Varicocele, ernia e idrocele non so più cosa fare
Salve,
sono un ragazzo di 27 anni. Perderò un po’ di tempo per descrivere il mio quadro clinico prima di esporre il problema per il quale richiedo un vostro consulto.
Premetto che faccio una vita tranquilla, un po’ sedentaria per via del lavoro che faccio, che mi costringe a restare 8 ore al giorno seduto alla scrivania. Forma fisica buona e senza problemi di salute particolari.
Dunque, a partire da novembre 2006 ho incominciato ad accusare un fastidio al testicolo sinistro, senso di pesantezza, pizzichi; fastidio che diventava dolore quando stavo molto tempo in piedi o al mattino al risveglio. Alla palpazione il testicolo si presentava leggermente ingrossato e dolente, stava in posizione più ritenuta del normale. Dopo un consulto con il medico di base, il quale mi prescrisse una ecografia scrotale, in cui si evidenziava solo un minimo varicocele di 1°grado ai danni del testicolo sinistro e un lieve idrocele sinistro. A questo punto il medico mi disse di non preoccuparmi e mi prescrisse una cura con antiinfiammatorio (Danzen) per qualche giorno. Successivamente i fastidi passarono, per poi tornare ad inizio gennaio e insieme al dolore al testicolo ebbi la comparsa di un gonfiore all’inguine destro.
Questa volta il medico curante mi disse che si trattava di una ernia inguinale e mi consiglio di aspettare un pò di tempo dopo il quale contattare un chirurgo per un parere.
Alla fine di gennaio, non essendo passato il gonfiore, mi sono recato dal chirurgo il quale mi ha confermato la presenza dell’ernia fuoriuscita a destra e di una piccola punta di ernia a sinistra, quindi consigliava di operare ambo i lati, nel frattempo parlai anche del problema avuto al testicolo e mi disse di eseguire un eco-color doppler dei vasi spermatici che evidenziarono un varicocele di II grado a sinistra, quindi rispetto alla precedente ecografia risultò un peggioramento del varicocele. A questo punto il chirurgo mi prenoto l’intervento e così lo scorso 9 febbraio sono stato operato di:
Ernioplastica inguinale bilaterale, legatura e sezione della vena spermatica sinistra in laparoscopia in regime di anestesia generale.
L’intervento andò bene, molto veloce e quasi indolore, il giorno seguente fui dimesso con la sola prescrizione di una cura antibiotica di 5 giorni con Levoxacin 500. Dopo qualche giorno di riposo a letto e i normali dolori post-operatori ho incominciato ad avvertire un dolore crescente al testicolo sinistro con un notevole gonfiore. Recatomi in clinica, dove ero stato operato, il dottore mi disse che era tutto normale e che dovevo avere pazienza. Ma il dolore e il gonfiore aumentarono sempre di più e mi costrinsero a ritornare ripetutamente dal dottore che solo dopo un mese mi disse di fare una ecografia perché secondo lui era “solo” un idrocele dovuto all’intervento. In effetti l’esame evidenziò un marcatissimo idrocele sinistro, mentre tutto il resto era nella norma. Per quanto riguarda l’ernia invece tutto si era risolto, non avevo più alcun disturbo né all’inguine né alle cicatrici dell’operazione.
A questo punto il chirurgo mi disse di aspettare qualche mese perché questo tipo di complicazione era normale e che se il liquido non si fosse riassorbito spontaneamente, cosa sul quale non contava molto, sarebbe stato necessario eseguire un nuovo intervento. Allora insistei per avere almeno una qualche cura per alleviare il dolore/fastidio dovuto al notevole gonfiore, e quindi mi aspiro con una siringa il liquido all’interno dello scroto con una successiva iniezione di Cortisone, ma mi disse anche che non sarebbe servito a molto. In realtà trassi un gran sollievo da quella aspirazione, diciamo che mi sentii più leggero, ma ne giro di qualche giorno il gonfiore torno come prima.
Il medico curante nel frattempo mi prescrive un antiinfiammatorio più forte (BRUFEN 600), antibiotici (VECLAM 500) e una pomata da mettere sullo scroto (FIBRASE).
Passate diverse settimane, ormai per disperazione, il 5 marzo mi sono rivolto per la prima volta ad un andrologo, il quale raccontata la mia storia fu molto contrariato del mio decorso, in quanto secondo lui sia io che il chirurgo che mi ha operato abbiamo agito senza pensare ai rischi a cui era sottoposta la mia fertilità.
Adesso, io ho piena fiducia nei medici e non penso né che io potevo sapere o immaginare quale sarebbe stata la strada migliore per risolvere al meglio il mio caso, né che il dottore che mi aveva operato potesse aver agito in maniera inappropriata. Comunque …
L’andrologo, dopo una veloce visita, mi disse che secondo lui oltre all’idrocele era presente un ingrossamento della tunica vaginale e che con questo quadro clinico la mia fertilità poteva essere già compromessa. Mi prescrisse una serie di esami per lui obbligatori in questi casi e che avrei dovuto fare anche prima dell’intervento (esame colturale del liquido seminale e delle urine, esami ormonali, tamponi uretrali per ricerca batteriologica).
Questo il risultato degli esami del 7 marzo:
ORMONOLOGIA
17-beta estradiolo 17 pg/ml (0-56)
FSH 2 mi. U/ml (1-10)
LH 2 mi. U/ml (1-10)
Prolattina 8 ng/ml (0-25)
Testosterone 4.50 ng/ml (2.4-13.0)
RICERCA BATTERIOLOGICA (tamponi uretrali)
Ricerca Trichomonas assente
Ricerca Chlamydie assente
Ricerca Micoplasma/ureaplasma assente
ESAME COLTURALE (tamponi uretrali)
Germe isolato Stafiloc.Haemolyticu
Antibiogramma
Ciprofloxacina intermedio <= 16
Trimeth-sulfato resistente > 64
ESAME LIQUIDO SEMINALE
da considerare che il prelievo avveniva subito dopo i tamponi uretrali, con annesso dolore
Aspetto opalescente
Colore bianco-giallastro
Quantità 2.0 ml. (2-6)
PH 7.7 (7.0-7.8)
Nemaspermi 87 milioni/ml (100-200)
Mobilità al prelievo 65% (prelievo fatto a casa circa 2 ore prima)
Mobilità dopo 2H 60%
Mobilità dopo 24H 1%
Forme normali 57%
Forme appuntite 13%
Forme arrotondate 9%
Forme doppie 10%
Forme amorfe 11%
Anomalie spermatogenesi assenti
Presenza di 40-60 leucociti p.c.m.
Presenza 6-8 emazie p.c.m.
Rare cellule rotonde
Presenza di cellule epiteliali
Assenza di movimenti circa 35%
Assenza di agglutinazione
Flora batterica mista
ESAME COLTURALE LIQUIDO SEMINALE E URINE
Germe isolato escherichia-coli
negativo per miceti
Antibiogramma
Fosfomicina intermedio <= 16
Alla luce del mio racconto vi chiedo un vostro parere sulla mia situazione in quanto allo stato attuale mi trovo tra il parere discordante di 3 figure.
Il medico di base dice che il mio problema è dovuto a una infezione visibile dalle analisi (non ho capito quale è il valore che lo dimostra?) e dall’infiammazione provocata dall’intervento. Inoltre per lui il nuovo intervento auspicato dal chirurgo per rimuovere l’idrocele è inutile e non risolverebbe la situazione, invece sarebbe necessaria una cura con antibiotici e antiinfiammatori, che comunque dovrà prescrivere l’andrologo, per far rientrare anche il gonfiore.
Il chirurgo sostiene che mi sto preoccupando troppo e che in realtà non ho niente che non sia un semplice idrocele che potrei togliere in qualsiasi momento con una piccola operazione.
Ad oggi sono in attesa dell’ultimo parere dell’andrologo.
La mi situazione è stabile, nel senso che il gonfiore al testicolo sinistro è sempre molto accentuato, non avverto particolari dolori, ma fastidio dovuto alla pressione esercitata dal liquido. A volte lo scroto si presenta indurito e il fastidio si irradia anche al testicolo sano che per colpa del gonfiore risulta spostato.
Mi scuso se mi sono dilungato troppo, ma penso che una descrizione dettagliata del mio stato possa servire per avere riscontro quanto più valido possibile.
Secondo voi cosa dovrei fare? La strada dell’operazione per l’idrocele sembra la più ovvia, oppure c’è la possibilità di scongiurare il nuovo intervento prendendo la strada dei farmaci che mi prescriverà l’andrologo?
Mi conviene aspettare ancora o non devo perdere altro tempo per non aggravare la situazione?
A quali altri inconvenienti posso andare incontro dopo l’operazione? Sono veramente fondati i rischi che gravano sulla fertilità?
Grazie in anticipo
sono un ragazzo di 27 anni. Perderò un po’ di tempo per descrivere il mio quadro clinico prima di esporre il problema per il quale richiedo un vostro consulto.
Premetto che faccio una vita tranquilla, un po’ sedentaria per via del lavoro che faccio, che mi costringe a restare 8 ore al giorno seduto alla scrivania. Forma fisica buona e senza problemi di salute particolari.
Dunque, a partire da novembre 2006 ho incominciato ad accusare un fastidio al testicolo sinistro, senso di pesantezza, pizzichi; fastidio che diventava dolore quando stavo molto tempo in piedi o al mattino al risveglio. Alla palpazione il testicolo si presentava leggermente ingrossato e dolente, stava in posizione più ritenuta del normale. Dopo un consulto con il medico di base, il quale mi prescrisse una ecografia scrotale, in cui si evidenziava solo un minimo varicocele di 1°grado ai danni del testicolo sinistro e un lieve idrocele sinistro. A questo punto il medico mi disse di non preoccuparmi e mi prescrisse una cura con antiinfiammatorio (Danzen) per qualche giorno. Successivamente i fastidi passarono, per poi tornare ad inizio gennaio e insieme al dolore al testicolo ebbi la comparsa di un gonfiore all’inguine destro.
Questa volta il medico curante mi disse che si trattava di una ernia inguinale e mi consiglio di aspettare un pò di tempo dopo il quale contattare un chirurgo per un parere.
Alla fine di gennaio, non essendo passato il gonfiore, mi sono recato dal chirurgo il quale mi ha confermato la presenza dell’ernia fuoriuscita a destra e di una piccola punta di ernia a sinistra, quindi consigliava di operare ambo i lati, nel frattempo parlai anche del problema avuto al testicolo e mi disse di eseguire un eco-color doppler dei vasi spermatici che evidenziarono un varicocele di II grado a sinistra, quindi rispetto alla precedente ecografia risultò un peggioramento del varicocele. A questo punto il chirurgo mi prenoto l’intervento e così lo scorso 9 febbraio sono stato operato di:
Ernioplastica inguinale bilaterale, legatura e sezione della vena spermatica sinistra in laparoscopia in regime di anestesia generale.
L’intervento andò bene, molto veloce e quasi indolore, il giorno seguente fui dimesso con la sola prescrizione di una cura antibiotica di 5 giorni con Levoxacin 500. Dopo qualche giorno di riposo a letto e i normali dolori post-operatori ho incominciato ad avvertire un dolore crescente al testicolo sinistro con un notevole gonfiore. Recatomi in clinica, dove ero stato operato, il dottore mi disse che era tutto normale e che dovevo avere pazienza. Ma il dolore e il gonfiore aumentarono sempre di più e mi costrinsero a ritornare ripetutamente dal dottore che solo dopo un mese mi disse di fare una ecografia perché secondo lui era “solo” un idrocele dovuto all’intervento. In effetti l’esame evidenziò un marcatissimo idrocele sinistro, mentre tutto il resto era nella norma. Per quanto riguarda l’ernia invece tutto si era risolto, non avevo più alcun disturbo né all’inguine né alle cicatrici dell’operazione.
A questo punto il chirurgo mi disse di aspettare qualche mese perché questo tipo di complicazione era normale e che se il liquido non si fosse riassorbito spontaneamente, cosa sul quale non contava molto, sarebbe stato necessario eseguire un nuovo intervento. Allora insistei per avere almeno una qualche cura per alleviare il dolore/fastidio dovuto al notevole gonfiore, e quindi mi aspiro con una siringa il liquido all’interno dello scroto con una successiva iniezione di Cortisone, ma mi disse anche che non sarebbe servito a molto. In realtà trassi un gran sollievo da quella aspirazione, diciamo che mi sentii più leggero, ma ne giro di qualche giorno il gonfiore torno come prima.
Il medico curante nel frattempo mi prescrive un antiinfiammatorio più forte (BRUFEN 600), antibiotici (VECLAM 500) e una pomata da mettere sullo scroto (FIBRASE).
Passate diverse settimane, ormai per disperazione, il 5 marzo mi sono rivolto per la prima volta ad un andrologo, il quale raccontata la mia storia fu molto contrariato del mio decorso, in quanto secondo lui sia io che il chirurgo che mi ha operato abbiamo agito senza pensare ai rischi a cui era sottoposta la mia fertilità.
Adesso, io ho piena fiducia nei medici e non penso né che io potevo sapere o immaginare quale sarebbe stata la strada migliore per risolvere al meglio il mio caso, né che il dottore che mi aveva operato potesse aver agito in maniera inappropriata. Comunque …
L’andrologo, dopo una veloce visita, mi disse che secondo lui oltre all’idrocele era presente un ingrossamento della tunica vaginale e che con questo quadro clinico la mia fertilità poteva essere già compromessa. Mi prescrisse una serie di esami per lui obbligatori in questi casi e che avrei dovuto fare anche prima dell’intervento (esame colturale del liquido seminale e delle urine, esami ormonali, tamponi uretrali per ricerca batteriologica).
Questo il risultato degli esami del 7 marzo:
ORMONOLOGIA
17-beta estradiolo 17 pg/ml (0-56)
FSH 2 mi. U/ml (1-10)
LH 2 mi. U/ml (1-10)
Prolattina 8 ng/ml (0-25)
Testosterone 4.50 ng/ml (2.4-13.0)
RICERCA BATTERIOLOGICA (tamponi uretrali)
Ricerca Trichomonas assente
Ricerca Chlamydie assente
Ricerca Micoplasma/ureaplasma assente
ESAME COLTURALE (tamponi uretrali)
Germe isolato Stafiloc.Haemolyticu
Antibiogramma
Ciprofloxacina intermedio <= 16
Trimeth-sulfato resistente > 64
ESAME LIQUIDO SEMINALE
da considerare che il prelievo avveniva subito dopo i tamponi uretrali, con annesso dolore
Aspetto opalescente
Colore bianco-giallastro
Quantità 2.0 ml. (2-6)
PH 7.7 (7.0-7.8)
Nemaspermi 87 milioni/ml (100-200)
Mobilità al prelievo 65% (prelievo fatto a casa circa 2 ore prima)
Mobilità dopo 2H 60%
Mobilità dopo 24H 1%
Forme normali 57%
Forme appuntite 13%
Forme arrotondate 9%
Forme doppie 10%
Forme amorfe 11%
Anomalie spermatogenesi assenti
Presenza di 40-60 leucociti p.c.m.
Presenza 6-8 emazie p.c.m.
Rare cellule rotonde
Presenza di cellule epiteliali
Assenza di movimenti circa 35%
Assenza di agglutinazione
Flora batterica mista
ESAME COLTURALE LIQUIDO SEMINALE E URINE
Germe isolato escherichia-coli
negativo per miceti
Antibiogramma
Fosfomicina intermedio <= 16
Alla luce del mio racconto vi chiedo un vostro parere sulla mia situazione in quanto allo stato attuale mi trovo tra il parere discordante di 3 figure.
Il medico di base dice che il mio problema è dovuto a una infezione visibile dalle analisi (non ho capito quale è il valore che lo dimostra?) e dall’infiammazione provocata dall’intervento. Inoltre per lui il nuovo intervento auspicato dal chirurgo per rimuovere l’idrocele è inutile e non risolverebbe la situazione, invece sarebbe necessaria una cura con antibiotici e antiinfiammatori, che comunque dovrà prescrivere l’andrologo, per far rientrare anche il gonfiore.
Il chirurgo sostiene che mi sto preoccupando troppo e che in realtà non ho niente che non sia un semplice idrocele che potrei togliere in qualsiasi momento con una piccola operazione.
Ad oggi sono in attesa dell’ultimo parere dell’andrologo.
La mi situazione è stabile, nel senso che il gonfiore al testicolo sinistro è sempre molto accentuato, non avverto particolari dolori, ma fastidio dovuto alla pressione esercitata dal liquido. A volte lo scroto si presenta indurito e il fastidio si irradia anche al testicolo sano che per colpa del gonfiore risulta spostato.
Mi scuso se mi sono dilungato troppo, ma penso che una descrizione dettagliata del mio stato possa servire per avere riscontro quanto più valido possibile.
Secondo voi cosa dovrei fare? La strada dell’operazione per l’idrocele sembra la più ovvia, oppure c’è la possibilità di scongiurare il nuovo intervento prendendo la strada dei farmaci che mi prescriverà l’andrologo?
Mi conviene aspettare ancora o non devo perdere altro tempo per non aggravare la situazione?
A quali altri inconvenienti posso andare incontro dopo l’operazione? Sono veramente fondati i rischi che gravano sulla fertilità?
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile lettore,
il rischio di chiedere nuovi pareri è quello di avere più confusione, ma cercherò di essere il più sintetico e lineare possibile. Sulla base di quanto ci descrive (e pertanto non avendo la possibilità di poterla valutare direttamente) questi sono i miei pareri:
-1. rischi per la fertilità: l'idrocele in quanto tale non crea rischi per la fertilità. Lei ha avuto recentemente un intervento di correzione per varicocele, è pertanto corretto valutare la fertilità a 6 mesi dall'intervento con nuovo spermiogramma;
-2. idrocele: è una possibile complicanza degli interventi che lei ha avuto. Non ritengo si possa risolvere seza intervento chirurgico (che in sè è semplice e non comporta rischi per la fertilità). Non le suggerirei di ripetere l'aspirazione di liquido: non è risolutiva (come ha già visto) e può rendere un pò indaginosa la successiva correzione chirurgica.
Cordialmente,
Edoardo Pescatori
il rischio di chiedere nuovi pareri è quello di avere più confusione, ma cercherò di essere il più sintetico e lineare possibile. Sulla base di quanto ci descrive (e pertanto non avendo la possibilità di poterla valutare direttamente) questi sono i miei pareri:
-1. rischi per la fertilità: l'idrocele in quanto tale non crea rischi per la fertilità. Lei ha avuto recentemente un intervento di correzione per varicocele, è pertanto corretto valutare la fertilità a 6 mesi dall'intervento con nuovo spermiogramma;
-2. idrocele: è una possibile complicanza degli interventi che lei ha avuto. Non ritengo si possa risolvere seza intervento chirurgico (che in sè è semplice e non comporta rischi per la fertilità). Non le suggerirei di ripetere l'aspirazione di liquido: non è risolutiva (come ha già visto) e può rendere un pò indaginosa la successiva correzione chirurgica.
Cordialmente,
Edoardo Pescatori
Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it
[#2]
Gent.le utente,
l'idrocele sx post interv di interruzione della vena spermatica è dovuto a difficoltà nella angiogenesi venosa: in altre parole dopo l'interruzione della vena spermatica int sx ( varicosa appunta) vengono neoformate nuove vene per far tornare il sangue da testicolo.
Nel suo caso c'è difficoltà di ritorno venoso da cui l'insorgenza di idrocele,per il quale tra 3/4 mesi sarà bene eseguire un interv banale quale la resezione della vaginale, come consigliata dal collega chiururgo operatore.
Ciò che non mi è chiaro è perchè abbia dolore al test sx,essendo l'idrocele, complicanza di interv ch per varicocele ,asintomatico.
La fertilità non può avere alterazioni dagli interv da Lei eseguiti.
Cordiali saluti
l'idrocele sx post interv di interruzione della vena spermatica è dovuto a difficoltà nella angiogenesi venosa: in altre parole dopo l'interruzione della vena spermatica int sx ( varicosa appunta) vengono neoformate nuove vene per far tornare il sangue da testicolo.
Nel suo caso c'è difficoltà di ritorno venoso da cui l'insorgenza di idrocele,per il quale tra 3/4 mesi sarà bene eseguire un interv banale quale la resezione della vaginale, come consigliata dal collega chiururgo operatore.
Ciò che non mi è chiaro è perchè abbia dolore al test sx,essendo l'idrocele, complicanza di interv ch per varicocele ,asintomatico.
La fertilità non può avere alterazioni dagli interv da Lei eseguiti.
Cordiali saluti
Dott.Roberto Mallus
[#3]
Ex utente
Grazie per le prime risposte.
In effetti il dolore al testicolo SX si presenta molto spesso nel corso della giornata, per questo il mio decorso sta risultando abbastanza fastidioso.
Alla palpazione non riesco a raggiungere il testicolo per via del liquido presente, ma andando con le dita nella parte posteriore, in prossimità dell'inguine, avverto un notevole bruciore. Mentre nella restante zona dello scroto non ho dolore.
E' possibile che ci sia una infezione? Come mai il medico di base mi ha detto che dalle analisi questa infezione risulta (non ho capito quale è il valore che lo dimostra?).
La pomata che sto usando (FIBRASE) è utile? Io non noto benefici.
Per l'intervento di idrocele dovrò per forza attendere almeno 3/4 mesi?
Buon lavoro
In effetti il dolore al testicolo SX si presenta molto spesso nel corso della giornata, per questo il mio decorso sta risultando abbastanza fastidioso.
Alla palpazione non riesco a raggiungere il testicolo per via del liquido presente, ma andando con le dita nella parte posteriore, in prossimità dell'inguine, avverto un notevole bruciore. Mentre nella restante zona dello scroto non ho dolore.
E' possibile che ci sia una infezione? Come mai il medico di base mi ha detto che dalle analisi questa infezione risulta (non ho capito quale è il valore che lo dimostra?).
La pomata che sto usando (FIBRASE) è utile? Io non noto benefici.
Per l'intervento di idrocele dovrò per forza attendere almeno 3/4 mesi?
Buon lavoro
[#4]
Caro lettore ,
forse questa considerazione clinica è stata fatta sulla base di alcuni esami colturali che lei ci ha inviato in cui viene riferita la presenza di batteri. Eventualmente se il disturbo dovesse continuare potrebbe essere utili , dopo aver riparlato con il suo medico di medicina generale , ripeterli.
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta.
forse questa considerazione clinica è stata fatta sulla base di alcuni esami colturali che lei ci ha inviato in cui viene riferita la presenza di batteri. Eventualmente se il disturbo dovesse continuare potrebbe essere utili , dopo aver riparlato con il suo medico di medicina generale , ripeterli.
Ancora un cordiale saluto.
Giovanni Beretta.
Giovanni Beretta M.D.
http://andrologiamedica.org/prenota-consulto-online/
https://centrodemetra.com/prenota-consulto-online/
[#5]
caro lettore,
il suo caso presenta tante "sfaccettature" che è presuntuoso voler esprimere giudizi validi solo sulla base della sua, seppur ricca descrizione.
Si rivolga all'andrologo. A Catania senta il validissimo Dottor Bruno Giammusso della Andrologia della Clinica Urologica e segua le indicazioni che le saranno prospettate
Cari saluti
il suo caso presenta tante "sfaccettature" che è presuntuoso voler esprimere giudizi validi solo sulla base della sua, seppur ricca descrizione.
Si rivolga all'andrologo. A Catania senta il validissimo Dottor Bruno Giammusso della Andrologia della Clinica Urologica e segua le indicazioni che le saranno prospettate
Cari saluti
Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org
[#6]
Ex utente
Grazie per la segnalazione del collega di Catania, anche se preferirei non aggiungere una nuova figura al mio caso.
Purtroppo quello che mi è più difficile capire è come i 3 dottori che già mi seguono abbiano pareri e approcci così contrastanti tra loro. Non so se preoccuparmi di più del chirurgo che con molta tranquillità affronterebbe subito un nuovo intervento o dell'andrologo che con estremo allarmismo mi prospetta danni irreversibili.
In questa sede non pretendo di trovare la soluzione al problema ma spero di avere, da voi, un confronto che sino ad oggi le molteplici visite specialistiche non mi hanno dato.
Grazie
Purtroppo quello che mi è più difficile capire è come i 3 dottori che già mi seguono abbiano pareri e approcci così contrastanti tra loro. Non so se preoccuparmi di più del chirurgo che con molta tranquillità affronterebbe subito un nuovo intervento o dell'andrologo che con estremo allarmismo mi prospetta danni irreversibili.
In questa sede non pretendo di trovare la soluzione al problema ma spero di avere, da voi, un confronto che sino ad oggi le molteplici visite specialistiche non mi hanno dato.
Grazie
[#7]
Caro lettore,
ritorno sul concetto che ,in questi casi, è bene sentire il parere di una persona con "funzioni arbitrali" e che conosce meglio di tutti noi la sua storia clinica e questo è il suo medico di medicina generale.
Un cordiale saluto.
ritorno sul concetto che ,in questi casi, è bene sentire il parere di una persona con "funzioni arbitrali" e che conosce meglio di tutti noi la sua storia clinica e questo è il suo medico di medicina generale.
Un cordiale saluto.
[#8]
Ex utente
Salve,
oggi sono stato visitato dall'andrologo il quale mi ha consigliato l'intervento chirurgico per risolvere l'idrocele.
Ho chiesto se l'intervento è urgente o posso temporeggiare ancora un mese? Non vorrei tornare subito sotto i ferri.
La risposta è stata che allo stato attuale la pressione esercitata dal liquido non è eccesiva, ma se questa aumentasse l'intervento diventerebbe urgente in quanto l'eccessiva pressione potrebbe portare all'atrofia del testicolo.
E' vero che l'idrocele può nuocere in qualche modo alla salute del testicolo? E' necessario che mi sottoponga subito all'intervento?
Inoltre mi ha prescritto un antibatterico (UNIDROX 600) e dei fermenti lattici (VSL 3) per le vie urinarie, perchè allo stato attuale non sussistono infezioni a carico del testicolo.
Non capisco come dei fermenti lattici possano essere d'aiuto nel mio caso?!
Attendo con fiducia un vostro cortese commento.
Grazie
Buon lavoro
oggi sono stato visitato dall'andrologo il quale mi ha consigliato l'intervento chirurgico per risolvere l'idrocele.
Ho chiesto se l'intervento è urgente o posso temporeggiare ancora un mese? Non vorrei tornare subito sotto i ferri.
La risposta è stata che allo stato attuale la pressione esercitata dal liquido non è eccesiva, ma se questa aumentasse l'intervento diventerebbe urgente in quanto l'eccessiva pressione potrebbe portare all'atrofia del testicolo.
E' vero che l'idrocele può nuocere in qualche modo alla salute del testicolo? E' necessario che mi sottoponga subito all'intervento?
Inoltre mi ha prescritto un antibatterico (UNIDROX 600) e dei fermenti lattici (VSL 3) per le vie urinarie, perchè allo stato attuale non sussistono infezioni a carico del testicolo.
Non capisco come dei fermenti lattici possano essere d'aiuto nel mio caso?!
Attendo con fiducia un vostro cortese commento.
Grazie
Buon lavoro
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 28.1k visite dal 23/03/2007.
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