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La sicurezza della terapia sostitutiva con testosterone

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Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

La terapia sostitutiva con testosterone (TRT) rappresenta un trattamento cruciale per gli uomini affetti da ipogonadismo, una condizione caratterizzata da bassi livelli di testosterone, che può comportare una serie di sintomi debilitanti come:

  • affaticamento,
  • perdita di massa muscolare,
  • diminuzione della libido,
  • depressione.

Guarda il video: Testosterone basso: cause, sintomi, rimedi

Terapia sostitutiva testosterone: è sicura per la salute della prostata?

Tuttavia, la sicurezza a lungo termine della TRT, soprattutto in relazione al rischio di cancro alla prostata, è stata oggetto di dibattito tra i professionisti della salute per molti anni.

Un recente studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism [1] nell'agosto 2024 ha fornito ulteriori evidenze che supportano la sicurezza della TRT per quanto riguarda la salute della prostata. Questo studio ha incluso dati provenienti da alcuni dei più grandi trial clinici mai condotti sulla TRT, tra cui il TRAVERSE Trial, il Testosterone Trials, e il TEAAM Trial, i quali hanno esaminato gli effetti della TRT su migliaia di uomini affetti da ipogonadismo.

Uno degli aspetti più importanti di questi studi è stata l'attenta selezione dei partecipanti, escludendo coloro che presentavano un rischio elevato di sviluppare cancro alla prostata. In questo contesto, i risultati hanno mostrato che l'incidenza di cancro alla prostata, sia di alto grado che di qualsiasi altro tipo, era estremamente bassa e non vi erano differenze significative tra il gruppo trattato con testosterone e quello trattato con placebo.

Un altro punto critico è la valutazione dei sintomi del tratto urinario inferiore, spesso associati all'iperplasia prostatica benigna (IPB). Anche in questo caso, i risultati sono stati rassicuranti: la TRT non ha aggravato tali sintomi, e non è stata riscontrata una maggiore necessità di interventi chirurgici per IPB o altre complicazioni urinarie nei pazienti in terapia rispetto a quelli del gruppo di controllo.

In conclusione, questi studi offrono una prova convincente che la TRT, quando somministrata a pazienti accuratamente selezionati e monitorati, non aumenta il rischio di sviluppare cancro alla prostata. Questa scoperta è particolarmente rilevante per i medici che devono bilanciare i benefici della terapia sostitutiva con i potenziali rischi, e per i pazienti che possono sentirsi rassicurati sulla sicurezza del trattamento.

Per approfondire:Ipertrofia prostatica e tumore prostatico: che differenza c’è?

Data pubblicazione: 31 agosto 2024

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