Sesso nella disabilità?
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Le persone con dis/abilità fisica - miodistrofiche, cieche, paralizzate o tetraplegiche - hanno desideri e/o bisogni sessuali e affettivi? E’ un loro diritto soddisfarli? E’ un dovere aiutarle a dare risposte a quello che ancora oggi è un problema?
A questi importanti interrogativi si propongono di dare risposte, sia pure in differenti maniere:
- convegni - a Napoli, Roma, Bologna e nei piccoli centri,
- forse anche alcuni film tra cui il toccante e umanissimo "The session", dove un uomo chiuso in un polmone di acciaio - una storia vera - si attiva per dare risposta ai propri desideri di sesso e di relazione,
- e sicuramente l'esplicito documentario svizzero "Io, assistente sessuale" inerente alla formazione e all'esperienza professionale delle persone disabili e di coloro che se ne occupano.
Segno che una crescente sensibilità inizia a svilupparsi attorno a una tematica che fino a non molto tempo fa era circondata da un alone di silenzio, mistero, vergogna, morbosità, giudizio.
I desideri e bisogni sessuali e affettivi delle persone dis/abili
Eppure chi di noi opera professionalmente a tutto tondo nell'ambito della sessualità, ha incontrato moltissime volte situazioni familiari in cui sono le madri stesse a decidere di rispondere in proprio alle esigenze sessuali del figlio dis/abile; sono i fratelli a cercare una ragazza o donna sex worker disponibile a prestarsi.
Sembra brutale detto così.
Ma la sostanza sta nel fatto che una persona dis/abile, uomo o donna o altro, tale dalla nascita o semplicemente perché una malattia degenerativa, un banale incidente di motoretta la hanno messa per sempre su una sedia a rotelle o con il respiratore, è una persona:
- che può desiderare di essere amata non solo da un amore materno, ma talvolta anche di un amore sessuale;
- che in ogni caso apprezza e desidera essere abbracciata, carezzata, coccolata in quanto uomo, donna, transgendere o altro;
- che chiede una relazione, pur se transitoria, in cui essere apprezzata per quello che è, e anche per quello che può dare.
La responsabilità, perché non dire il merito?, è anche della medicina, che ha fatto notevoli progressi in questo settore allungando considerevolmente la speranza e la qualità di vita di queste persone. E una volta data risposta ai bisogni primari cioè quelli di base, emergono prepotenti i bisogni superiori, per utilizzare il triangolo di Masolw, nel quale il desiderio di appartenenza è da mettere tra i bisogni superiori di ciascuno, in qualsiasi situazione.
Non tutti sono così fortunati da incrociare una storia completa d’amore e di corporeità. Molti non hanno né l’uno né l’altro, pur desiderandolo in modo talmente spasmodico da poter diventare ossessivo.
Altre persone invece non mostrano intersse nei confronti dell'espressione sessuale. E ciò ci ricorda che la sessualità non è un dovere ma un desiderio.
L’assistente sessuale: una risposta possibile?
Al fine di dare risposte dignitose alle problematiche del desiderio sessuale, ma anche sensuale e relazionale, di persone diversamente abili, in molti Stati europei - tra cui nella vicina Svizzera - esiste già la figura professionale dell’assistente sessuale.
Non si tratta di un/a prostituto/a. Non sono previsti rapporti sessuali con penetrazione, bensì massaggi, carezze, giochi erotici, esperienze sensuali che diano a quei corpi colpiti, a quelle persone provate dalla sorte, la dimensione del piacere e della piacevolezza della corporeità. Un corpo altrimenti esclusivamente destinato ad essere accudito e curato, toccato medicalmente; quasi a sottolinearne involontariamente l’handicap, la mancanza, il difetto.
A proposito di tali addette e addetti, è molto interessante:
- consultare il programma di studio della scuola che, ad es. nella vicina Svizzera, devono frequentare;
- informarsi sul loro profilo professionale;
- sentire le loro testimonianze;
- ascoltare le testimonianze delle persone che usufruiscono di tale servizio.
E’ una bagno di realtà e di umanità.
Stimola a superare stereotipi e pregiudizi.
E forse offre consolazione e speranza a chi si trova nella situazione di disabilità.
Non giudicare
A ognuno può succedere di essere colpiti da disabilità, anche da un giorno all’altro, anche il giovanissima età. Pensiamo con empatia, rispetto e impegno civile a chi attualmente vive questa difficile condizione. Ed anche a chi in vario modo per giorni e per anni se ne prende cura in ogni maniera possibile.
Prendersene cura è ben differente dal solo curare; significa prendersi a cuore.
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- Video - Dis/abili per il sesso? di C.M. Brunialti
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- Per una disabilità sostenibile, Napoli, 5-6- giugno, http://www.arcigay.it/41042/
- La sessualità delle persone con disabilità fisica, Roma 6 giugno, http://culturabile.it/2013/05/
- Sesso, amore e disabilità, Bologna, 25 maggio, http://www.sessoamoredisabilita.it/
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