Prostata ed intestino: le relazioni pericolose
L’infiammazione della prostata o prostatite è un fenomeno molto comune anche in giovane età, che spesso non viene riconosciuto o diagnosticato anche in ragione dei sintomi molto variabili con cui si può presentare, specialmente nei casi di prostatite cronica o ricorrente.
I sintomi possono essere di natura dolorosa e riguardare la zona perineale (tra testicoli e ano), la radice e il corpo del pene, l’inguine, la parte inferiore dell’addome; possono altresì riguardare la sfera sessuale (deficit erettile, eiaculazione precoce, eiaculazione dolorosa), o disturbi minzionali (aumento della frequenza urinaria, bruciori urinari, urgenza).
La terapia si basa, una volta eseguiti gli approfondimenti diagnostici più opportuni quali esame urine, urinocoltura, spermiocoltura, ecografia e, a seconda del tipo di prostatite, sull’uso di antibiotici, antiinfiammatori steroidei e non steoridei, integratori naturali ecc.
Talora il Paziente trova beneficio temporaneo, ma poi spesso e volentieri ricade nella stessa situazione. Guarda caso i fattori scatenanti sono spesso legati alle abitudini di vita quali i viaggi frequenti, diete, terapie antibiotiche prolungate, alimentazione non bilanciata, stitichezza cronica, stress psico-fisico, turni di lavoro, colon irritabile ecc.
Aldilà dell’approccio terapeutico in fase acuta, sarebbe importante sottolineare gli aspetti preventivi della prostatite, ossia tutta una serie di riflessioni sulle abitudini di vita che portano il paziente soggetto a ricadute frequenti ad allungare il periodo di benessere, riconoscere precocemente i sintomi ed eventualmente ridurne l’intensità e la durata.
Talora la frequente ricorrenza dei disturbi e la difficoltà del medico a trovare la strategia terapeutica vincente possono dipendere da una predisposizione del paziente a sviluppare la prostatite, ad es. una forma di intolleranza alimentare misconosciuta.
È tipico infatti che il paziente lamenti frequente dolore addominale, flatulenza, gonfiore, a tratti stitichezza o diarrea e che abbia anche già individuato e talora eliminato con successo alcuni alimenti dalla dieta che causavano la comparsa di questi disturbi.
In effetti le intolleranze alimentari sono estremamente diffuse e causano un’alterata permeabilità dell’intestino e di conseguenza favoriscono il passaggio di specie batteriche verso le vie urinarie ed in particolare la prostata scatenando la prostatite.
Da qui deriva l’importanza di individuarle correttamente con dei test specifici (test sul sangue per il dosaggio delle Immunoglobuline IgE per pannello alimenti) ed impostare una dieta mirata, nonché di proteggere l’intestino sia con l’uso di probiotici, sia con l’uso di sostanze naturali come lo xiloglucano che riducono la permeabilità dell’intestino alle specie batteriche e che non hanno effetti collaterali.
Non ultimo vi sono alimenti quali i cibi piccanti, il caffè, le uova, la frutta secca ed il vino rosso i quali vanno quantomeno moderati nelle fasi di ricorrenza dei sintomi di prostatite poiché tendono ad accentuarli.
La consapevolezza della relazione tra equilibrio intestinale e benessere della prostata consente una più efficace prevenzione e più tempestivo trattamento della prostatite.