Oncocitoma renale, il dilemma della scelta terapeutica

Sempre piu spesso nella pratica clinica, dobbiamo decidere se asportare una massa basandoci su un esame ecografico o una TAC senza conoscere esattamente la natura della malattia.La biopsia renale, peraltro sempre piu spesso utilizzata, ha limiti diagnostici ben conosciuti e a volte non è dirimente.

Sappiamo però che il 20% delle masse renali ha una natura benigna e quindi il rischio di sottoporre il paziente ad un intervento invasivo senza che ce ne sia la stretta necessità è concreto.

La diagnosi si ottiene solamente una volta asportata la massa e consegnata nelle mani esperte del patologo che potrà darci la risposta definitiva e certa.Le modeste dimensioni di una massa renale, il sesso femminile e la giovane età dei pazienti sono tutti fattori che fanno pensare ad una lesione benigna così come particolari TAC (le lesioni ricche di tessuto adiposo, ad esempio, sono indice spesso della presenza di un angiomiolipoma benigno) Alcuni tumori benigni hanno invece un aspetto molto simile al tumore renale sia alle immagini TAC che anche eseguendo una biopsia. Tale fenomeno è caratteristico degli oncocitomi.

L'oncocitoma è una delle più comuni masse renali benigne, rappresentando il 5% di tutte le lesioni renali. All'esame TAC, capta contrasto rendendo estremamente difficile la diagnosi differenziale con il carcinoma ma renale. Dal punto di vista citologico rappresenta invece una entità distinta. Sono molto comuni nei soggetti anziani con riscontro di piccole masse scoperte incidentalmente magari eseguendo una ecografia dell'addome. Coinvolgono prevalentemente soggetti di sesso maschile tra i 40 e i 70 anni e possono essere bilaterali e multifocali. Si stima anche che abbiano una percentuale di recidive nel 9% dei casi. Hanno un comportamento benigna ma sono stati segnalati rari casi di metastatizzazione e di coesistenza con il vero e proprio cancro renale.

Radiologicamente possono, non sempre, avere delle peculiarità come un aspetto a ruota di carro ad un esame angiografico o a stella centrale ad uno studio TAC.

La biopsia come detto, spesso non è dirimente, considerando l'esistenza del cancro renale cromofobo che ha aspetti istologici molto simili all'oncocitoma.

 

Trattamento

Abbiamo viso come gli oncocitomi possano essere molto simili ai veri e propri tumori maligni del rene. Come tali, pertanto vengono trattati mediante l'asportazione del rene, in caso di masse voluminose o con un approccio conservativo, rimuovendo solo la malattia, in caso di piccole lesioni localizzate nella zona periferica del rene, In caso di tumori molto piccoli possiamo addirittura inizialmente adottare un atteggiamento attendista eseguendo dei controlli ravvicinati della lesione ma anche in questa situazione spesso gli oncocitomi registrano crescite dimensionali rapide tanto quanto le malattie maligne.

Una volta asportata la massa ed avuta la diagnosi patologica sicura, il paziente deve essere rassicurato sulla natura benigna della malattia e procedere a dei controlli successivi per monitorare la funzionalità renale

Data pubblicazione: 29 aprile 2018

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