Menopausa sindrome genito urinaria.

La sindrome genito-urinaria della menopausa

Cos'è la sindrome genito-urinaria?

La sindrome genito-urinaria della menopausa è un quadro sintomatologico ancora sottovalutato.

È noto che la menopausa si colleghi spesso alla comparsa o al peggioramento di disturbi che nella donna coinvolgono l’apparato genitale e quello urinario. La vescica, l’uretra e la vagina sono ricche di recettori ormonali per gli estrogeni, il testosterone ed altri.

La riduzione menopausale nella produzione di questi ormoni può essere causa di problemi di varia natura anche in questa parte dell’organismo che, se non trattati, tendono a peggiorare con il tempo. Questo a differenza delle vampate di calore, che invece tendono gradualmente a ridursi.

Quali sono i sintomi?

I sintomi della sindrome genito-urinaria nella menopausa possono essere di tipo genitale:

  • principalmente secchezza vaginale,
  • prurito,
  • bruciore,
  • sensibilità accentuata, cui corrisponde spesso la dispareunia, ovvero il dolore nei rapporti sessuali.

Dal punto di vista urologico si presentano stimoli urinari frequenti (pollachiùria) ed imperiosi, o vari gradi di incontinenza.

A questo si sovrappone una maggiore tendenza a contrarre infezioni delle vie urinarie.

Questo è l’aspetto che ha il risvolto sanitario, sociale ed economico. Si parla della necessità di molti milioni di visite all’anno e l’impegno diretto ed indiretto fino ad un terzo di tutta la spesa sanitaria.

Da notare che all’insorgenza di infezioni delle vie urinarie contribuisca anche notevolmente lo squilibrio della preziosissima flora batterica intestinale (microbiota) legata ad una funzione non soddisfacente (stitichezza, colon irritabile, eccetera).

Come si cura?

L’approccio terapeutico alla sindrome-genito-urinaria della menopausa è tutto sommato piuttosto semplice, poiché si basa sul supporto ormonale a livello locale.

Da molto tempo sono a disposizione prodotti a base di estrogeni, come ovuli e crema, anelli a basso dosaggio, come anche deidro-epi-androsterone (DHEA) o l’ospemifene per via orale.

Si tratta di trattamenti sicuri, che non aumentano i livelli ormonali nel sangue e perlopiù non interferiscono con altre terapie, anche di tipo oncologico.

Questo tipo di approccio tende a ridurre in modo consistente l’incidenza di infezioni delle vie urinarie e contemporaneamente i disturbi genitali, talora altrettanto invalidanti.

Unitamente alla fisioterapia pelvica, è possibile ottenere dei buoni risultati anche nel trattamento dell’incontinenza urinaria lieve.

In conclusione possiamo affermare che:

  • La sindrome genito-urinaria della menopausa racchiude un gruppo di manifestazioni in cui si sovrappongono le competenze dell’urologo, del ginecologo, del gastro-enterologo e del dietologo/nutrizionista. Solo un approccio comprensivo multi-specialistico è in grado di ottenere i risultati migliori.
  • L’urologo dovrebbe abituarsi ad indagare sempre anche su eventuali disturbi genitali e sessuali della donna in menopausa, inviando la paziente al ginecologo quando necessario.
  • Il ginecologo dovrebbe approcciarsi con maggiore cautela alle infezioni urinarie, limitando al massimo la prescrizione di antibiotici e demandando all’urologo la valutazione del caso da questo punto di vista.

Bibliografia:

  1. Kim HK, Kang SY, Chung YJ, Kim JH, Kim MR. The Recent Review of the Genitourinary Syndrome of Menopause. J Menopausal Med. 2015 Aug;21(2):65-71. doi: 10.6118/jmm.2015.21.2.65. Epub 2015 Aug 28. PMID: 26357643; PMCID: PMC4561742.
Data pubblicazione: 17 novembre 2023

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