Come comportarsi.
Gentile utente,
la tranquillità deriva dall'essere cosciente del problema e sapere come gestirlo.
Mi pare evidente che debba rivalutare meglio la situazione in ambito immuno-allergologico, poiché dalla Sua esposizione emergono idee molto confuse.
Una sensibilizzazione alla Parietaria può essere ritenuta responsabile di allergia respiratoria pressoché perenne, pertanto come tale dovrebbe essere trattata (farmaci, immunoterapia). Allo stesso modo se soffre di reflusso deve controllare anche quell'aspetto.
Ovviamente anche la questione dell'orticaria-angioedema deve essere sviscerata per stabilire quale sia l'approccio più sensato (dieta? terapia al bisogno? terapia cronica? altro?). Consideri che il cortisone, nel caso in cui sussistesse un problema di allergia alimentare, può non essere sufficiente a controllare reazioni gravi.
Saluti,
[post iniziale]
«mi hanno detto che il mio corpo ha molta istamina»
«Mi hanno detto che può essere sia allergica a qualche conservante o additivo per alimenti»
«mi hanno detto [...] di camminare sempre con la fiala di bentelan in borsa perché sono soggetta a shock anafilattico»
«da quel giorno ho il terrore di mangiare»
«Si tratta solo di intolleranza alimentare perché non sono allergica a nessun alimento ma so che questo è peggio perché qualsiasi cosa assaggi può scaturire una reazione allergica»
«sento anche il brontolo dell'asma [...] ma che comunque tutto ciò non è dovuto ad allergia ma al reflusso gastroesofageo»
«Ho il terrore come devo fare per vivere tranquillamente? »
[replica #2]
«per quanto riguarda l'allergia [respiraroria, immagino, ndr] assumo solo cortisone anche perché mi sento più sicura»
«ho sempre il naso tappano [...] non lo sto utilizzando»
«non lo sto utilizzando perché mi sento già nervosa di mio»
«e con quello passavo le notti in bianco»
«ho girato 3 o 4 allergologi e solo 1 mi ha avvertito che sono soggetta a shock anafilattico gli altri non mi hanno detto nulla. Cosa devo fare?»
«non ho avuta alcuna reazione ma mi limito ugualmente»
«non mangio più marmellate, non mangio pesche anche se non sono allergica»
«non mangio fragole, ne funghi, no prendo antibiotici alla penicillina»
«forse l'allergia alla parietaria e ciò alla muffa è dovuto al fatto che da piccola ho fatto la cura per anni di penicillina»
«non mangio crostaci, la cioccolata la evito, insomma ho paura a mangiare»
Gentile utente,
con tutto il rispetto questa, secondo il mio modesto parere, è CONFUSIONE che, oltre a impedire il ritorno ad una buona qualità di vita dal punto di vista strettamente allergologico, genera ansia patologica.
Non si può dire che sia colpa Sua, ché ha subìto gli eventi, ma piuttosto di chi avrebbe dovuto fare chiarezza.
Non posso certo valutare l'operato dei colleghi che l'hanno vista finora, non conoscendo il caso nel dettaglio e personalmente, e non avendo visto quali accertamenti sono stati effettuati. Ma di certo è evidente che Lei NON SA assolutamente cosa deve fare: pertanto ritengo che si possa affermare, senza che nessuno se ne abbia a male, che finora la gestione globale è da considerarsi fallimentare. Forse troppi cuochi in cucina?
L'obiettivo di ogni intervento medico è quello di risolvere o minimizzare un problema sanitario, con consigli sul comportamento da tenere e sulle terapie da effettuare.
Pertanto è verosimile che questa confusione continui ad essere finché non troverà qualcuno che, rivedendo criticamente tutta la situazione, possa istruirla a dovere.
Prima di tutto, visti anche i pareri discordanti tra i medici, deve chiarire:
1. se effettivamente esiste un problema di ALLERGIA alimentare e quindi
2. nel caso in cui esista, la dieta da seguire e la terapia da avere a disposizione al bisogno
3. nel caso in cui non esista, le possibili spiegazioni alternative;
4. se esiste effettivamente anche un problema di asma bronchiale («ho fatto diverse volte la spirometria ed è uscita sempre normale»);
5. la terapia, in generale, per l'allergia respiratoria.
Saluti,
Quanto riferisce conferma le sensazioni già avute in precedenza.
Con i limiti della valutazione a distanza, mi pare che il problema sia decisamente sopravvalutato, sebbene restino punti da chiarire.
Purtroppo però non posso fare altro che ribadire quanto detto in precedenza.
Lei ha bisogno di un allergologo che approfondisca e puntualizzi la Sua storia clinica, che la sottoponga ancora una volta a test cutanei, test sierologici ed eventualmente anche a test di provocazione orale per dimostrare o escludere una volta per tutte l'esistenza di un'allergia alimentare; che valuti la possibilità dell'esistenza di una condizione spontanea dello spettro dell'orticaria-angioedema; che La sottoponga o che Le prescriva una spirometria con test alla metacolina; che Le consigli di conseguenza la giusta dieta e la giusta terapia.
Credo che, una volta fatta luce in maniera definitiva su quello che è effettivamente il Suo problema, anche l'ansia sia destinata a ridimensionarsi. Una vita migliore è possibile, non si arrenda.
Saluti e auguri,
È la prospettiva dalla quale guarda gli alimenti ad essere sbagliata; in effetti, in teoria tutto può indurre reazioni avverse, anche ciò che ha sempre mangiato senza problemi, ma attenzione: in realtà questo è un discorso che vale per tutti, non solo per Lei. Stasera a qualcuno, per la prima volta, gonfierà un labbro... potrei anche essere io.
Segua il mio consiglio, c'è solo bisogno di un allergologo in grado di fare un investimento per cambiare quella prospettiva.
Saluti,
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