A che età si deve togliere il pannolino?
Negli ultimi trent’anni il pannolino per bambini è diventato un prodotto “usa e getta” con tutti i comprensibili vantaggi di non dover fare altro che comprarlo, usarlo e poi gettarlo.
Il pannolino che usava la nonna, il cosiddetto ciripà da lavare, bollire e stirare, sebbene fosse più ecologico e sano è stato in questi anni praticamente eliminato e viene recuperato solo quando si presentano casi di “dermatiti da pannolino”, perché, ricordiamolo, il pannolino che oggi usiamo è in sostanza un pacchetto di cellulosa con vari gel chimici superassorbenti, che si espandono quando c’è la pipì e fortemente disidratanti, per di più avvolto in un materiale plastificato, anti ecologico e costoso tanto da indicarne, in questi ultimi anni, una sua precoce “eliminazione”.
Quando però è il momento esatto di educare i propri bimbi al vasino e quindi togliere il pannolino?
Gli urologi e i pediatri in genere consigliano il secondo anno di vita osservando come sia difficile per un bambino avere un controllo assoluto degli sfinteri prima dei due anni ma, come molti genitori hanno osservato, le variabili sono numerose ed ogni bimbo ha i suoi tempi ed è quindi praticamente impossibile generalizzare in modo assoluto e categorico.
Detto questo, dobbiamo sempre ricordare che il non usare più il pannolino non è un segno di precoce maturità o maggiore intelligenza del bambino, non ci sono gare da fare e non si vince nulla.
L’abbandonare il pannolino rimane comunque una fase cruciale ed importante nella vita di un bimbo che deve essere vissuta da tutta la famiglia con comprensione, serenità e senza inutili drammi.
Su come e quando fare lo “spannolinamento” ci si può rifare ad alcune indicazioni date, in questi ultimi anni, da Steve Hodges, urologo pediatrico della Wake Forest Baptist University, secondo il quale i bambini al di sotto dei tre anni non dovrebbero mai essere forzati ad abbandonare il loro pannolino; questa forzatura aumenterebbe il rischio di avere un’incontinenza urinaria notturna, detta anche enuresi, una stipsi e a volte anche più importanti problemi all’apparato urinario ed intestinale.
Perché vi è questo rischio?
Sappiamo che i bimbi tendono a non interrompere le loro attività ludiche, di gioco, soprattutto per andare in bagno e quindi tendono a rimandare o a trattenere la pipì e la cacca e questo altererebbe la tonicità degli sfinteri e della muscolatura e, in alcuni casi, favorirebbe anche infiammazioni ed infezioni di tipo batterico in questi distretti anatomici.
Secondo Hodges, numeri che considera sottostimati, in quest’ultimo decennio negli Stati Uniti d’America le visite mediche per stipsi nei bimbi sono raddoppiate, l’8% delle bimbe ha avuto un’infezione delle vie urinarie e cinque milioni di bambini americani soffrono di enuresi.
Sempre secondo Hodges queste sono alcune indicazioni pratiche, non assolute, che possono in parte guidarci per capire quando veramente il bambino è pronto allo “spannolinamento”:
a) se afferma e se capisce cosa vuol dire pipì e cacca;
b) vuole lui andare in bagno e fa i suoi bisognini senza drammi e le feci sono ben formate e non dure;
c) riesce a togliersi i vestiti e a spogliarsi da solo.
“Spannolinare” i bimbi forzatamente prima dei due anni, cioè prima che siano maturi per capire l’importanza di svuotare regolarmente la propria vescica e la propria ampolla rettale, adducendo anche ragioni di tipo ecologico, può essere pericoloso per la loro futura salute; meglio eventualmente ritornare ai vecchi, lavabili ed ecologici pannolini ciripà della nonna.
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