisse impropriamente di curarmi col Viagra, questo prurito residuo era ancora più intenso, come se fosse direttamente proporzionale al grado di rigidità del pene (continua con ulteriori dettagli e domande finali)
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Dr. Giorgio Cavallini Chirurgo generale, Andrologo, Urologo 27.3k 656
Caro signore,
situazione complessa questa, ora le ipotesi sono essenzialmente due: o si tratta di problema psicogeno ovvero di infiammazione della prostata e/o del glande e dell' uretra. Magari esiste anche una sovrapposizione. Ma è un parere a naso. Una patologia neurologica direi che è difficile, non segna sintomi o malattie di accompagnamento (traumi, interventi, dibete). Scusi la brevità, ma un rivisitazione dal vivo della questione sarebbe necessaria.
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