Nebid - invega
Gentile specialista,
da oltre 3 anni, a causa di uno spiacevole episodio, assumo psicofarmaci. Dapprima Risperdal intramuscolo, poi (da circa 7 mesi) Invega da 6 mg; il principio attivo è lo stesso: paliperidone.
Da oltre 3 anni non avevo rapporti sessuali e, in verità, non avvertivo nemmeno stimoli, ne erezioni mattutine, con forte difficoltà nel raggiungere e mantenere l'erezione nei rari casi di autostimolazione, dove peraltro - a volte - raggiungevo l'orgasmo senza che il pene fosse in piena erezione: una situazione davvero scadente sotto il profilo sessuale insomma.
Lo psichiatra che mi segue, circa 6 mesi fa, mi ha prescritto Viagra 50 mg, da usare all'occorrenza. L'ho acquistato, ma non ho avuto l'opportunità di usarlo.
Per approfondire la mia situazione ho preso un appuntamento con l'andrologo che, preliminarmente, mi ha consigliato una serie di esami e, in particolare, doppler penieno dinamico, esami emato-chimici e ormonali, spermiogramma. Questi i risultati:
doppler penieno dinamico: dopo iniezione di 2mcg di pge1, si rileva un sufficiente incremento del flusso arterioso in corrispondenza delle arterie cavernose peniene che presentano: a destra un picco sistolico di 316 mm/sec. a sinistra un picco sistolico di 316 mm/sec. Fase diastolica nella norma, senza alcun sospetto di disfunzione veno-occlusiva. A distanza di 15 min. dalla somministrazione di 2 mcg di pge1, la rigidità ottenuta è stata di 70 p;
esami emato-chimici: solo il colesterolo è risultato un po' alto (252);
esami ormonali: prolattina 5,0; estradiolo 14,9; testosterone libero: 10,6;
spermiogramma: normozoospermia.
Consultati i risulatati, l'andrologo mi ha prescritto la seguente cura:
- Nebid fiale, 1 fl tempo 0, poi dopo 90 giorni; dopo 2 settimane dalla prima fl iniziare terapia con Cialis;
- quindi, Cialis 5 mg cpr, 1 cpr alla sera, prima di coricarsi;
- Cialis 20 mg al bisogno, a stomaco vuoto, da assumere circa 2 ore prima del previsto rapporto sessuale.
Ho fatto l'iniezione di Nebid e ho iniziato la terapia circa un mese e mezzo fa. La situazione è sicuramente migliorata e anche nei rapporti sessuali, che ho ripreso da circa un mese, trovo un miglioramento rispetto al perido precedente a tre anni fa, sopratutto in termini di mantenimento dell'erezione nelle pause che possono capitare durante un unico rapporto, che magari può durare anche un paio d'ore (dico unico rapporto perchè, da sempre, una volta raggiunto l'orgasmo non avverto una stimolazione sufficiente per iniziare un nuovo rapporto sessuale).
Ora,
- innanzitutto, gradirei sapere se la mia situazione patologica era dovuta all'assunzione, per lungo perido, di psicofarmaci;
- poi, vorrei conoscere cosa ne pensa della mia situazione generale (ovvero, risulatante dagli esami svolti) e della terapia prescritta;
- infine, ma non meno importante, quali sono gli effetti collaterali del Nebid e gli eventuali accertamenti che dovrei svolgere in caso di assunzione prolungata di questo prodotto.
Grazie
da oltre 3 anni, a causa di uno spiacevole episodio, assumo psicofarmaci. Dapprima Risperdal intramuscolo, poi (da circa 7 mesi) Invega da 6 mg; il principio attivo è lo stesso: paliperidone.
Da oltre 3 anni non avevo rapporti sessuali e, in verità, non avvertivo nemmeno stimoli, ne erezioni mattutine, con forte difficoltà nel raggiungere e mantenere l'erezione nei rari casi di autostimolazione, dove peraltro - a volte - raggiungevo l'orgasmo senza che il pene fosse in piena erezione: una situazione davvero scadente sotto il profilo sessuale insomma.
Lo psichiatra che mi segue, circa 6 mesi fa, mi ha prescritto Viagra 50 mg, da usare all'occorrenza. L'ho acquistato, ma non ho avuto l'opportunità di usarlo.
Per approfondire la mia situazione ho preso un appuntamento con l'andrologo che, preliminarmente, mi ha consigliato una serie di esami e, in particolare, doppler penieno dinamico, esami emato-chimici e ormonali, spermiogramma. Questi i risultati:
doppler penieno dinamico: dopo iniezione di 2mcg di pge1, si rileva un sufficiente incremento del flusso arterioso in corrispondenza delle arterie cavernose peniene che presentano: a destra un picco sistolico di 316 mm/sec. a sinistra un picco sistolico di 316 mm/sec. Fase diastolica nella norma, senza alcun sospetto di disfunzione veno-occlusiva. A distanza di 15 min. dalla somministrazione di 2 mcg di pge1, la rigidità ottenuta è stata di 70 p;
esami emato-chimici: solo il colesterolo è risultato un po' alto (252);
esami ormonali: prolattina 5,0; estradiolo 14,9; testosterone libero: 10,6;
spermiogramma: normozoospermia.
Consultati i risulatati, l'andrologo mi ha prescritto la seguente cura:
- Nebid fiale, 1 fl tempo 0, poi dopo 90 giorni; dopo 2 settimane dalla prima fl iniziare terapia con Cialis;
- quindi, Cialis 5 mg cpr, 1 cpr alla sera, prima di coricarsi;
- Cialis 20 mg al bisogno, a stomaco vuoto, da assumere circa 2 ore prima del previsto rapporto sessuale.
Ho fatto l'iniezione di Nebid e ho iniziato la terapia circa un mese e mezzo fa. La situazione è sicuramente migliorata e anche nei rapporti sessuali, che ho ripreso da circa un mese, trovo un miglioramento rispetto al perido precedente a tre anni fa, sopratutto in termini di mantenimento dell'erezione nelle pause che possono capitare durante un unico rapporto, che magari può durare anche un paio d'ore (dico unico rapporto perchè, da sempre, una volta raggiunto l'orgasmo non avverto una stimolazione sufficiente per iniziare un nuovo rapporto sessuale).
Ora,
- innanzitutto, gradirei sapere se la mia situazione patologica era dovuta all'assunzione, per lungo perido, di psicofarmaci;
- poi, vorrei conoscere cosa ne pensa della mia situazione generale (ovvero, risulatante dagli esami svolti) e della terapia prescritta;
- infine, ma non meno importante, quali sono gli effetti collaterali del Nebid e gli eventuali accertamenti che dovrei svolgere in caso di assunzione prolungata di questo prodotto.
Grazie
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Caro Utente,la disfunzione erettile era probabilmente dovuta alle terapie psichiatriche.La terapia che sta seguendo ha un razionale che si sposa con la diagnosi che l'andrologo di riferimento Le ha posto.Il testosterone undecanoato assunto per via i.m. ha dei limiti temporali che il Suo medico Le avra' accennato.Cordialita'.
Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
info@studiomedicoizzo.it
[#2]
Utente
Egregio Dott. Izzo,
La ringrazio per la risposta del mio quesito.
E' stato molto cortese.
Apprendo con soddisfazione che la terapia prescrittami è valida e razionale (anche se dopo tale termine, rileggento la Sua risposta, presumo che Ella volesse indicare anche qualche altra parola ... ma, in ogni caso, dal contesto, ho percepito la positività del giudizio).
La prego di evidenziarmi qualcosa in più in relazione al terzo quesito da me posto nella richiesta iniziale, che trascrivo: "quali sono gli effetti collaterali del Nebid e gli eventuali accertamenti che dovrei svolgere in caso di assunzione prolungata di questo prodotto".
Al riguardo, so ben poco.
Infatti, al momento in cui mi è stata prescritta la terapia, non avevo alcuna cognizione di cosa fosse il Nebid e a cosa servisse e, quindi, non ho avuto l'opportunità di chiederlo all'andrologo.
In verità, in quel momento, ho fatto solo qualche domanda in più sul Cialis, che non sapevo neppure fosse un'evoluzione, chiamiamola così, del Viagra (esistendo per me, ignorante in materia, solo quest'ultimo).
Solo acquistando la confezione ho avuto modo di capire di cosa si trattasse, leggendo il foglio illustrativo e comprendendo ben poco in ordine agli eventuali effetti collaterali.
Mi è capitato, poi, di incontrare per caso il mio medico di base in un bar, peraltro dopo aver già effettuato la prima iniezione di Nebid.
Questi mi ha riferito che il testosterone (come tutti gli ormoni) provoca una iper attività delle ghiandole e, in primis, della prostata. Tale iper attività potrebbe poi provocare, a lungo andare, addirittura (e, ovviamente, malauguratamente) un grave male proprio alla prostata (mi perdoni, ma proprio non ce la faccio a scrivere il termine esatto).
Ho solo queste informazioni dunque.
Mi affido, pertanto, alla Sua competenza e professionalità al fine di saperne di più sugli eventuali effetti collatarali del Nebid e sulla veridicità o meno del commento espresso dal mio medico di base circa il discrorso della ghiandola prostatica.
La ringrazio anticipatamente per il tempo che Vorrà dedicare a questi due (correlati) argomenti e cordialmente La saluto.
La ringrazio per la risposta del mio quesito.
E' stato molto cortese.
Apprendo con soddisfazione che la terapia prescrittami è valida e razionale (anche se dopo tale termine, rileggento la Sua risposta, presumo che Ella volesse indicare anche qualche altra parola ... ma, in ogni caso, dal contesto, ho percepito la positività del giudizio).
La prego di evidenziarmi qualcosa in più in relazione al terzo quesito da me posto nella richiesta iniziale, che trascrivo: "quali sono gli effetti collaterali del Nebid e gli eventuali accertamenti che dovrei svolgere in caso di assunzione prolungata di questo prodotto".
Al riguardo, so ben poco.
Infatti, al momento in cui mi è stata prescritta la terapia, non avevo alcuna cognizione di cosa fosse il Nebid e a cosa servisse e, quindi, non ho avuto l'opportunità di chiederlo all'andrologo.
In verità, in quel momento, ho fatto solo qualche domanda in più sul Cialis, che non sapevo neppure fosse un'evoluzione, chiamiamola così, del Viagra (esistendo per me, ignorante in materia, solo quest'ultimo).
Solo acquistando la confezione ho avuto modo di capire di cosa si trattasse, leggendo il foglio illustrativo e comprendendo ben poco in ordine agli eventuali effetti collaterali.
Mi è capitato, poi, di incontrare per caso il mio medico di base in un bar, peraltro dopo aver già effettuato la prima iniezione di Nebid.
Questi mi ha riferito che il testosterone (come tutti gli ormoni) provoca una iper attività delle ghiandole e, in primis, della prostata. Tale iper attività potrebbe poi provocare, a lungo andare, addirittura (e, ovviamente, malauguratamente) un grave male proprio alla prostata (mi perdoni, ma proprio non ce la faccio a scrivere il termine esatto).
Ho solo queste informazioni dunque.
Mi affido, pertanto, alla Sua competenza e professionalità al fine di saperne di più sugli eventuali effetti collatarali del Nebid e sulla veridicità o meno del commento espresso dal mio medico di base circa il discrorso della ghiandola prostatica.
La ringrazio anticipatamente per il tempo che Vorrà dedicare a questi due (correlati) argomenti e cordialmente La saluto.
[#3]
...intendveo dire razionale (cosi' come ho scritto).Il tetosterone,nel Suo caso,ritengo sia stato prescritto come "dopante",cioe' in assenza di una carenza ma al fine di potenziare il desiderio.Di cio',e' chiaro che debba puntualizzare con il Collega che lo ha prescritto,evitando di soffermarsi sui bugiardini dei prodotti.Il testosterone in alcun modo provoca cancro della prostata nel breve come nel lungo periodo.Purtroppo nel campo della sessualita' maschile vige la "criminalizzazione" dei farmaci,legata al disagio quotidiano che pervade chi soffre di disunfione erettile.Cordialita'.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 7.3k visite dal 16/11/2009.
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Approfondimento su Disfunzione erettile
La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?