Vaccino per allergia pollini
Salve sono un ragazzo di 29 anni e da più di 15 anni soffro di allergia ai pollini.
Dai prick test risulta che sono allergico a molte piante ma clinicamente i problemi principali sono dati da cipresso e graminacee.
L'assunzione di antistaminici mi provoca una forte sonnolenza che compromette la mia vita quotidiana. Sono stato in visita presso diversi allergologi della mia città (Perugia) e nessuno di questi mi ha proposto una terapia desensibilizzante dicendo che con una positività a cosi tante piante non sarebbe utile un vaccino.
Non è possibile fare un tentativo? almeno con un allergene (il cipresso) che è quello che mi crea più problemi?
Vorrei chiedervi anche in forma privata dei contatti per una visita presso dei centri universitari che fanno ricerca fuori dalla mia città.
grazie
Dai prick test risulta che sono allergico a molte piante ma clinicamente i problemi principali sono dati da cipresso e graminacee.
L'assunzione di antistaminici mi provoca una forte sonnolenza che compromette la mia vita quotidiana. Sono stato in visita presso diversi allergologi della mia città (Perugia) e nessuno di questi mi ha proposto una terapia desensibilizzante dicendo che con una positività a cosi tante piante non sarebbe utile un vaccino.
Non è possibile fare un tentativo? almeno con un allergene (il cipresso) che è quello che mi crea più problemi?
Vorrei chiedervi anche in forma privata dei contatti per una visita presso dei centri universitari che fanno ricerca fuori dalla mia città.
grazie
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Allergologo
Egregio utente,
l'apparente sensibilizzazione a "troppi" allergeni non costituisce una controindicazione assoluta all'immunoterapia. In linea generale però questo elemento - a seconda degli allergeni in ballo e dell'effettiva associazione clinica con le manifestazioni allergiche - è in effetti capace di condizionare negativamente l'efficacia di tale trattamento.
Allo stesso modo il fatto che più di uno specialista allergologo Le abbia sconsigliato quella strada non significa che non possa assolutamente percorrerla, però di certo incrementa il rischio che porti a risultati concreti.
Senz'altro è opportuno sviscerare ogni aspetto del Suo caso specifico prima di prendere una decisione definitiva, così come è necessario che Lei sia informato sul risultato che ci si può attendere dall'immunoterapia.
Le ricordo inoltre che l'armamentario farmacologico attualmente disponibile per il trattamento delle allergie respiratorie è piuttosto ampio e - se parliamo dei farmaci di più recente introduzione - con un rapporto beneficio/rischio smodatamente sbilanciato a favore del beneficio. Non si può escludere che una semplice variazione della terapia famacologica possa toglierLe la "voglia" del vaccino antiallergico.
Mi permetto infine di farLe presente che non necessariamente in «centri universitari che fanno ricerca» troverà assistenza migliore; la chiave di tutto sta nel "match" (nel senso dell'interfaccia, non dello scontro) tra il singolo paziente con il suo problema e il singolo medico con il suo bagaglio di cultura ed esperienza.
Saluti,
l'apparente sensibilizzazione a "troppi" allergeni non costituisce una controindicazione assoluta all'immunoterapia. In linea generale però questo elemento - a seconda degli allergeni in ballo e dell'effettiva associazione clinica con le manifestazioni allergiche - è in effetti capace di condizionare negativamente l'efficacia di tale trattamento.
Allo stesso modo il fatto che più di uno specialista allergologo Le abbia sconsigliato quella strada non significa che non possa assolutamente percorrerla, però di certo incrementa il rischio che porti a risultati concreti.
Senz'altro è opportuno sviscerare ogni aspetto del Suo caso specifico prima di prendere una decisione definitiva, così come è necessario che Lei sia informato sul risultato che ci si può attendere dall'immunoterapia.
Le ricordo inoltre che l'armamentario farmacologico attualmente disponibile per il trattamento delle allergie respiratorie è piuttosto ampio e - se parliamo dei farmaci di più recente introduzione - con un rapporto beneficio/rischio smodatamente sbilanciato a favore del beneficio. Non si può escludere che una semplice variazione della terapia famacologica possa toglierLe la "voglia" del vaccino antiallergico.
Mi permetto infine di farLe presente che non necessariamente in «centri universitari che fanno ricerca» troverà assistenza migliore; la chiave di tutto sta nel "match" (nel senso dell'interfaccia, non dello scontro) tra il singolo paziente con il suo problema e il singolo medico con il suo bagaglio di cultura ed esperienza.
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 28/02/2014.
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