Asma o ansia?
Buongiorno sono una ragazza di 24 allergica alla parietaria, all'olivo e agli acari della polvere. Ho avuto un solo grave attacco d'asma quando avevo circa 12 anni e da allora non ho più avuto grossi problemi, tant'è vero che mi era stata tolta anche la diagnosi di soggetto asmatico. Nell'ultimo anno però,in seguito ad un episodio in cui stavo perdendo il treno e cominciai a correre, iniziai ad avere una forte tosse e successivamenteun bruciore alla gola per mezza giornata e una strana sensazione/odore al petto,mi è stata diagnosticata di nuovo l'asma ed ora assumo RUPAFIN e LUKASM. Più di due settimane fa ho avuto l'influenza e ancora oggi ogni tanto ho un po' di tosse e soprattutto di notte mi capita di svegliarmi a causa di un fastidioso prurito alla gola che mi provoca tosse e un senso di apnea, bisogno di fare respiri profondi. Essendo anche una persona molto ansiosa mi capita di non saper distinguere quando si tratta di asma e quando invece è ansia. Quello che mi chiedo è se questi sintomi di prurito, tosse e bisogno di fare respiri profondi siano attacchi di asma e se devo fare uso del ventolin e come posso distinguere i sintomi dell'asma da quelli dell'ansia. Cordiali saluti.
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Buongiorno,
leggendo la sua storia mi chiedo: qualche specialista le ha mai diagnosticato ansia patologica? In caso contrario cosa intende con "sono una persona molto ansiosa"?
Da psicologo devo dirle che spesso si abusa del termine "ansia", ma come giustamente ha detto lei è importantissimo distinguere l'ansia da altre manifestazioni, come ad esempio l'asma: il rischio è quello di classificare una possibile presenza di asma come ansia e liquidarla senza adeguata terapia.
Detto ciò, è vero anche che l'ansia nel momento dell'attacco asmatico può determinare un aggravamento del sintomo stesso, poichè generalmente il respiro dell'ansioso è più veloce-frequente e meno profondo di quello di un soggetto in condizioni tranquille. Inoltre, durante un attacco asmatico il respiro che generalmente è una funzione "automatica" (Lei respira sempre, non deve pensare per respirare) diventa improvvisamente difficoltoso e quindi diviene "cosciente": ovvero, Lei pone attenzione all'atto respiratorio, questo per il soggetto ansioso può innescare un circolo vizioso che aumenta la quota di preoccupazione.
Cordialmente
L.S.
leggendo la sua storia mi chiedo: qualche specialista le ha mai diagnosticato ansia patologica? In caso contrario cosa intende con "sono una persona molto ansiosa"?
Da psicologo devo dirle che spesso si abusa del termine "ansia", ma come giustamente ha detto lei è importantissimo distinguere l'ansia da altre manifestazioni, come ad esempio l'asma: il rischio è quello di classificare una possibile presenza di asma come ansia e liquidarla senza adeguata terapia.
Detto ciò, è vero anche che l'ansia nel momento dell'attacco asmatico può determinare un aggravamento del sintomo stesso, poichè generalmente il respiro dell'ansioso è più veloce-frequente e meno profondo di quello di un soggetto in condizioni tranquille. Inoltre, durante un attacco asmatico il respiro che generalmente è una funzione "automatica" (Lei respira sempre, non deve pensare per respirare) diventa improvvisamente difficoltoso e quindi diviene "cosciente": ovvero, Lei pone attenzione all'atto respiratorio, questo per il soggetto ansioso può innescare un circolo vizioso che aumenta la quota di preoccupazione.
Cordialmente
L.S.
Dr.ssa Laura Sciuto
Psicologo, Psicoterapeuta - Specialista in Medicina Psicosomatica
328 5951005 - sciuto.laura@doctor.com
Via F. Querini 1, Mo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.2k visite dal 02/11/2016.
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