Prostata: il lato oscuro di alcune terapie
Con l’età la prostata di un uomo tende ad aumentare di volume, in medicina questa problematica clinica viene chiamata anche ipertrofia prostatica benigna.
Dato che questa ghiandola è costituita da tessuto particolarmente sensibile alla “stimolazione” androgenica, in particolare può aumentare di volume se presente il metabolita attivo del testosterone, il 5 alfa-diidrotestosterone, che viene prodotto partendo proprio dal testosterone attraverso l’azione di un enzima, la 5 alfa reduttasi, in questi anni si era pensato all’utilizzo di alcuni inibitori di questo enzima come possibile terapia capace di contrastare la produzione di diidrotestosterone e quindi inibire la crescita della ghiandola prostata e i suoi eventuali e fastidiosi sintomi ostruttivi.
Il getto varia con l'età e il relativo aumento della prostata
In questi anni due sono state le sostanze che, con questa indicazione, si sono affermate, in campo urologico, come possibili e valide strategie terapeutiche: la Finasteride e la Dutasteride.
Questi farmaci in effetti hanno dimostrato, a livello clinico, di essere molto utili, in presenza di una ipertrofia prostatica benigna, sulla riduzione del volume della ghiandola e sui relativi sintomi ostruttivi, compresa la ritenzione cronica ed acuta di urina, riducendo anche in modo significativo le indicazioni al trattamento chirurgico di questa comune patologia urologica. A questo proposito esiste una immensa letteratura scientifica che conferma i positivi risultati clinici ottenuti con questi farmaci.
Molecola di Dutasteride
Detto questo però non si devono mai dimenticare gli importanti effetti collaterali, legati all’utilizzo, a volte poco mirato, degli inibitori delle 5 alfa reduttasi.
Un invito alla prudenza e a non dimenticare che questi prodotti sviluppano complesse problematiche ormonali ci viene ora suggerito da una importante revisione della letteratura scientifica condotta, su questo argomento, da alcuni ricercatori del Dipartimento di Urologia dell’Università di Boston.
Viene ricordato da questi studiosi che le 5 alfa reduttasi, soprattutto le isoforme 1-3, sono ampiamente distribuite in diversi tessuti del nostro organismo, compreso il sistema nervoso centrale, e quindi l’azione di inibizione di questi enzimi può portare al blocco della sintesi di alcuni ormoni chiave e di diversi steroidi neuro-attivi, situazione questa che può spiegare tutti i diversi effetti collaterali negativi che si possono determinare, quali riduzione e perdita del desiderio sessuale, disfunzioni dell'erezione e dell’orgasmo, depressione e, vista l'ampia diffusione delle 5 alfa reduttasi nel nostro organismo, anche possibili problemi vascolari, cardiaci e aumento del grado di indifferenziazione di un eventuale tumore della prostata.
Tutto questo naturalmente può influire negativamente anche sulla salute psicologica e sulla qualità generale della vita di un uomo; tutti questi effetti collaterali, soprattutto per i medici che più facilmente prescrivono questo tipo di farmaci, devono essere ben conosciuti.
I medici inoltre, questo è il mio consiglio, soprattutto quando l’indicazione per l'utilizzo di questi prodotti ha finalità esclusivamente estetiche e non urologiche, devono sempre comunicare ai propri assistiti queste informazioni "negative" sugli inibitori della 5 alfa reduttasi, prima di iniziarne la loro somministrazione.
Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4064044/
Altre informazioni sull'argomento:
- https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/630-disturbi-dell-erezione-e-del-desiderio-sessuale-finasteride-dutasteride.html
- https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html
- https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html