Test per anestetici
Gentili dottori, ho un figlio disabile grave che deve essere sottoposto a una bonifica del cavo orale per carie;poiché non è collaborativo farà l'intervento in day hospital in anestesia generale con propofol e miorilassanti. Soffre di pollinosi ed ha avuto in passato due episodi di porpora dopo due somministrazioni di paracetamolo. Ora stanno sorgendo tante complicazioni perché l'equipe ha richesto prima dell'intervento i test per gli anestetici, sia tramite ricerca delle IgE (il ragazzo non ha mai fatto interventi né gli sono mai stati somministrati anestetici) sia attraverso prove cutanee.Anche se il rparto è un reparto per non collaborativi, l'allergologo è fuori ospedale, in un distaccamento, il ragazzo non riesce a fare un secondo prelievo e le prove, ed è tutto fermo.
Io ho avuto in passato edema di Quinke dopo aspirina, ed eritema a farfalla dopo paracetamolo, la diagnosi è stata "intolleranza di natura pseudoallergica non IgE mediata", e prima di fare un intervnto ho semplicemente osservato un protocollo cautelativo ad inizio tre giorni prima, e durato fino a quattro giorni dopo.
La domanda è: sono necessarie queste prove? Quanto sono dirimenti e sicure? Non basta un protocollo protettivo? In pratica mi stanno dicendo che, pur con anamnesi negativa per ulteriori reazioni oltre a quelle note, in assenza di queste prove mio figlio non sarà operato, e d'altronde la sua non collaborativtà sembra un fatto totalmente condizionante.Pregherei una gentile risposta. Grazie!
Io ho avuto in passato edema di Quinke dopo aspirina, ed eritema a farfalla dopo paracetamolo, la diagnosi è stata "intolleranza di natura pseudoallergica non IgE mediata", e prima di fare un intervnto ho semplicemente osservato un protocollo cautelativo ad inizio tre giorni prima, e durato fino a quattro giorni dopo.
La domanda è: sono necessarie queste prove? Quanto sono dirimenti e sicure? Non basta un protocollo protettivo? In pratica mi stanno dicendo che, pur con anamnesi negativa per ulteriori reazioni oltre a quelle note, in assenza di queste prove mio figlio non sarà operato, e d'altronde la sua non collaborativtà sembra un fatto totalmente condizionante.Pregherei una gentile risposta. Grazie!
[#1]
Allergologo
Buonasera,
per quanto riferito, la storia clinica di Suo figlio non pone stretta indicazione all'esecuzione di test per anestetici.
Ad ogni modo è l'allergologo di riferimento che deve decidere, in scienza e coscienza, o secondo le linee guida di eventuali protocolli aziendali.
Saluti,
per quanto riferito, la storia clinica di Suo figlio non pone stretta indicazione all'esecuzione di test per anestetici.
Ad ogni modo è l'allergologo di riferimento che deve decidere, in scienza e coscienza, o secondo le linee guida di eventuali protocolli aziendali.
Saluti,
[#2]
Ex utente
Grazie mille per la gentile e... chiarissima risposta. Vorrei chiederle se ha un senso la proposta che è stata fatta ora per test cutanei tramite prick test. A parte che sarà difficilissimo eseguirli, che valore possono avere per i farmaci? E soprattutto, non possono essere,se negativi, perfino sensibilizzanti? Scusi l'insistenza, ma sta diventando una storia infinita, e la preoccupazione cresce. E' possibile che non si arrivi all'ok? Ho ribadito che i problemi finora sono stati porpora anafilattoide per paracetamolo, congiuntivite da graminacee, e familiarità per "pseudoallergia non igE mediata", ma le cose vanno per le lunghe. Se sarà così paziente da dire cosa ne pensa ne sarò felice. Grazie.
[#3]
Allergologo
Prego.
I test cutanei per anestetici consistono in prick test e intradermoreazioni, pertanto richiedono collaborazione da parte del paziente (deve stare fermo). Per quanto riguarda il propofol, bisogna accertarsi che non esista una storia di reazioni a uovo e soia.
Il rischio di indurre una sensibilizzazione è decisamente basso, ma chiaramente non è pari a zero (si tratta pur sempre di un'esposizione, seppur minima).
Spero che la cosa si possa risolvere rapidamente.
Saluti,
I test cutanei per anestetici consistono in prick test e intradermoreazioni, pertanto richiedono collaborazione da parte del paziente (deve stare fermo). Per quanto riguarda il propofol, bisogna accertarsi che non esista una storia di reazioni a uovo e soia.
Il rischio di indurre una sensibilizzazione è decisamente basso, ma chiaramente non è pari a zero (si tratta pur sempre di un'esposizione, seppur minima).
Spero che la cosa si possa risolvere rapidamente.
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.1k visite dal 16/06/2010.
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