Piccola calcificazione sottopelle sull'asta del pene
Buonasera, da circa una settimana ho riscontrato una piccola protuberanza, sotto pelle, dura al tatto sulla parte dorsale dell'asta del pene.
In Data odierna mi sono recato da un Andrologo per esporre il problema.
Mi ha sottoposto ad ecografia e mi ha comunicato che effettivamente è presente una piccola calcificazione a livello del terzo distale, precisamente il referto recita: EO millimetrica durezza dorsale al terzo distale del pene.
Mi ha consigliato di assumere un integratore di vitamina E, precisamente "Peyronex" tutti i giorni per 3 mesi, per poi rincontrarci e valutare la situazione.
Ho fatto qualche domanda su cosa potrebbe comportare ed il dottore mi ha informato che è sintomo della malattia di La Peyronie.
Ora, ho fatto il grave errore, dopo la visita, di fare ricerche in rete in merito alla suddetta malattia e devo dire che ciò che ho letto mi ha preoccupato non poco.
Ora, il dottore mi ha rassicurato dicendomi che comunque la calcificazione è molto piccola e che al momento secondo lui non è pericolosa.
La mia preoccupazione, chiaramente, riguarda il decorso eventuale di questa malattia.
Al momento non ho riscontrato incurvamenti evidenti o dolori particolari se non un po' di fastidio proprio nel punto in cui è presente la calcificazione durante l'erezione.
Tuttavia vorrei sapere se questa cosa è destinata a peggiorare e se c'è possibilità di regressione, ho letto che in molti casi porta ad accorciamenti significativi dell'organo e a curvature dolorose e deficitarie per quanto riguarda l'atto sessuale, non contando la facile comparsa di disfunzione erettile.
Vi sarei molto grato se poteste darmi un secondo parere medico e delle delucidazioni su quanto è probabile che ciò che ho sopra descritto si verifichi, contando che da domani comincerò a prendere l'integratore.
Grazie in anticipo
In Data odierna mi sono recato da un Andrologo per esporre il problema.
Mi ha sottoposto ad ecografia e mi ha comunicato che effettivamente è presente una piccola calcificazione a livello del terzo distale, precisamente il referto recita: EO millimetrica durezza dorsale al terzo distale del pene.
Mi ha consigliato di assumere un integratore di vitamina E, precisamente "Peyronex" tutti i giorni per 3 mesi, per poi rincontrarci e valutare la situazione.
Ho fatto qualche domanda su cosa potrebbe comportare ed il dottore mi ha informato che è sintomo della malattia di La Peyronie.
Ora, ho fatto il grave errore, dopo la visita, di fare ricerche in rete in merito alla suddetta malattia e devo dire che ciò che ho letto mi ha preoccupato non poco.
Ora, il dottore mi ha rassicurato dicendomi che comunque la calcificazione è molto piccola e che al momento secondo lui non è pericolosa.
La mia preoccupazione, chiaramente, riguarda il decorso eventuale di questa malattia.
Al momento non ho riscontrato incurvamenti evidenti o dolori particolari se non un po' di fastidio proprio nel punto in cui è presente la calcificazione durante l'erezione.
Tuttavia vorrei sapere se questa cosa è destinata a peggiorare e se c'è possibilità di regressione, ho letto che in molti casi porta ad accorciamenti significativi dell'organo e a curvature dolorose e deficitarie per quanto riguarda l'atto sessuale, non contando la facile comparsa di disfunzione erettile.
Vi sarei molto grato se poteste darmi un secondo parere medico e delle delucidazioni su quanto è probabile che ciò che ho sopra descritto si verifichi, contando che da domani comincerò a prendere l'integratore.
Grazie in anticipo
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Gentile lettore,
l'Induratio Penis Plastica (IPP) o malattia di La Peyronie è una patologia caratterizzata dalla formazione di placche fibrotiche all'interno della tunica albuginea del pene.
Questa malattia è facilmente associata a dolore e spesso a curvature anomale del pene durante l'erezione, nelle fasi più avanzate della malattia possono subentrare disturbi dell'erezione.
La causa della malattia è poco nota. Molti sono i fattori ipotizzati e spesso associati alla patologia. Tra questi i traumi sono ritenuti i più importanti, soprattutto i micro traumatismi che causano sanguinamento e successiva deposizione di fibrina con attivazione della normale reazione infiammatoria.
Altri fattori chiamati in causa sono quelli vascolari (aterosclerosi, ipertensione arteriosa) ed infettivi (uretriti, ecc.).
L’osservazione che antigeni HLA della classe II sono più comuni in uomini con induratio penis plastica fa ritenere molto suggestiva anche una causa autoimmunitaria.
Il disturbo erettivo interessa circa il 40% degli uomini colpiti da malattia di La Peyronie e le cause sembrano da imputare ad un problema vascolare di tipo arterioso, quando la placca allunga e assottiglia i vasi, oppure di tipo venoso per le alterazioni dei normali meccanismi di occlusione venosa con conseguente aumentata fuga del sangue dai corpi cavernosi.
La malattia presenta un decorso molto variabile e a volte capita anche di osservare una risoluzione spontanea della placca. Per questo motivo il trattamento deve essere all'inizio di tipo farmacologico, conservativo con l'utilizzo di prodotti a base di vitamina E, farmaci antiinfiammatori ed anti fibrotici (tra questi vi è il PABA, cioè l’acido parammino benzoato di potassio).
Sono state provate anche altre terapie come gli ultrasuoni, la diatermia, la laserterapia, le iniezioni intra placca di farmaci antinfiammatori.
Nel 2013 la Food and Drug Administration americana ha approvato l’utilizzo negli U.S.A. della collagenasi estratta da Clostridium Hystoliticum per il trattamento intralesionale delle placche di IPP; due studi randomizzati hanno dimostrato che la collagenasi migliora la curvatura dell’asta fino al 34%.
L’iniezione della collagenasi nella placca albuginea, che è composta principalmente da fibre di collagene, sembra determinare una rottura enzimatica. Dopo l’iniezione, si deve associare un programma di stretching e manipolazione (condotto dal medico subito dopo la procedura e proseguito dal paziente a domicilio nei giorni successivi).
Prima di questa indicazione, quando il nodulo era stabilizzato ed in presenza di gravi incurvamenti o disturbi dell'erezione, si riteneva utile ricorrere ad un trattamento chirurgico che può prevedere anche l'inserimento di una protesi oppure l'uso di tecniche di chirurgia plastica che permettono l'escissione della placca stessa e la correzione dell'incurvamento.
Un cordiale saluto
l'Induratio Penis Plastica (IPP) o malattia di La Peyronie è una patologia caratterizzata dalla formazione di placche fibrotiche all'interno della tunica albuginea del pene.
Questa malattia è facilmente associata a dolore e spesso a curvature anomale del pene durante l'erezione, nelle fasi più avanzate della malattia possono subentrare disturbi dell'erezione.
La causa della malattia è poco nota. Molti sono i fattori ipotizzati e spesso associati alla patologia. Tra questi i traumi sono ritenuti i più importanti, soprattutto i micro traumatismi che causano sanguinamento e successiva deposizione di fibrina con attivazione della normale reazione infiammatoria.
Altri fattori chiamati in causa sono quelli vascolari (aterosclerosi, ipertensione arteriosa) ed infettivi (uretriti, ecc.).
L’osservazione che antigeni HLA della classe II sono più comuni in uomini con induratio penis plastica fa ritenere molto suggestiva anche una causa autoimmunitaria.
Il disturbo erettivo interessa circa il 40% degli uomini colpiti da malattia di La Peyronie e le cause sembrano da imputare ad un problema vascolare di tipo arterioso, quando la placca allunga e assottiglia i vasi, oppure di tipo venoso per le alterazioni dei normali meccanismi di occlusione venosa con conseguente aumentata fuga del sangue dai corpi cavernosi.
La malattia presenta un decorso molto variabile e a volte capita anche di osservare una risoluzione spontanea della placca. Per questo motivo il trattamento deve essere all'inizio di tipo farmacologico, conservativo con l'utilizzo di prodotti a base di vitamina E, farmaci antiinfiammatori ed anti fibrotici (tra questi vi è il PABA, cioè l’acido parammino benzoato di potassio).
Sono state provate anche altre terapie come gli ultrasuoni, la diatermia, la laserterapia, le iniezioni intra placca di farmaci antinfiammatori.
Nel 2013 la Food and Drug Administration americana ha approvato l’utilizzo negli U.S.A. della collagenasi estratta da Clostridium Hystoliticum per il trattamento intralesionale delle placche di IPP; due studi randomizzati hanno dimostrato che la collagenasi migliora la curvatura dell’asta fino al 34%.
L’iniezione della collagenasi nella placca albuginea, che è composta principalmente da fibre di collagene, sembra determinare una rottura enzimatica. Dopo l’iniezione, si deve associare un programma di stretching e manipolazione (condotto dal medico subito dopo la procedura e proseguito dal paziente a domicilio nei giorni successivi).
Prima di questa indicazione, quando il nodulo era stabilizzato ed in presenza di gravi incurvamenti o disturbi dell'erezione, si riteneva utile ricorrere ad un trattamento chirurgico che può prevedere anche l'inserimento di una protesi oppure l'uso di tecniche di chirurgia plastica che permettono l'escissione della placca stessa e la correzione dell'incurvamento.
Un cordiale saluto
Giovanni Beretta M.D.
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2 visite dal 13/11/2024.
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