S.T.O.N.E: un nuovo metodo per la diagnosi della colica renale
Premessa
E’ noto che i calcoli renali (“pietre” presenti nelle cavità renali definite dagli anglosassoni “Stone”) colpiscono circa il 12% della popolazione negli Stati Uniti. In Italia l’incidenza è di 3000 casi ogni 100.000 abitanti con maggiore incidenza in Puglia, Marche, Abruzzo e Lazio. Gli uomini ne sono maggiormente interessati rispetto alle donne con un rapporto di circa 3 a 1. Il rischio di formare un altro calcolo entro 5-10 anni è del 50%.
Le coliche renali sono dolori acuti al fianco o lombari causati nella stragrande maggioranza dei casi da calcoli in fase di espulsione. In alcuni casi però possono essere confuse con coliche addominali o dolori muscolari la cui sede di insorgenza è in questi casi la stessa. Ogni anno milioni sono gli accessi in Pronto Soccorso con diagnosi di “colica renale resistente a terapia” seguiti da numerosi ricoveri in ambito ospedaliero. In tali situazioni l’esame più richiesto come da linee guida Europee è la TAC (Tomografia assiale computerizzata) spirale o la TAC con mezzo di contrasto che sono esami che richiedono l’utilizzo di radiazioni ionizzanti e del mezzo di contrasto endovenoso (iniettato direttamente nel sangue) oltre ad essere abbastanza costosi per la sanità.
Introduzione
Cary Gross, del Dipartimento di Medicina Interna alla Yale University School of Medicine di New Haven in Connecticut ha pubblicato uno studio sul British Medical Journal in cui insieme alla sua equipe ha messo a punto un metodo denominato S.T.O.N.E. (acronimo di Sex, Timing, Origin, Nausea, Erithrocytes) che non è altro che un punteggio diretto a caratterizzare meglio i pazienti affetti da colica renale, in modo tale da predire in modo affidabile se si tratta di una vera e propria colica renale ed ancora più importante predire il rischio di sviluppare complicazioni. In tal modo è possibile trattare le coliche in fase acuta in modo sicuro senza essere costretti ad usare nell’immediatezza la TAC.
Metodo
Lo STONE in pratica è un sistema di punteggio che va da 0 a 13 basato su cinque fattori di rischio in grado di meglio caratterizzare la gravità dei pazienti con calcolosi ureterale non complicata da febbre alta, sepsi urinaria, urinoma ecc. riducendo il ricorso immediato alle immagini radiologiche.
I dati sono stati ottenuti da una analisi retrospettiva di circa 1.000 pazienti e successiva valutazione prospettica, di conferma del dato, relativa a 500 pazienti sottoposti a TC per dolore al fianco. I 5 fattori di rischio presi in considerazione sono: Sesso maschile (Sex), Insorgenza acuta del dolore (Timing), Etnia non afroamericana (Origin), presenza di nausea e/o vomito (Nausea) ed ematuria microscopica (sangue nelle urine non visibile ad occhio nudo – Erithrocytes). Questi fattori formano il punteggio STONE (0-13).
Risultati
Solo il 9% dei casi in cui lo STONE dava basse probabilità aveva realmente calcoli (0-5), rispetto al 51% con punteggio intermedio (6-9) e ben l’89% con punteggio alto (10-13).
Conclusioni
Questo è un valido metodo alternativo per identificare in modo attendibile i pazienti affetti da colica reno-ureterale realmente affetti da calcolosi urinaria ed a rischio di sviluppo di complicanze con l’obiettivo di limitare il ricorso alla TAC e quindi alle radiazioni ionizzanti specie nei soggetti giovani in epoca fertile.
Source:
BMJ. 2014 Mar 26;348:g2191 - 2014 Mar 26;348:g2191. doi: 10.1136/bmj.g2191. Derivation and validation of a clinical prediction rule for uncomplicated ureteral stone--the STONE score: retrospective and prospective observational cohort studies. Moore CL1, Bomann S, Daniels B, Luty S, Molinaro A, Singh D, Gross CP. Author information: Department of Emergency Medicine, Yale University School of Medicine, New Haven, CT, USA