Desensibilizzazione acari

Ragazzo di 28 anni ha iniziato vaccinoterapia orale per allergia agli acari da due anni con ottimi risultati. Mi dice che il Medico ha consigliato di proseguirla per 5 anni e così sta facendo.
Mi chiedo se non dovrebbe effettuare controlli periodici degli anticorpi o altro.
Gradirei un Suo parere, grazie.
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Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio
No. La vaccinazione non fa regredire le IgE. Il funzionamento della vaccinazione si misura solo su base clinica.

Una volta si diceva che la vaccinazione faceva salire le IgG, le quali facevano concorrenza stechiometrica alle IgE e gli portavano via l'allergene da sotto al naso.

Adesso questa teoria e' ritenuta semplicistica e si parla piuttosto di una rimodulazione del sistema immune, i cui precisi meccanismi sfuggono.

In ogni caso non c'e' correlazione fra successo clinico del vaccino e andamento degli anticorpi dimostrabili in laboratorio.




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Utente
Utente
Prima di tutto grazie e complimenti per la pronta risposta in giorno festivo.
La risposta però mi fa sorgere un dubbio; se il meccanismo di funzionamento del vaccino non è ancora ben conosciuto, sono possibili conseguenze negative dal suo uso ? E' stata fatta qualche ricerca a livello statistico al riguardo ? E' infine, una precoce cessazione della terapia può avere qualche conseguenza avversa, tipo esacerbazione della precedente sintomatologia o altro, oltre naturalmente al ritorno del disturbo iniziale.
Di nuovo grazie e buona domenica
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Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio
Ho risposto di domenica perche' ero di turno e aspettavo un'urgenza. A parte che rispondere qui non e' un passatempo, ma e' anche un modo per noi per ripassare le nozioni e mettere a fuoco i concetti (aforisma del "s'impara insegnando").

Conoscere o ignorare i meccanismi della vaccinoterapia, o di qualunque altra terapia, non e' necessario all'efficacia della terapia stessa, ne' aumenta i suoi rischi. La medicina clinica e' molto empirica e le interessa solo che una cosa "funzioni meglio del placebo" a un livello di significativita' statistica prefissato (chi si accontenta di p<0,05 e chi pretende p<0,0001) e questo lo si vede con appositi trial clinici, che misurano oggettivamente l'efficacia dei trattamenti e i rischi eventuali.

Una volta raggiunto il consenso fra colleghi che una cosa funziona, a capire come e perche' funziona c'e' sempre tempo. Inoltre non e' che si sappia mai veramente con certezza "cosa succede dentro", semplicemente si hanno delle teorie piu' o meno in accordo coi dati sperimentali.

Della vaccinoterapia, anche senza sapere esattamente come funziona (beninteso quando funziona), si sa comunque che ha determinati rischi (di tipo anafilattico), ecco perche' le punture vengono fatte in genere in ambulatori attrezzati.

Certamente se sapessimo i meccanismi "veri" potremmo ottimizzarla e farla funzionare meglio di adesso, questi sono i vantaggi della conoscenza scientifica su quella empirica.

Per quanto ne so, l'interruzione precoce non provoca particolari rimbalzi, semplicemente si perde il poco o tanto beneficio fin li' faticosamente costruito.

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