Convegno urologia suni 2024.

Nuove frontiere dell’Urologia: conferme e novità dal Convegno SUNI

Si è tenuto a Savona il 24 e 25 ottobre 2024 il 71° Convegno S.U.N.I. (Società degli Urologi del Nord Italia) al quale ha assistito anche Medicitalia. L'evento ha visto la partecipazione di numerosi esperti coordinati dal comitato scientifico e organizzativo guidato dal presidente Dr. Maurizio Schenone (Direttore della struttura complessa di Urologia Ospedale San Paolo di Savona e della struttura complessa di Urologia Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure) che abbiamo incontrato e intervistato.

Perché è ancora importante organizzare convegni specialistici come questo?

“L'organizzazione di questi convegni è fondamentale per permettere un confronto tra esperti in un'era sempre più tecnologica in continuo divenire”, afferma il Dr. Schenone. “Le nuove tecniche chirurgiche mininvasive, i nuovi farmaci oncologici, i nuovi marker e le nuove tecniche di immagine sono messi a confronto attraverso studi di fattibilità, efficacia, tollerabilità discutendo i risultati e le prospettive future”.

Quali sono le ricadute ed i benefici di questi convegni sui pazienti?

“Naturalmente l'obiettivo di questi convegni è curare sempre meglio i nostri pazienti con le terapie più aggiornate, garantendo la guarigione con terapie e interventi sempre meno aggressivi, ma sempre più efficaci”, continua Schenone.

Quali sono le novità e le conferme che sono emerse dal convegno?

Il Dr. Schenone ci ha riassunto quanto emerso in occasione del convegno, ossia le conferme che sono state dimostrate dai risultati evidenziati soprattutto nel campo oncologico

  • la chirurgia dei tumori urologici con l'utilizzo della chirurgia robotica, che ormai viene utilizzata per quasi tutte le neoplasie garantendo la stessa efficacia oncologica ma riducendo gli effetti collaterali, le complicanze e la degenza;
  • i nuovi farmaci per il carcinoma della prostata metastatico resistente alle terapie tradizionali (il tumore della prostata è il più frequente nell'uomo);
  • la ricostruzione in 3D delle immagini radiologiche per ricostruire il meglio possibile l'anatomia del paziente con l'obiettivo di una chirurgia sempre più precisa e mininvasiva;
  • i nuovi studi, sempre più promettenti, riguardanti la genomica per individuare i nuovi target nel trattamento del carcinoma vescicale;
  • non dimentichiamo inoltre la pratica clinica quotidiana con la conferma che, in ambito di urgenza urologica (trauma genitale, renale), la precoce diagnosi differenziale e la tempestività del trattamento sono fondamentali per una guarigione completa.

“Sono molto soddisfatto del programma scientifico coordinato e diretto da relatori e moderatori di altissimo livello riconosciuti in campo nazionale ed internazionale”, conclude Schenone “ringrazio il nostro Sindaco e il nostro Direttore Generale di ASL 2 per la loro presenza, senza una fattiva collaborazione con l'azienda e con le istituzione il nostro lavoro sarebbe impossibile e ringrazio infine i miei collaboratori soprattutto il Dr. Fabrizio Gallo (Dirigente Medico Urologo Ospedale San Paolo, Savona) e la Dott.ssa Silvia Rebuffo (Dirigente Medico in Urologia Asl2 Savonese) fondamentali per l'organizzazione scientifica”.


I principali temi trattati al convegno SUNI

Durante le due giornate di convegno sono intervenuti i vari esperti dell’urologia, vediamo in breve i principali argomenti che sono stati presentati.

Prostata, PSA e ipertrofia prostatica benigna

Il PSA è ancora attuale? Anche se si tratta di un marcatore "imperfetto", è ancora molto attuale se usato con competenza e affiancato da nuove indagini diagnostiche quando necessario.

Per quanto riguarda l’ipertrofia prostatica benigna, una delle malattie più presenti nei pazienti maschili che giungono all'osservazione dell'urologo, la principale terapia è medica, ossia con somministrazione di farmaci o di fitofarmaci.

La dr.ssa Silvia Rebuffo ha illustrato come i fitoterapici sono i preferiti dai pazienti, ma sono indicati per sintomatologie lievi. Ottimi per la mancanza di effetti collaterali, spesso l'urologo li usa in combinazione con i farmaci con pazienti che hanno sintomi più importanti. 

Nel suo intervento sulla terapia medica del tumore della prostata, il dr. Marco Benasso (Direttore Struttura Complessa Oncologia ASL2 di Savona) ci ha presentato un mondo in continua evoluzione grazie alla continua scoperta di nuovi farmaci e come a pazienti differenti possano essere adattate terapie diverse con una efficacia maggiore di oltre il 30%.

Emerge quindi la necessità di una forte collaborazione tra urologo e oncologo durante la sorveglianza attiva che permetta di impostare da subito le terapie più adatte che possono fermare la malattia.

Diagnosi e tecniche di immagine

Grande importanza deve essere data alla sorveglianza attiva: ecografia, risonanza con mezzo di contrasto, risonanza multi-parametrica, ecografia ad alta risoluzione. Sono tutte le soluzioni per monitorare i pazienti che hanno avuto un segnale di malattia o che sono già stati trattati.

Le nuove macchine per la diagnostica per immagini hanno raggiunto livelli notevoli, ma l'uso delle apparecchiature in ambito urologico prevede operatori formati per sfruttare al meglio le informazioni che emergono.

Emergono anche qui necessità di training e aggiornamento continuo, in stretta collaborazione con i radiologi. L'intelligenza artificiale sta iniziando ad essere usata per interpretare ed evidenziare i segnali presenti nelle immagini diagnostiche per facilitare lo specialista nella individuazione delle lesioni.

Non meno importante è il lavoro dell'anatomo patologo che deve valutare le biopsie eseguite. Il Dr. Yuri Musizzano (Dirigente Medico Anatomia Patologica ASL2 Savona) ha illustrato le problematiche e le tempistiche di analisi dei campioni raccolti, auspicando l'arrivo dell'intelligenza artificiale per diminuire le tempistiche di valutazione senza però diminuire la precisione dei risultati. Una biopsia data per negativa quando invece non lo è può diventare fatale per il paziente.

Follow up e riabilitazione dopo la chirurgia pelvica

Dopo essere stati curati e guariti, i pazienti vogliono tornare alla loro vita "normale". Compresa l’attività sessuale.

Il dr. Giorgio Gentile (SSD Andrologia dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola di Bologna) ha presentato i farmaci e le terapie meccaniche più adatte per la riabilitazione dei pazienti a seconda delle condizioni e della loro età. Non ci sono ancora linee guida specifiche per coniugare le varie terapie nei percorsi riabilitativi, quindi la condivisione delle esperienze da parte dei centri con maggiore casistica è fondamentale per aumentare la salute e la soddisfazione dei pazienti. La finalità rimane quella di favorire una ripresa delle funzionalità fisiologiche, soprattutto nei pazienti più giovani.

Disfunzione Erettile: terapia medica e protesi peniena

Dopo aver presentato il trattamento farmacologico e con cellule staminali per la disfunzione erettile, il Dr. Mirko Preto (Urologo - Andrologo Città della Salute e della Scienza Ospedale Molinette di Torino) ha spiegato che, se le terapie falliscono, c'è una ultima chance che però garantisce una alta soddisfazione del paziente (tanto che un tempo erano la prima ed unica soluzione alla DE): la protesi peniena o, in alcuni casi selezionati, la rivascolarizzazione dei corpi cavernosi.

Fondamentale è un counseling adeguato del paziente per garantire non solo il successo dell'intervento, ma soprattutto la soddisfazione del paziente. Il dr. Michele Rizzo (Dirigente Medico presso la SC Clinica Urologica ASUGI) ci ricorda che la protesi non modifica le dimensioni del pene.

Quando ricorrere, invece, alla rivascolarizzazione del pene?

Questa procedura è indicata solo per arteriopatie puntiformi (spesso di origine traumatica), altrimenti diventa inutile. Viene selezionato un vaso sano da una zona vicina e lo si collega alla arteria eliminando la zona ostruita e ripristinando quindi la corretta vascolarizzazione dei corpi cavernosi. Utile il lavoro di squadra con i chirurghi plastici per la loro competenza sui vasi dei distretti vicini al pene.

Guarda il video: 3 domande sulla protesi peniena

Gestione delle emergenze uro-andrologiche in pronto soccorso

Le principali emergenze riguardano l’ematuria, ostruzioni ureterali, scroto acuto, orchite, traumi testicolari, priapismo, frattura cavernosa, e tutti gli aspetti legali correlati.

Gli oratori si raccomandano di eseguire quanto prima una diagnosi differenziale per identificare con sicurezza la problematica e avviare a corretta terapia il paziente, in modo da evitare complicanze che possono incidere anche sulla futura fertilità del soggetto.

Tumore renale

Nel reparto di Urologia di Modena diretto dal dr. Salvatore Micali è in corso un test con l’uso in 3D per mostrare al paziente il tipo di intervento.

Da Orbassano il dr. Francesco Porpiglia (responsabile dell’Attività di Chirurgia Robotica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria) ha mostrato l'esperienza nell'Uro-Verso, ossia l’utilizzo della realtà virtuale per training dei nuovi operatori e per programmare le fasi dell'intervento.

La chirurgia robotica in uso ormai da 20 anni permette di diminuire l'invasività e ridurre i tempi di intervento, aumentando i benefici sul paziente e permettendo di poter eseguire più interventi nella giornata portando a diminuire le liste di attesa. Interessante il confronto tra i reparti di urologia di Genova e di Milano presentati rispettivamente dal dr. Marco Borghesi (Dirigente Medico presso il Policlinico San Martino di Genova) e dal dr. Bernardo Rocco (Direttore dell'Unità Operativa Complessa di Urologia ASST Santi Paolo e Carlo - Milano).

Per quanto riguarda i casi complessi è necessario coniugare le tecniche migliori per ottimizzare i tempi e i risultati degli interventi. Il dr. Fabrizio Gallo ha presentato la casistica dell'urologia savonese sui tumori bilaterali, mentre il dr. Franco Gaboardi (IRCCS Ospedale San Raffaele) ha mostrato le soluzioni adottate a Milano per affrontare lesioni complesse.

Per approfondire:Tumore del rene: trattamento mini-invasivo

Data pubblicazione: 08 novembre 2024

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