La tosse notturna è tornata alla grande, insieme all'acidità gastrica
Egregi Dottori,
il mio problema di rinite è cominciato circa 15 anni fa, quando ho scoperto di essere allergica al pelo di gatto (ne possedevo uno che ho dovuto "regalare" dopo pochi mesi). Ma dopo quasi un anno ho ricominciato ad avere i disturbi dell'allergia (naso chiuso, prurito, starnuti, abbondante muco trasparente e molto liquido) ma solo nel periodo autunnale e quasi esclusivamente al risveglio, per circa un paio d'ore. I test cutanei effettuati anni fa hanno rivelato allergia al pelo di gatto e alle graminacee (che però, in realtà non mi hanno mai provocato neppure un singolo starnuto), mentre il prelievo sanguigno era negativo a qualsiasi allergia. Alcune visite otorinolaringoiatriche mi hanno diagnosticato "rinite vasomotoria" e prescritto cortisone che io mi sono ben guardata dall'assumere, vista la diagnosi generica e gli esiti degli esami in contraddizione tra loro. Dopo alcuni autunni durante i quali il problema si è ripresentato sempre più grave (starnutivo anche al minimo cambio di temperatura in un ambiente o di luce) ho poi passato alcuni anni di benessere. Segnalo però che ho poi sviluppato una forma di tosse notturna (diagnosticata come presunto reflusso gastroesofageo, dico presunto perché tutti gli esami clinici lo hanno escluso, però i sintomi sono quelli) che curo con discreto successo con l'omeopatia. Ora però sono in gravidanza e la tosse notturna è tornata alla grande, insieme all'acidità gastrica e alla rinite. I rimedi omeopatici mi stanno aiutando ma non con la stessa efficacia di prima. Mi sono sempre chiesta perché l’autunno è il periodo nel quale ho questo disturbo e ora mi chiedo anche se i due (reflusso e rinite) possono essere collegati.
Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione riservatami.
Un saluto
Silvia Di Cataldo
il mio problema di rinite è cominciato circa 15 anni fa, quando ho scoperto di essere allergica al pelo di gatto (ne possedevo uno che ho dovuto "regalare" dopo pochi mesi). Ma dopo quasi un anno ho ricominciato ad avere i disturbi dell'allergia (naso chiuso, prurito, starnuti, abbondante muco trasparente e molto liquido) ma solo nel periodo autunnale e quasi esclusivamente al risveglio, per circa un paio d'ore. I test cutanei effettuati anni fa hanno rivelato allergia al pelo di gatto e alle graminacee (che però, in realtà non mi hanno mai provocato neppure un singolo starnuto), mentre il prelievo sanguigno era negativo a qualsiasi allergia. Alcune visite otorinolaringoiatriche mi hanno diagnosticato "rinite vasomotoria" e prescritto cortisone che io mi sono ben guardata dall'assumere, vista la diagnosi generica e gli esiti degli esami in contraddizione tra loro. Dopo alcuni autunni durante i quali il problema si è ripresentato sempre più grave (starnutivo anche al minimo cambio di temperatura in un ambiente o di luce) ho poi passato alcuni anni di benessere. Segnalo però che ho poi sviluppato una forma di tosse notturna (diagnosticata come presunto reflusso gastroesofageo, dico presunto perché tutti gli esami clinici lo hanno escluso, però i sintomi sono quelli) che curo con discreto successo con l'omeopatia. Ora però sono in gravidanza e la tosse notturna è tornata alla grande, insieme all'acidità gastrica e alla rinite. I rimedi omeopatici mi stanno aiutando ma non con la stessa efficacia di prima. Mi sono sempre chiesta perché l’autunno è il periodo nel quale ho questo disturbo e ora mi chiedo anche se i due (reflusso e rinite) possono essere collegati.
Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione riservatami.
Un saluto
Silvia Di Cataldo
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Perfezionato in medicine non convenzionali
Cara amica, Le rispondo da omeopata... e quindi in maniera un po' diversa dal consueto. Dal mio angolo visuale la Sua sintomatologia e perfettamente congrua e comprensibile, per le ragioni che qui le riassumo:
1. Le manifestazioni allergiche, siano esse cutanee o respiratorie, sottendono sempre un'anomala liberazione d'istamina e per questo vengono trattate - in maniera sintomatica - con antistaminici e cortisonici. In realtà questi farmaci, eccettuate le emergenze, attenuano ma non risolvono... come ben ha visto.
2. Non risolvono poichè, per un fenomeno definito interazione crociata, solo in presenza di un substrato legato ad intolleranze alimentari gli allergeni ambientali sono in grado di scatenare la crisi. Pertanto la soluzione sta a monte e non a valle del problema: individuare le intolleranze e non gli allergeni.
3. Quindi la diagnostica non può e non deve limitarsi ad elencare quelle poche sostanze presunte allergogene, peraltro testate con criteri standard basati sulla loro incidenza epidemiologica, ma individuare ciò che a livello dell'intestino tenue - e del suo network immunitario, il sistema GALT - crea i presupposti di squilibrio che solo da ultimo sfoceranno nel quadro di pseudoallergia.
4. Definita la diagnostica, il trattamento deve vertere non solo sul controllo dell'istamina e dei suoi effetti a distanza, ma ripristinare l'equilibrio del GALT e normalizzare la permeabilità di membrana dell'intestino tenue che, se alterata, consente il passaggio di macromolecole tossiche e, nel contempo, favorisce la dispersione dei nutrienti essenziali. Da ultimo deve provvedere al ripristino della flora batterica, sia del tenue che del colon.
Voglia scusare la descrizione capillare, e un po' prolissa, ma mi premeva farLe comprendere il meccanismo - peraltro importante e sofisticato - che sta alla base del fenomeno allergico. Per altre delucidazioni mi scriva in privato e Le fornirò indicazioni su test per la rilevazione delle intolleranze ad alimenti, prodotti di sintesi, metalli tossici e reale bio-disponibilità dei principali nutrienti: vitamine, minerali, aminoacidi. A presto.
1. Le manifestazioni allergiche, siano esse cutanee o respiratorie, sottendono sempre un'anomala liberazione d'istamina e per questo vengono trattate - in maniera sintomatica - con antistaminici e cortisonici. In realtà questi farmaci, eccettuate le emergenze, attenuano ma non risolvono... come ben ha visto.
2. Non risolvono poichè, per un fenomeno definito interazione crociata, solo in presenza di un substrato legato ad intolleranze alimentari gli allergeni ambientali sono in grado di scatenare la crisi. Pertanto la soluzione sta a monte e non a valle del problema: individuare le intolleranze e non gli allergeni.
3. Quindi la diagnostica non può e non deve limitarsi ad elencare quelle poche sostanze presunte allergogene, peraltro testate con criteri standard basati sulla loro incidenza epidemiologica, ma individuare ciò che a livello dell'intestino tenue - e del suo network immunitario, il sistema GALT - crea i presupposti di squilibrio che solo da ultimo sfoceranno nel quadro di pseudoallergia.
4. Definita la diagnostica, il trattamento deve vertere non solo sul controllo dell'istamina e dei suoi effetti a distanza, ma ripristinare l'equilibrio del GALT e normalizzare la permeabilità di membrana dell'intestino tenue che, se alterata, consente il passaggio di macromolecole tossiche e, nel contempo, favorisce la dispersione dei nutrienti essenziali. Da ultimo deve provvedere al ripristino della flora batterica, sia del tenue che del colon.
Voglia scusare la descrizione capillare, e un po' prolissa, ma mi premeva farLe comprendere il meccanismo - peraltro importante e sofisticato - che sta alla base del fenomeno allergico. Per altre delucidazioni mi scriva in privato e Le fornirò indicazioni su test per la rilevazione delle intolleranze ad alimenti, prodotti di sintesi, metalli tossici e reale bio-disponibilità dei principali nutrienti: vitamine, minerali, aminoacidi. A presto.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.8k visite dal 09/11/2005.
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