Ipertrofia tonsillare, allergia?

Gentili sig. medici. volevo esporre il caso di mia figlia per il quale sono molto preoccupata. Da circa un mese si è manifestata improvvisamente un'ipertrofia tonsillare molto accentuata, senza febbre nè altri sintomi, che però, da subito, ha dato problemi respiratori di notte. A seconda della posizione o non riusciva a respirare (supina) oppure deglutendo a fatica, tossiva probabilmente a causa della saliva che andava di traverso.
Ha cominciato una terapia antistaminica che non ha dato effetto, se non chè dopo una gita in montagna, il qudro di ipertrofia si è ancor più aggravato obbligandoci alla terapia cortisonica che attualmente sta avendo un modico effetto non tanto sull'ipertrofia (anche se le tonsille sono un pò regredite) quando sulla respirazione che fortunatamente è tornata normale.
L'otorino che la cura asserisce che sia necessario prima del probabile intervento, escludere un'allergia. Inizialmente ero scettica ma poi mi sono convinta che forse la ragione di tutto questo è proprio l'allergia.
Nella vita di mia figlia, infatti, ci sono stati più fenomeni che orientano verso questa causa. A circa 2 anni ha avuto un episodio di diarrea del quale non si comprendeva la causa e già allora si pensava ad un'allergia alimentare. L'anno dopo ha avuto la stessa sintomatologia attuale ma verso le adenoidi che sono state asportate dopo qualche mese ( a novembre 2005) perchè causa di molte apnee e ipoacusia grave. Tutti questi sintomi sono sempre comparsi nel periodo marzo/fine aprile.
Il quesito è questo. Posta che la diagnosi sia quella di allergia, come devo comportarmi? Personalmente ho molta paura perchè una volta terminata la terapia con cortisone temo che ricominceremo con i problemi respiratori che temo di non essere in grado di gestire. Non riesco a capire se le mia paure sono reali o esagerate solo per il fatto di non sapere. Dovrà fare delle prove allergiche ma qui i tempi di prenotazione sono di circa 3 mesi. Inoltre mi hanno detto ma mi hanno anche detto che terminato il cortisone dovrà ricominciare con l'anrtistaminico (che non aveva dato moglioramento). Insomma, che devo fare? E soprattutto, rischia crisi respiratorie severe?
Grazie molte
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Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464
Gentile Signora,

La diagnosi di allergia si pone solo dopo tests specifici da effettuarsi dopo un videat allergologico o Dermato-allergologico
associato a questi non bisogna dimenticare che l'ipertofia tonsillare è secondaria anche ad infezioni di tipo batterico che vanno valutate anche queste con test diretti ed ematologici.

solo dopo si impostano le terapie.

Cari saluti.

Dott. Luigi Laino
Dermatologo e Venereolgo, Roma

Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it

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Utente
Utente
Egregio dottore, si, lo so che è necessario fare i test, per i quali mi sono già attivata ma che hanno tempi biblici (uno/tre mesi a seconda della struttura a cui ci si rivolge).
Non avevo, invece specificato, che non ha mai avuto un episodio di tonsillite, come del resto, durtante l'ipotrofia adenoidea nella quale le otiti sono arrivate solo in seguito a causa dell'ostruzione al normale defluire del catarro in caso di raffreddore. La mia domanda specifica era: quali rischi corre mia figlia, nel senso, ci sono possibilità di crisi respiratorie importanti nell'attesa degli esami allergologici? Devo cercare di rivolgermi ad un allergologo anche a pagamento eventualmente per stabilire una terapia adeguata?
grazie
Grazie
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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
Con il concetto che bisogna sempre indagare il motivo per cui si sviluppa una patologia, l’ipertrofia tonsillare, come quella delle adenoidi, è prodotta da un agente patogeno, virus o batterio, che crea un notevole disagio nel sistema immunitario. Da questo disagio, parte tutta la sintomatologia allergica, ma se si cerca una probabile sostanza allergica, non si trova. Il motivo è l’origine dell’allergia, questa proviene da una alterata risposta dei linfociti Th1, Th2. Questi sono ben bilanciati nella risposta, ad ogni infiammazione rispondono i linfociti Th1, ad ogni allergia, rispondono i linfociti Th2. Per la persistenza di una infezione, infiammazione, questa bilancia viene spostata verso i Th2. Pertanto, per un meccanismo perverso, ogni volta che si presenta una infezione, infiammazione, invece di rispondere con i linfociti Th1, infezione, rispondono i linfociti Th2, allergia. Per questo motivo, il cortisone ha risposto poco e ancora meno gli antistaminici. Inoltre potrebbe essere presente una lieve infezione polmonare, che mantiene la difficoltà respiratoria.
Anche la ipertrofia tonsillare, può essere sostenuta, non solo dallo streptococco, ma anche da virus, come l’Epstein-Barr. L’intervento non porterebbe a niente, serve solo ad approfondire il problema, non avendo più la prima difesa tonsillare, gli agenti patogeni passerebbero indisturbati verso altre zon. Pertanto la terapia deve essere rivolta ad individuare questi, e aiutare il sistema immunitario a portarli via. Con questo obiettivo si esegue una terapia causale e non sintomatica. Inoltre il cortisone, abbassando le difese dell’organismo, permette lo sviluppo dei virus e batteri presenti. Il suo racconto, indica una infezione che è presente da diverso tempo, è su questa che si doveva agire tempestivamente, per evitare tutti i guai che attualmente si sono presentati.
Inoltre “A circa 2 anni ha avuto un episodio di diarrea, “ ha una importanza, che potrebbe indicare una intolleranza al glutine di grano, che può sostenere la patologia respiratoria, celiachia?

Purtroppo, la medicina convenzionale, conoscendo solamente antibiotici e cortisone, con questi agisce, ma non sono assolutamente risolutivi. Il ragionamento diagnostico e terapeutico, deve tenere conto delle più recenti scoperte effettuate in campo scientifico, di tutti i meccanismi immunologici che si verificano nei vari casi; applicare le più recenti scoperte. Ma se il ragionamento è rivolto alle basse diluizioni, è estremamente semplice trovare la soluzione, perchè è uguale a quello che viene effettuato dal nostro organismo. Infatti la produzione di proteine, citochine, ormoni, si verifica sempre ad una diluizione che è 0,005/0,002 nanomolare, che è uguale a quella usata in medicina biologica. Come vede, la soluzione è relativamente semplice, basta cercarla ed effettuare ragionamenti che comprendano sia la medicina convenzionale, con e sue più recenti scoperte, sia la medicina biologica, quindi una integrazione. Con questo, i risultati saranno sicuramente maggiori.
Pertanto, accertare quali sostanze possono creare allergia, senza andare all’origine del problema, può far continuare i disturbi respiratori. La terapia deve essere rivolta alla infiammazione originaria, che può essere localizzata in altre zone diverse dalle tonsille e adenoidi. Non importa che l’infiammazione sia eclatante, per poter provocare danni, basta che sia persistente e asintomatica. Agendo in questa maniera, sicuramente avrà miglioramenti, non dovrà attendere le prove allergiche, che poca importanza hanno, se non si accerta la vera causa.
Saluti


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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2004 al 2010
Perfezionato in medicine non convenzionali
A corredo e sostegno di quanto esposto dal Collega Moschini, suggerirei la seguente terapia con Transfer Factors omeopaticzzati, proprio in vista di un rebalance Th1/Th2:
* TRANSFACTOR 22 GUNA - 1 CAPSULA AL DI' PER 5 GIORNI LA SETTIMANA, PER 4 SETTIMANE.
A presto.
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Utente
Utente
Vi ringrazio molto per i vostri interventi. Più ci penso e più credo che quanto dite sia proprio quanto sta succedendo. Ero già dell'idea che l'ipotrofia adenoidea prima e quella tonsillare ora, mascherassero qualcosa di più complesso e proprio per questo non sono affatto tranquilla perchè vedo che i medici convenzionali hanno un approccio molto superficiale del problema che probalimnete, nel caso della mia bambina, si concluderebbe con l'asportazione delle tonsille senza risolvere il problema ( come è successo meno di sei mesi fa per le adenoidoi!). Adesso che cerco di collegare ogni cosa mi pare che l'ipotesi che fate sia proprio realistica: quest'anno non sono riuscita a mandare mia figlia all'asilo a causa del fatto che ogni banale sintomo di raffreddamento come un piccolo raffreddore che in genere guarisce in pochi giorni, a lei non guariva più complicandosi. Poi la stanchezza: sovente si fa prendere in braccio perchè dice che è stanca e io ho sempre pensato che fosse solo una scusa per farsi prendere in braccio. Il pallore di alcuni giorni che mi hanno anche segnalato altri. L'agitazione di alcuni giorni che ho sempre pensato potesse fare parte del suo carattere. Forse, invece, c'è proprio qualcosa che non va a livello generale. Il fatto che di notte dorme male e ha soventi incubi. Faccio predente che,tranne il pallore, cresce bene (dimostra perfino più della sua età) e non è magrolina.
E poi c'è un'altra cosa che sto pensando da ieri sera: anche io quest'anno ho avuto soventissimo i linfonodi del collo gonfi, mal di gola e mi sono ammalata moltissimo contrariamente a quanto accade di solito. Davo colpa alla stanchezza, ma magari, invece, abbiamo entrambe un bel virus.
In effetti, stavo pensando di iniziare a fare un bello screening su di me e poi, finito il cortisone, a lei.
che esami consigliate? Oppure le faccio la terapia senza indagare oltre? In tal caso dopo quanto tempo dovrei vedere dei miglioramenti sulle sue tonsille?
grazie

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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
Eseguire una terapia senza prima controllare adeguataemnte la persona, può portare ad un insuccesso, perchè i farmaci non si prescrivono a distanza, anche se possono essere validi, successivamente, se si verifica un insuccesso, potrebbe anche pensare che la medicina biologica non funziona, e questo non va bene. I farmaci biologici sono troppo personali, per poterli consigliare a distanza, senza aver prima esaminato attentamente la persona, quindi una accurata anamnesi, esame obiettivo, esami strumentali che posso eseguire in studio, da cui poi scaturiscono gli esami del sangue appropriati, per confermare la diagnosi.
Dal suo racconto, si può presumere la presenza di infezioni virali, che si sono sovrapposte alla infezione da streptococco, pertanto, se non si iterviene su questi, con farmaci appropriati, che intervengano sui virus stessi, e sulla malattia iniziale, successiva al loro ingresso, rimarranno sempre nell'organismo, poichè hanno la capacità si essere persistenti, nascondendosi al sistema immunitario.
saluti

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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2004 al 2010
Perfezionato in medicine non convenzionali
Caro Collega, concordo con la Sua premessa deontologico-clinica, tuttavia i nostri utenti lamentano spesso difficoltà a reperire medici esperti e motivati.
Ecco perchè talora si rende necessaria un'assistenza di prima istanza... peraltro i Transfer Tactors, che Lei certamente conosce, consentono un preliminare re-balance immunitario propedeutico ad un ulteriore approccio mirato. Nulla osta dunque alla loro assunzione, in attesa della consulenza diretta. Le preciso inoltre per esperienza di molti casi osservati (la >parte dei miei pazienti viene anche da molto lontano) che non è ipotizzabile un follow-up diretto ravvicinato, per cui occorre affinare la capacità diagnostica anche in base alle scarne note anamnestiche disponibili, differendo la delega all'indagine strumentale ai casi in cui essa è attuabile senza eccessivo disagio per il paziente: la scienza medica è arte, prassi o tekné? Un caro saluto.
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