Circoncisione, pratica chirurgica usata anche nell’antico Egitto
Sembra che la circoncisione fosse una pratica chirurgica urologica molto usata nell’antico Egitto (rituale religioso, pratica igienica?).
A Saqqara infatti, nella tomba di Ankhmahor Visir del Faraone Teti della VI Dinastia, circa il 2345 a.e.v., vi è un bassorilievo con la rappresentazione della pratica della circoncisione, come anche ricordato dalla riproduzione grafica sottostante in cui l'atto chirurgico urologico è molto chiaro .
I geroglifici che si vedono illustrano anche il dialogo, come in un vero e proprio fumetto, che sembra esserci tra i vari protagonisti della scena "chirurgica". L'operatore, quello accosciato per terra sulla sinistra, dice all'aiutante che tiene le braccia del paziente:
"Tienilo, presto, non farlo cadere"
Questi gli risponde:
"Farò come tu vuoi".
Sulla destra, invece, il nostro antico paziente dice:
"Strofinalo bene, affinché sia efficace".
e il nostro urologo egizio risponde:
"Farò una cosa indolore, piacevole".
Queste ultime frasi fanno quasi pensare che l'oggetto nella mani del chirurgo non è un "bisturi" ma sia uno strumento ad azione lenitiva-anestetica, alcuni invece sostengono in modo preciso che si tratti di uno strumento tagliente e che il termine "strofinare" sia invece riferito all'operazione di affilatura appunto del "bisturi" in questione.
Secondo Nunn la circoncisione aveva un significato rituale di accesso alla virilità piuttosto che una pratica igienica come è comunemente oggi ritenuto possibile.
Questa osservazione renderebbe più chiaro il significato della presenza di questa scena nella tomba del nostro dignitario, in quanto riferita a se stesso o ai propri figli, ma purtroppo non ci chiarisce a pieno il senso del dialogo tra il nostro paziente ed il nostro collega chirurgo egizio.