Tamsulosina e demenza senile

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Questa relazione non positiva tra un farmaco, molto usato nel contrastare i sintomi di un’ipertrofia prostatica benigna, e una demenza senile sembra emergere da un pesante studio di coorte retrospettivo, che ha coinvolto 253.136 pazienti, condotto da alcuni ricercatori dell’Università del Connecticut e pubblicato ora sulla rivista. "Pharmacoepidemiology Drug Safety Journal".

 

      

 

La Tamsulosina è un antagonista selettivo degli adrenorecettori alfa1, responsabili a livello dell’uretra prostatica e del collo vescicale di quei fastidiosi sintomi ostruttivi, quando presente un problema ostruttivo a livello della prostata, come disuria, pollachiuria, getto ridotto; ma gli alfa 1 adrenorecettori sono anche presenti nel nostro cervello, nel nostro sistema nervoso centrale e sembrano coinvolti in numerose ed importanti funzioni cognitive e della memoria; il loro blocco potrebbe essere la causa di questa relazione negativa e quindi di una più facile insorgenza di una demenza e di un deficit precoce della memoria, e questo sembra colpire soprattutto i maschi con un’età compresa tra i 65 e i 74 anni.

 

     

 

Se confermata questa relazione non auspicabile, la terapia dell’ipertrofia prostatica benigna potrebbe avere altri orizzonti e drasticamente modificata anche se la Tamsulosina per molti urologi rappresenta il farmaco di prima scelta quando presente questa patologia.

 

     

 

Il rischio per altro sembrerebbe aumentare se la terapia viene prolungata nel tempo; altro dato questo che dovrebbe portare gli urologi verso eventuali e diverse strategie terapeutiche, in sintesi l'utilizzo di altri alfa litici che non sembrerebbero dare problemi di tale natura neurologica centrale in modo significativo oppure il ricorso ad interventi chirurgici disostruttivi.

 

Fonte:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2931600 

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/blog/urologia/108-ipertrofia-prostatica-benigna-ipb-e-terapia-con-prodotto-estrattivi.html

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/383-quando-la-prostata-aumenta-di-volume-l-ipertrofia-prostatica-benigna.html

 

Data pubblicazione: 24 febbraio 2018 Ultimo aggiornamento: 28 febbraio 2018

10 commenti

#1
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Dr. Mauro Colangelo

Giovanni, grazie della comunicazione che è per me...doppiamente interessante. Quindi, la tamsulosina meglio metterla da parte se non è proprio veramente necessaria?
Un abbraccio

#2
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Dr. Giovanni Beretta

Sembrerebbe proprio così; anche se io, come urologo, l'ho usata in questi anni con risposte cliniche positive ma naturalmente questa segnalazione, se confermata, ci porterebbe ad utilizzarla con più cautela ed in casi selezionati.

#7
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Utente 598XXX

Buongiorno, io prendo tamsulosina da diversi anni, ho 55 anni e per vari problemi ho ipb. Come posso sostituire la tamsulosina, visto che sono obbligato a prenderla? Grazie

#8
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Dr. Giovanni Beretta

Esistono altri alfa-litici che possono sostituire eventualmente la Tamsulosina ma questo cambio di terapia solo il suo urologo di fiducia glielo può indicare in diretta.
Ancora un cordiale saluto.

#9
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Utente 412XXX

Non sono medico, sono paziente e parlo per esperienza. E vedrete quando -se lo faranno- compariranno i risultati su uno studio sulla Silodosina! Io l'ho presa per un po' d tempo. Quasi non riesci nemmeno a ricordare dove abiti o come ti chiami. Sottolineo, l'ho presa a 52 anni. Anche una semplice operazione mentale, diventa un'equazione irrisolvibile con la Silodosina! Dimentichi tutto, inizi una frase e non la termini perchè non ricordi quel che stavi dicendo... e benefici sulla minzione... zero al quadrato. In compenso anorgasmia totale. Non eiaculazione retrograda ma una o due contrazioni uretrali esterne e basta.

#10
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Dr. Giovanni Beretta

Effetti collaterali di altro alfa-litico; li segnali al suo urologo di fiducia.

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