Gli urologi e i social network

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Un Convegno su queste tematiche si è svolto in questi giorni a Roma con la collaborazione della Società Italiana di Urologia (SIU) e dell’Accademia Italiana Urologia (AIU); evento destinato quasi esclusivamente ad urologi, soci SIU, e soprattutto a giovani urologi italiani in formazione, con almeno quattro anni di scuola di specialità alle spalle.

 

    

 

Convegno molto interessante e complesso che ha analizzato nelle diverse sessioni, in cui era articolato, tutti i numerosi e vari aspetti della comunicazione con cui oggi l’urologo deve confrontarsi.

 

  

 

Un numero sempre maggiore di italiani, di fronte ad un problema di salute, cerca una prima risposta su internet; non solo, ma un numero sempre crescente di riviste scientifiche utilizza i social network per segnalare la pubblicazione di articoli o i risultati di una ricerca.

I vari relatori, intervenuti al Congresso, hanno sottolineato come la comunicazione, in senso lato, rappresenta oggi uno strumento fondamentale per il medico anche per quanto riguarda il rapporto con il paziente stesso; comunicare bene vuole dire anche incrementare il rapporto di fiducia, l’aderenza alle terapie indicate e ridurre il rischio di un contenzioso, spesso legato ad aspettative non realistiche o ad una complicanza sempre possibile ma non sempre prevedibile in modo preciso e corretto;

per quanto riguarda il rapporto con la comunità scientifica, comunicare bene vuol dire saper valorizzare il prodotto della propria attività scientifica, sapersi inserire in un contesto di ricerca e di reti di collaborazione che sono fondamentali per la propria crescita professionale.

In questo contesto anche noi di Medicitalia, nella mia persona, abbiamo portato il nostro contributo andro-urologico e, a questo proposito, ho tentato di spiegare come Medicitalia cerchi di essere uno spazio di confronto tra le conoscenze di più medici in modo tale che l'utente, che a noi si rivolge, possa avere più informazioni possibili senza però perdere la fiducia necessaria per poi ascoltare di nuovo il proprio medico o specialista di riferimento e le sue eventuali indicazioni cliniche finali.

  

 

La medicina “online“ non può essere fermata ma è possibile cercare di limitarne i suoi eventuali effetti negativi.

Il valore aggiunto di siti come Medicitalia è quello di ricevere informazioni utili da numerosi medici con chiare esperienze cliniche e questo è sicuramente meglio ad esempio di un comunicato stampa su una nuova terapia dove non si ha mai la possibilità di fare commenti o repliche dirette da parte di altri operatori sanitari.

     

 

Una notizia a volte si presta ad interpretazioni ed usi che possono essere rischiosi per un uomo che ha problemi di salute e anche controproducenti per la nostra stessa disciplina medica.

Molti siti di consulti online poi hanno a loro disposizione pochi specialisti che possono generalmente soddisfare poche richieste; quasi sempre vengono dati consulti “tombali”, cioè senza possibilità di replica, è in molti casi autoreferenziali e quindi spesso di scarso interesse per l'utente.

In Medicitalia, grazie anche al numero importante di medici che vi partecipano, si è riusciti a coniugare la quantità di consulti con la qualità degli stessi perché questi sono forniti da più medici esperti e capaci di legare al proprio nome risposte serie e competenti.

Medicitalia sembra rappresentare a tutt’oggi, così sostanzialmente ho concluso il mio intervento, una valida testimonianza di come l’informatica si sia evoluta con una sua capacità di creare interessi, anche importanti ed estesi, in ambienti tra loro diversi per motivazioni scientifiche, prospettive sociali ed altro ancora.

 

Fonte:

http://www.siu.it/

https://www.medicitalia.it

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/eventi/urologia/1015-urologo-2-0-comunicazione-social-network.html

 

Data pubblicazione: 17 giugno 2018

5 commenti

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Foto profilo Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Pubblico qui questo commento del Presidente dell’Associazione Nazionale "Nascere Klinefelter” onlus, Massimo Cresti, ricevuto su LinkedIn e che mi sembra particolarmente interessante:

"Salve Dottor. Beretta, come presidente dell'associazione Nazionale Nascere Klinefelter, sono molto contento che una società medica abbia fatto un convegno su questo tema. Ormai viviamo in un mondo totalmente in rete e sempre più spesso se il medico a volte per mancanza di tempo non spiega dettagliatamente tutto il paziente si rivolge al Dottor Google che si pensa dia le risposte a tutto, purtroppo non è così e leggendo su internet non si ha un contraddittorio, così molto pensano che tutto quello che leggono succederà anche a loro, e si fanno autodiagnosi andando anche in ansia. Una cosa importante che deve fare il medico oltre ad essere aggiornato è consigliare al paziente di cercare l'associazione sulla propria patologia e parlare con chi la situazione la vive in prima persona. Noi associazione non vogliamo assolutamente sostituirci ai medici ma collaborare fianco a fianco.

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