Misure anti-covid e vaccino possono favorire mutazioni più infettive? possibili strategie diverse?
Buongiorno,
premesso che non sono esperto della materia e non voglio entrare a far parte dei molti che in questo tempo si improvvisano virologi senza avere le conoscenze, vorrei comunque esporre un dubbio e un'idea di cui non ho sentito parlare finora e mi piacerebbe sentire un parere degli esperti.
Abbiamo imparato dai virologi che i virus a RNA mutano frequentemente per adattarsi alle condizioni ambientali e infatti in questi giorni si parla con preoccupazione delle varianti del SARS-CoV-2 che sono state identificate, che lo hanno reso più infettivo.
Non potrebbe essere verosimile che le misure di contenimento che sono state prese con varie modalità in quasi tutto il mondo, dal distanziamento sociale, alle mascherine e ai vari livelli di lockdown, abbiano paradossalmente contribuito a selezionare questa variante, che potrebbe essere una reazione del virus alla maggiore difficoltà nel diffondersi?
Inoltre, non potrebbe il vaccino, quando si raggiungerà una quota significativa di popolazione immunizzata, far emergere altre mutazioni capaci di resistere al vaccino stesso e magari ancora più infettive?
Se così fosse, non sarebbe il caso di rivedere globalmente la strategia e, invece di attaccare frontalmente il virus nel vano tentativo di bloccarlo, ragionare in modo diverso e puntare a strategie rivolte a selezionare varianti meno pericolose?
Ad esempio, se si focalizzassero gli sforzi e gli investimenti sui farmaci curativi, più che sul vaccino, e si riuscisse a disporre di antivirali o altri che fossero in grado di curare efficacemente e guarire la malattia quando conclamata, si potrebbe cambiare strategia e curare solo coloro che si ammalano, isolandoli fino a guarigione avvenuta (in modo che eventuali forme resistenti al farmaco non possano diffondersi), e dall'altra lasciare circolare liberamente gli asintomatici, che in tal modo favorirebbero la diffusione delle varianti meno aggressive del virus.
In sostanza sarebbe un modo per addomesticare il virus, rendendolo sostanzialmente innocuo, piuttosto che tentare di annientarlo col rischio di renderlo più micidiale.
Capisco che è un'idea controcorrente, ma è davvero sbagliata e perché?
premesso che non sono esperto della materia e non voglio entrare a far parte dei molti che in questo tempo si improvvisano virologi senza avere le conoscenze, vorrei comunque esporre un dubbio e un'idea di cui non ho sentito parlare finora e mi piacerebbe sentire un parere degli esperti.
Abbiamo imparato dai virologi che i virus a RNA mutano frequentemente per adattarsi alle condizioni ambientali e infatti in questi giorni si parla con preoccupazione delle varianti del SARS-CoV-2 che sono state identificate, che lo hanno reso più infettivo.
Non potrebbe essere verosimile che le misure di contenimento che sono state prese con varie modalità in quasi tutto il mondo, dal distanziamento sociale, alle mascherine e ai vari livelli di lockdown, abbiano paradossalmente contribuito a selezionare questa variante, che potrebbe essere una reazione del virus alla maggiore difficoltà nel diffondersi?
Inoltre, non potrebbe il vaccino, quando si raggiungerà una quota significativa di popolazione immunizzata, far emergere altre mutazioni capaci di resistere al vaccino stesso e magari ancora più infettive?
Se così fosse, non sarebbe il caso di rivedere globalmente la strategia e, invece di attaccare frontalmente il virus nel vano tentativo di bloccarlo, ragionare in modo diverso e puntare a strategie rivolte a selezionare varianti meno pericolose?
Ad esempio, se si focalizzassero gli sforzi e gli investimenti sui farmaci curativi, più che sul vaccino, e si riuscisse a disporre di antivirali o altri che fossero in grado di curare efficacemente e guarire la malattia quando conclamata, si potrebbe cambiare strategia e curare solo coloro che si ammalano, isolandoli fino a guarigione avvenuta (in modo che eventuali forme resistenti al farmaco non possano diffondersi), e dall'altra lasciare circolare liberamente gli asintomatici, che in tal modo favorirebbero la diffusione delle varianti meno aggressive del virus.
In sostanza sarebbe un modo per addomesticare il virus, rendendolo sostanzialmente innocuo, piuttosto che tentare di annientarlo col rischio di renderlo più micidiale.
Capisco che è un'idea controcorrente, ma è davvero sbagliata e perché?
[#1]
La sua idea, non comprende un fattore importante: il virus muta da solo quando e come vuole e non c'è fattore ambientale che lo favorisca. Per gli antivirali ci vorranno anni per sintetizzarlo. L' unica speranza è che questo vaccino, come già si dice, agisca anche su quello mutato.
Dr. Claudio Bosoni
[#2]
Utente
Grazie per la risposta, che però mi sorprende e sovverte quanto avevo capito finora sui meccanismi di selezione: non è l'ambiente che seleziona le mutazioni più adatte fra le mgliaia di mutazioni casuali? Se così non è, allora non è corretto neanche che l'uso eccessivo o scorretto degli antibiotici tende a selezionare le forme batteriche resistenti?
Scusi, ma sono rimasto confuso dalla sua risposta.
Scusi, ma sono rimasto confuso dalla sua risposta.
[#3]
Lei non è un immunologo e nemmeno un virologo, che a tutti i costi insiste con delle teorie strampalate (da vicina di casa), che io da immunologo mi vergogno di leggerle. Lei scrive questi consulti perchè non ha altre cose da fare. Ma tanto il medico è gratis. E sappia che per colpa sua ho ritardato a rispondere ad altri quesiti seri e importanti.
[#4]
Utente
Mi scuso per aver fatto perdere qualche minuto del tempo che Lei dedica in modo volontario, ma Le faccio notare che un po’ di gentilezza nel rapportarsi con gli utenti non guasterebbe. Peraltro ho perso tempo anch’io credendo che questo sito servisse anche a rispondere al desiderio di capire degli utenti e non a sbeffeggiare con arroganza le domande, magari ingenue, degli stessi.
Avevo premesso chiaramente di non essere un esperto della materia ma chiedevo semplicemente chiarimenti, ma Lei non si è degnato di rispondere nel merito, limitandosi a definire strampalate le mie domande, che tra l’altro si riferivano a un principio che avevo sentito affermare da altri medici e che credevo ben consolidato, cioè quella che i virus subiscono un processo di selezione delle mutazioni in base alla pressione ambientale.
Con questo non La disturberò più, visto il Suo atteggiamento di non disponibilità.
Avevo premesso chiaramente di non essere un esperto della materia ma chiedevo semplicemente chiarimenti, ma Lei non si è degnato di rispondere nel merito, limitandosi a definire strampalate le mie domande, che tra l’altro si riferivano a un principio che avevo sentito affermare da altri medici e che credevo ben consolidato, cioè quella che i virus subiscono un processo di selezione delle mutazioni in base alla pressione ambientale.
Con questo non La disturberò più, visto il Suo atteggiamento di non disponibilità.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 768 visite dal 07/01/2021.
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