La combinazione vincente: SABR e terapia sistemica per il carcinoma renale metastatico
Parliamo di carcinoma renale metastatico (mRCC) quando una forma di cancro ai reni si è diffusa in altre parti del corpo. La storia clinica di questa malattia è stata rivoluzionata negli ultimi anni dall'avvento di nuovi agenti sistemici, che hanno migliorato significativamente la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti. Tuttavia, non tutti i pazienti beneficiano di una risposta duratura a lungo termine di questo tipo di terapie.
SABR: la radioterapia stereotassica ablativa
In questo contesto, la radioterapia ablativa stereotassica (SABR) è diventata una terapia sempre più comune per il trattamento delle metastasi, che mira a distruggere selettivamente le cellule tumorali che si sono impiantate in altri organi, tramite l'utilizzo di radiazioni ad alta dose.
Tuttavia, ad oggi, esistono pochi dati su come implementare al meglio questa strategia come parte di un approccio multimodale, cioè combinando diverse terapie per ottenere il massimo beneficio per il paziente.
Obiettivi della SABR
Un recente articolo pubblicato su European Urology Focus [1] mira a fare chiarezza sulla situazione aggiornata al 2023.
Stando alla Review sopra citata, la SABR viene oggi utilizzata con quattro obiettivi principali.
- In primo luogo, si mira all'eradicazione dell'intero carico metastatico nei pazienti con poche metastasi, risultando in un tasso di controllo locale a lungo termine superiore al 90% e una sopravvivenza libera da progressione, in media, di 8-15 mesi.
- In secondo luogo, si cerca di eradicare le lesioni oligoprogressive, il che ha permesso di estendere la durata della terapia sistemica di circa 9 mesi.
- In terzo luogo, si è mira al miglioramento della risposta alla terapia sistemica nei pazienti con molte metastasi, ottenendo un tasso complessivo di risposta che va dal 17% al 56%.
- Infine, la SABR è stata utilizzata per la citoriduzione nei pazienti con mRCC polimetastatico, con risultati positivi sulla funzione renale, ma è ancora incerta l'efficacia sulla sopravvivenza complessiva.
Ciò che è ancora più interessante è che la combinazione di SABR e agenti sistemici è stata associata a una buona tollerabilità complessiva, con una tossicità di grado elevato che va dallo 0% al 13%. Ciò significa che la terapia è generalmente ben tollerata dai pazienti e che gli effetti collaterali gravi sono rari.
Inoltre, è importante notare che l'uso della SABR come terapia mirata alle metastasi è ancora relativamente nuovo, e sono necessarie ulteriori ricerche per determinare l'efficacia di questa combinazione di terapie e il modo migliore per implementarla nel trattamento dei pazienti con carcinoma renale metastatico.
Il futuro del trattamento del carcinoma renale metastatico
Naturalmente, sono ancora necessari ulteriori studi per valutare gli effetti a lungo termine della terapia e la sua efficacia rispetto ad altre opzioni di trattamento.
In definitiva, il trattamento del carcinoma renale metastatico è ancora un'area di ricerca attiva e in continua evoluzione, con numerose opzioni terapeutiche emergenti che si prospettano come promettenti. SABR è una di queste opzioni e sembra rappresentare un'importante svolta nella gestione di questa patologia.
La possibilità di controllare la malattia in modo duraturo e di posticipare l'utilizzo di terapie sistemica di seconda linea è una notizia molto positiva per i pazienti affetti da questo tipo di cancro. Tuttavia, resta ancora molto da scoprire e approfondire per poter offrire un trattamento sempre più efficace e personalizzato ai pazienti affetti da questa malattia.
In generale, la SABR rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il carcinoma renale metastatico. Grazie alla sua efficacia e alla buona tollerabilità, la terapia sembra essere in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da questa malattia, ben selezionati.
Per approfondire:Tumore al rene: nuovi farmaci e strategie terapeutiche
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